Venezia
La città sull’acqua
L’acqua è l’elemento dominante di Venezia, la città sulla laguna che ha sedotto generazioni di artisti e scrittori per il mirabile scenario dei suoi meravigliosi edifici, immortalati da grandi vedutisti come Giovanni Antonio Canal detto Canaletto, Bernardo Bellotto, Francesco Guardi. L’acqua ha disegnato la particolarissima topografia della città – sviluppatasi su una serie di isolotti collegati da canali – ed è strettamente connessa ai suoi trionfi di città marinara nel Medioevo; l’acqua, però, minaccia anche di inghiottirla per sempre privando l’umanità del suo inestimabile patrimonio artistico
Le isole della laguna vennero abitate sin dal 5° secolo, quando le popolazioni della terraferma cercarono scampo dalle invasioni di Visigoti e Unni e successivamente dei Longobardi. In questo complesso di isole si organizzò il ducato bizantino di Venezia. Nel 751, col crollo dell’esarcato di Ravenna, le isole lagunari si svincolarono dal dominio di Bisanzio conquistando l’autonomia. Dopo l’assalto dei Franchi nell’810 gli abitanti trasferirono la capitale da Malamocco all’isola di Rialto, che tra il 9° e il 10° secolo finì per diventare il centro della vita politica ed economica della città.
Nei secoli successivi si definirono le istituzioni della futura repubblica: la massima autorità politica e civile era il doge, erede del dux romano-bizantino, affiancato dal Maggior Consiglio – monopolizzato dalle principali famiglie patrizie – dal Senato e dal Consiglio dei Dieci. Le cariche, originariamente elettive, divennero rapidamente appannaggio di un numero ristretto di famiglie patrizie, trasformandosi di fatto in ereditarie; questa situazione finirà per essere sancita dalle leggi emanate alla fine del 13° secolo, note come Serrata del Maggior Consiglio.
A partire dal 9° secolo Venezia fiorì rapidamente grazie ai traffici commerciali con Bisanzio (Costantinopoli) e con l’Oriente, e nella seconda metà del secolo iniziarono le prime spedizioni armate contro Slavi e Saraceni.
Nel corso dell’11° secolo fu assicurato il dominio dell’Adriatico, e nel secolo successivo furono gettate le basi dell’impero nel Levante attraverso la partecipazione alle crociate e l’acquisto di scali ed empori sulle coste siriache e su quelle palestinesi.
L’ascesa della città in Oriente culminò con la quarta crociata, che vide la fondazione dell’Impero Latino d’Oriente nel 1204 (abbattuto nel 1261 dall’imperatore bizantino Michele Paleologo) e la conquista di Costantinopoli. Le colonie commerciali si trasformano in colonie territoriali, e Venezia divenne la vera padrona dell’Oriente. Questa espansione determinò il grande conflitto con Genova. Dapprima lo scontro rimase localizzato in Oriente, poi si spostò nell’Adriatico, dove Venezia subì nel 1298 la sconfitta di Curzola. La lotta finale per la supremazia nel Mediterraneo si ebbe alla fine del Trecento. Dopo la sconfitta di Chioggia, i Veneziani riuscirono a fermare l’attacco nemico, e il trattato di Torino del 1381 pose fine alla guerra con la repubblica rivale.
Con la fine del Trecento iniziò la fase della politica di terraferma veneziana. Dopo aver conquistato il Trevigiano, la città perseguì una politica di penetrazione nell’entroterra, e nel 1430 il suo dominio si estendeva a occidente fino all’Adda e a oriente comprendeva tutto il Friuli. Intanto, però, sin dall’inizio del 14° secolo erano comparsi nel Mediterraneo orientale i Turchi Ottomani, che intaccarono progressivamente il dominio coloniale veneziano. Nello stesso periodo la Serenissima – così i Veneziani denominavano il loro Stato – iniziò il tentativo di estendere il suo potere in Italia occupando Brescia, Bergamo, Crema ed estendendosi in Puglia e in Romagna. Contro l’egemonia veneziana gli Asburgo d’Austria, la Spagna e la Francia si coalizzarono nella Lega di Cambrai, che nel 1509 sconfisse i Veneziani ad Agnadello, costringendoli a rinunciare a ogni mira espansionistica in Italia.
Alla fine del Seicento iniziò il declino della Repubblica, che investì anche le attività artigianali e manifatturiere: l’oreficeria, l’industria vetraria – concentrata nel 1291 a Murano – e la tipografia, settore nel quale la città non aveva rivali con più di 100 stampatori-editori. Perduta ogni rilevanza politica, nel Settecento la città divenne ormai solo un centro turistico, celebre per le sue feste e i suoi memorabili carnevali. Ceduta all’Austria da Napoleone nel 1797, la Repubblica cessò di esistere.
Dopo l’unità d’Italia, nella seconda metà dell’Ottocento, la città si riorganizzò puntando in tre direzioni; la formazione di una moderna base industriale legata al porto, la razionalizzazione del centro storico, il lancio turistico con la costruzione di grandi alberghi sul Canal Grande e al Lido. Con la istituzione della Grande Venezia nel 1926 la città viene saldata a Mestre e a Marghera, e quindi alla grande zona industriale dell’entroterra.
Oggi Venezia propriamente detta, ossia il centro storico, conta appena 63.947 abitanti (censimento del 2001), ma concentra ancora i più importanti servizi per l’entroterra e attrae una marea impressionante di turisti. Il turismo, sebbene importante per l’economia della città, ha anche parecchi risvolti negativi, creando livelli elevatissimi di congestione in determinati periodi dell’anno. Il rilancio e lo sviluppo del porto, privatizzato nel 1999, potrebbe allentare la dipendenza della città dal turismo.
Venezia è anche sede di prestigiose manifestazioni culturali come la Biennale, mostra internazionale d’arte inaugurata nel 1895, e la Mostra internazionale del cinema, che si svolge al Lido ed è uno dei festival cinematografici più importanti d’Europa.
I problemi più gravi di Venezia sono legati al suo fragile ecosistema. In particolare, l’abbassamento del suolo dovuto allo sfruttamento intensivo delle falde acquifere e allo scavo di molti pozzi nell’area industriale di Porto Marghera, unito al maggior volume d’acqua che entra in laguna per lo scavo di nuovi canali, provoca il nefasto fenomeno dell’acqua alta, che periodicamente sommerge la città. Per la salvaguardia della laguna è stata varata nel 1973 una legge speciale per Venezia, e nel maggio del 2003 è stato avviato il Sistema mose (Modulo sperimentale elettromeccanico), che prevede l’installazione di paratie mobili per dividere la laguna dal mare durante le alte maree.
A differenza delle città della terraferma, Venezia ha una pluralità di baricentri. Il baricentro commerciale è nell’Isola di Rialto, sull’ansa maggiore del Canal Grande, fulcro commerciale della Serenissima. Qui tutto venne rifatto dopo un grande incendio a partire dal 1513, riutilizzando però mura e fondamenta dei secoli precedenti. Alla fine del Cinquecento risale il famosissimo Ponte di Rialto, per il quale avevano presentato i loro progetti i più celebri architetti dell’epoca.
Il cuore politico e religioso della città è invece da sempre piazza S. Marco. Sorge qui la Basilica Marciana, il cui nucleo originario risale all’832, arricchita nel corso dei secoli di elementi decorativi importati dall’Oriente. Le funzioni politiche erano ospitate nel Palazzo Ducale, sede del governo, realizzato nel suo aspetto attuale a partire dal 1340. L’edificio è la più grande e forse originale realizzazione del gotico veneziano, per la sua ricchissima decorazione, preziosa e raffinata.
Nell’area di S. Marco si trovano anche la Zecca, che risale alla prima metà del Cinquecento, e la Libreria, costruita nello stesso periodo per ospitare la ricca collezione donata nel 1468 dal cardinale Bessarione.
Le diverse parti della città sono connesse dal Canal Grande, una sorta di ‘corso’ o viale principale interno, dove l’aristocrazia veneta materializzò le ricchezze accumulate con una spettacolare teoria di palazzi: Palazzo Sagredo, di origine bizantina; la Ca’ Foscari, sontuoso edificio del gotico veneziano; la Ca’ d’Oro; Palazzo Corner, progettato da Jacopo Sansovino; la barocca Ca’ Rezzonico, per non citarne che alcuni.
Venezia pullula di conventi (nell’Ottocento se ne contavano 54) e di chiese (ben 72): tra le più importanti S. Moisé, dell’8° secolo e ricostruita nei secoli successivi; la chiesa gotica di S. Stefano; S. Maria dei Frari, iniziata nel 1340, che racchiude numerosi dipinti e sculture; S. Maria della Salute; quelle del Redentore, di S. Giorgio Maggiore e delle Zitelle, progettate da Andrea Palladio.
Testimonianza del ruolo cruciale che ebbe il commercio per Venezia sono i caratteristici ‘fondachi’, edifici dove nel Medioevo e nei secoli successivi i mercanti forestieri depositavano le loro merci, svolgevano i loro traffici, utilizzandoli spesso come dimora. Tra i più importanti il Fondaco dei Tedeschi, che nella sua semplice imponenza dimostra l’importanza e il prestigio di cui godeva la comunità tedesca. Costruito nel 13° secolo, venne ricostruito nel Cinquecento e decorato da affreschi di Giorgione e Tiziano.