VENEZUELA (XXXV, p. 107; App. I, p. 1120; II, 11, p. 1101)
La denominazione uflmciale dello stato è stata mutata, a norma della costituzione del 15 aprile 1953, da Estados Unidos de Venezuela in quella di República de Venezuela.
La popolazione venezolana che al censimento del 1950 risultò di 5.034.838 ab., è salita nel 1959 a 6.607.475 (7 per km2); tale incremento è peraltro dovuto, per più della metà, all'immigrazione.
Condizioni economiche. - L'agricoltura venezolana è basata ancora sulle colture del caffè, cotone, canna da zucchero e tabacco. Questo si coltiva su 6-7000 ha e nel 1960 ha dato un prodotto di circa 66.000 q, e ha alimentato la manifattura con una produzione di 71,1 milioni di sigari e 4475 milioni di sigarette. La canna da zucchero ha dato nello stesso anno 1.900.000 q di prodotto. Notevole incremento ha avuto la coltivazione del cotone, estesa su 8000 ha nel 1951-52, e su 33.000 ha nel 1960 (prod. 80.000 q). In continuo aumento è la produzione del caffè, passata da 390.000 q nel 1953 a 450.000 q nel 1960. Il cacao, ugualmente in continuo aumento, pure nel 1960 ha dato un prodotto di 101.000 q su 110.000 ha. La produzione delle banane si aggira sui 550.000 q annui. Fra i cereali il mais che veniva coltivato nel 1950-51 su 342.000 ha (prod. 3.610.000 q) è ora ristretto su 297.000 ha (3.660.000 q). Anche la superficie coltivata a frumento risulta notevolmente diminuita rispetto al 1950-51: da 13.000 ha si scende a 4000 ha nel 1959 (prod. 30.000 q). Il riso, su una superficie di 22.000 ha, ha dato un prodotto di 137.000 quintali nel 1960.
Il patrimonio zootecnico dal 1951-52 al 1956-57 ha avuto un incremento notevole; i bovini sono saliti da 5.632.000 a 7.162.000; i suini da 1.467.000 a 2.362.000; gli ovini da 101.000 a 176.000; i cavalli da 343.000 a 533.000; gli asini da 390.000 a 427.000; i muli, infine, sono più che raddoppiati, essendo saliti da 62.000 a 130.000. Una flessione si registra solo per quanto riguarda i caprini, passati da 1.322.000 a 921.000. La pesca dà, in media, un prodotto di 700-800.000 q l'anno.
La produzione del petrolio è andata aumentando in modo sorprendente; nel 1954 se ne sono prodotte 101.184.000 t, nel 1960 151.252.000 t. La produzione del gas naturale nel 1959 è stata di 4192 milioni di m3. Il 95% del petrolio viene esportato e il V. è al 2° posto fra i grandi paesi petroliferi. Nel dicembre del 1948 è entrato in servizio l'oleodotto Ulé-Dabajuro-Amuay, che conduce direttamente il petrolio dalla zona di escavazione al centro di raffinazione; esso è lungo 252 km, ha un diametro di 60-65 cm e per un tratto di 28 km è sottomarino, attraverso il Golfo di Coro; inoltre esistono in tutto il paese 400 km di gasdotti. Il petrolio che veniva trasportato tutto nelle vicine isole olandesi di Aruba e di Curaçao per la raffinazione, viene ora lavorato in ben 8 raffinerie in pieno funzionamento e che potranno essere potenziate fino a raggiungere una capacità di 65 milioni di litri al giorno.
Anche lo sfruttamento dei minerali di ferro (il giacimento più importante è quello di Cerro Bolívar, v. in questa App.) sta assumendo proporzioni sempre più notevoli; nel 1960 se ne sono estratte 12.600.000 t, quasi completamente esportate, soprattutto negli S. U. A., ma è in costruzione a Matanza un grande impianto siderurgico, per la trasformazione in loco. Nuovi giacimenti di rame e di manganese, di cui però non si conosce ancora l'entità, sono stati scoperti negli stati di Mérida e di Táchira. L'energia installata nel 1960 era di 620.000 kW, di cui 100.000 idroelettrici; l'energia prodotta nel 1960 è stata di 2900 milioni di kWh. È in corso il potenziamento della centrale idrica del Caroní, che alimenterà gli impianti siderurgici di Matanza. Nel 1960 è entrato in funzione presso Caracas un reattore nucleare (3000 kW).
Nel ramo tessile ha qualche importanza il cotonificio, che conta 95.000 fusi e 3752 telai.
Comunicazioni. - La marina mercantile nel 1960 contava 100 navi (solo quelle con più di 100 t) per una stazza complessiva di 348.865 tonnellate. Il porto di Maracaibo è stato notevolmente ampliato; infatti nel 1956 è stato aperto un canale (sul quale nel 1958 è stato gettato un ponte lungo circa 9 km) della lunghezza di 22 km e profondo 12 m, per cui ora potranno entrare nel porto anche le grandi navi. Nel 1953 è sorto un nuovo porto sull'Orinoco, alla foce del Caroní, Puerto Ordaz, collegato per ferrovia a Cerro Bolívar.
Le ferrovie nel 1954 avevano uno sviluppo di 1035 km. Ma è in programma la costruzione di altre linee, alcune delle quali già in funzione, per un totale di 4250 km. Nel 1959 è stata inaugurata la linea Puerto Cabello-Barquisimeto, di 173 km.
La rete stradale attuale, arricchita di moderne e ampie autostrade, è di 24.923 km. L'aviazione civile registra per il 1959 un movimento di 407.739.000 passeggeri/km per 24.684.000 km volati.
Commercio estero. - Per il periodo 1955-59 il valore delle importazioni è stato di 4301 milioni di bolivares annui, in media, e quello delle esportazioni di 7396 milioni di bolivares. Oltre al petrolio, che assorbe il 90% del valore delle esportazioni, si esportano caffè, minerali di ferro, legnami, pelli, ecc.
Finanze. - Per lo stato, il gettito fiscale del petrolio rappresenta circa i tre quarti delle entrate di bilancio e la quasi totalità del fabbisogno complessivo di valuta estera. ll sistema bancario del V. comprende la banca centrale (Banco Central de Venezuela), il Banco Industrial de Venezuela. il Banco Obrero, il Banco Agricolo y Pecuario e istituti di credito per lo sviluppo regionale, che nell'insieme formano il settore pubblico del sistema. Esistono inoltre 20 banche commerciali e 7 filiali di banche estere. Nel 1958 ha cominciato ad operare anche il Banco Hipotecario de Credito Urbano e una nuova banca commerciale (Banco Republica). La parità ufficiale dichiarata al Fondo Monetario è di 3,35 bolivares per 1 dollaro U.S.A., alla quale sono attualmente regolate tutte le importazioni. La cessione di valute alla banca centrale da parte delle compagnie petrolifere è fatta invece ad un cambio inferiore (3,09-3,05).
Storia. - La giunta a tre, diretta dal col. Carlos Delgado Chalbaud, che prese in mano il potere in seguito al sollevamento del 1948, ben presto rivelò il suo carattere dispotico sospendendo ogni libertà civile e sopprimendo i partiti d'opposizione i cui capi furono incarcerati. Chalbaud fu assassinato il 13 novembre 1950 e la guida del paese fu affidata a Germán Suárez Flamerich. Il governo, però, cedendo alle forti pressioni dell'opinione pubblica, dovette indire le elezioni che ebbero luogo il 30 novembre 1952. L'Unión Republicana Democrática, di centro-sinistra, poté assicurarsi i voti dell'Acción Democrática (dichiarata illegale) e avrebbe riportato una sicura vittoria se non si fossero verificati gravi brogli elettorali. La situazione divenne confusa ed intervennero ancora i militari che affidarono il potere (3 dicembre) al col. Marcos Pérez Jiménez. Il 15 aprile 1953 veniva approvata una nuova costituzione e confermato in carica per 5 anni il presidente Jiménez che instaurava nel V. una nuova dittatura. Per contro, l'enorme aumento della produzione petrolifera e la forte richiesta del prodotto influenzata dalla crisi iraniana del 1951 e dalla questione di Suez (1956) recarono al V. considerevoli benefici economici che trasformarono la situazione finanziaria del paese divenuta una delle più floride del mondo. Furono eseguite imponenti opere pubbliche, specie nella città di Caracas, e impiantata, con la cooperazione di due società italiane, un'acciaieria (31 dicembre 1955) che dovrebbe sopperire al fabbisogno del paese. La massa della popolazione, in special modo quella delle zone rurali, non trasse però alcun vantaggio dalla nuova ricchezza, sfruttata solo da un'esigua minoranza di privilegiati. Il 15 dicembre 1957 Pérez Jiménez si faceva riconfermare presidente da un plebiscito popolare ma il 1° gennaio 1958 una sollevazione generale segnava la fine del regime dittatoriale (23 gennaio). La caduta di Pérez Jiménez, che veniva sostituito da una "giunta patriottica" presieduta dall'ammiraglio Wolfang Larrozábal, presenta molte analogie con quella di Perón in Argentina: i suoi metodi gli avevano alienato le simpatie dei militari e creato serî contrasti con la Chiesa cattolica; a ciò aggiungasi il malcontento degli ambienti intellettuali e l'attività dei partiti democratici. Una violenta manifestazione contro gli S. U. A. ebbe luogo a Caracas in occasione della visita (13 maggio) del vicepresidente Nixon che fu oltraggiato dalla folla. Nel 1958 il V. fu teatro di gravi disordini: tentativi di colpi di stato (23 luglio e 7 settembre) e varie dimostrazioni di piazza e scioperi promossi da organizzazioni di estrema sinistra. Alle elezioni presidenziali del 7 dicembre si presentarono Rómolo Betancourt, dell'Acción Democrática, Rafael Caldera del partito cristiano-socialista e l'ammiraglio Larrazábal dell'Unión Democrática con l'appoggio del partito comunista. Ne risultò vincitore Rómolo Betancourt che fu insediato il 13 maggio 1959. L'opposizione non ha reso tranquillo il periodo susseguente caratterizzato da attentati terroristici attribuiti per lo più alla Repubblica Dominicana con la quale il V. ruppe i rapporti diplomatici (12 giugno). Nel frattempo l'industria petrolifera entrava in crisi a causa di pressioni sindacali e della contrazione delle vendite sul mercato europeo. Betancourt nell'intento di promuovere lo sviluppo del paese in altri settori firmava (5 marzo 1960) la legge per la riforma agraria e annunziava un vasto piano quadriennale (29 aprile) con una spesa di 8 miliardi di dollari, per la creazione di una zona industriale nello stato di Bolívar, a sud dell'Orinoco, dove esistono giacimenti di ferro fra i più ricchi del globo. Il 26 giugno il presidente Betancourt rimaneva ferito in un attentato attribuito al regime di Trujillo. Investita della questione l'OAS, l'accusa veniva riconosciuta fondata dalla riunione dei 21 ministri degli esteri americani che, a San José de Costa Rica (20 agosto 1960), condannava la Repubblica Dominicana.
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