Venosa Comune della prov. di Potenza (169,3 km2 con 12.143 ab. nel 2008, detti Venosini). È importante mercato agricolo. Industrie alimentari.
Venusia, al confine tra l’Apulia e la Lucania, fu occupata dai Romani, che vi dedussero una colonia latina nel 291 a.C. Dopo la battaglia di Canne (217) vi si rifugiò lo sconfitto Terenzio Varrone. Partecipò all’insurrezione degli Italici ma fu sottomessa da Q. Cecilio Metello Pio; poi ebbe rango di municipio e continuò a fiorire per tutto l’impero. Saccheggiata e quasi distrutta dai saraceni nel 9° sec., dopo la conquista dei Normanni fu assegnata al conte Drogone di Altavilla (1043) e riacquistò l’antica importanza militare. Per aver preso parte alla rivolta antinormanna delle città pugliesi nel 1127, fu distrutta da Ruggero II (1133). Contesa dalle opposte fazioni sveve, angioine e aragonesi, fu nuovamente fortificata. Feudo dei Sanseverino, dei Caracciolo, degli Orsini, dei Del Balzo, fu concessa dal re Ferdinando a Consalvo da Cordova, dagli eredi del quale pervenne ai Gesualdo conti di Conza, passando in seguito ai Ludovisio. Ritornata nel 1634 sotto l’amministrazione regia, poi nuovamente infeudata, fu possesso dei Caracciolo del Sole fino all’abolizione della feudalità.
Cospicue le rovine dell’antico centro: la cosiddetta casa d’Orazio (in realtà era un ambiente termale), la tomba detta di M. Claudio Marcello, le cisterne sottostanti il castello e l’area archeologica presso la Trinità, con abitazioni, un edificio termale e l’anfiteatro (metà 1° sec. d.C.). L’abbazia della Trinità, fondata nell’11° sec. e nella quale furono sepolti gli Altavilla di Puglia, è un notevole complesso monumentale.