Comune della Calabria (fino al 1927 Monteleone di Calabria; 46,57 km2 con 31.451 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. La città è situata a 476 m s.l.m., sull’orlo rilevato nord-orientale del Monte Poro. Il nucleo più antico si raggruppa ai piedi del castello; le vie rettilinee, ricavate in seguito agli eventi tellurici dei secoli scorsi fino a quello del 1905, spezzano l’intricato intreccio delle viuzze del borgo medievale, mentre la parte recente si estende nella zona pianeggiante occidentale.
La popolazione comunale, in costante crescita fino all’inizio degli anni 1990 grazie allo sviluppo dell’area industriale, ha subito nei due decenni successivi un leggero decremento. V. è uno dei principali centri industriali della Calabria, con impianti per la produzione di materiale per l’edilizia e ferroviario, industrie chimiche, petrolchimiche, alimentari e tessili. Sviluppata è pure l’attività del porto (peschereccio e commerciale). Grande cementificio nella frazione Portosalvo.
È la greca Ipponio, fondata (fine del 7° sec. a.C.) dai coloni di Locri Epizefiri. Delle vicende più antiche sappiamo pochissimo. Nel 422 a.C. fu in guerra con Locri, poi partecipò alla lega italiota (battaglia dell’Elleporo, 389 a.C.), fu smantellata e il territorio dato ai Locresi. Ricostituita, cadde in mano dei Bruzi (356 ca.). Nel 192 i Romani vi dedussero una colonia di diritto latino, Valentia, cui aggiunsero il nome locale Vibo. Dopo la guerra sociale divenne municipio romano e visse un periodo di grande floridezza. I Bizantini la rifortificarono ma, pressoché distrutta dai Saraceni (850 e 983), la città decadde. Nel 1056 Ruggero d’Altavilla vi elevò un castello e Federico II fece riedificare (1235) col nome di Monteleone di Calabria la città nuova. Infeudata nel 1420 ai Caracciolo, poi ai Brancaccio, nel 17° sec. passò ai Pignatelli. V. ebbe parte notevole nella rivoluzione del 1799.
Capitale Italiana del Libro 2021.
Provincia di V. (1151 km2 con 154.715 ab. nel 2020, ripartiti in 50 Comuni). La provincia, istituita nel 1992 amputando quella di Catanzaro della sua parte sud-occidentale, ha il suo baricentro nella microregione del capoluogo, il Vibonese, grosso modo corrispondente al rilievo del Poro, e comprende anche la valle del fiume Mesima e il versante tirrenico della Serra. Più consistente, rispetto a quello della popolazione del comune, il decremento della popolazione provinciale, legato soprattutto a un consistente movimento emigratorio. L’agricoltura (cereali, agrumi, ortaggi, olivi) riveste, insieme all’allevamento del bestiame e alla pesca, un ruolo importante nell’economia locale. Le industrie (prevalentemente unità di piccole e medie dimensioni) operano nei comparti alimentare, conserviero, chimico e metallurgico. Grande rilievo ha il turismo balneare, per il quale sono particolarmente rinomate le spiagge del capoluogo (V. Marina), di Tropea e di Pizzo.