Situata a Palermo in Viale della Libertà, prende il nome da uno degli ultimi proprietari della dimora, il commerciante di agrumi Francesco Zito Scalici, che acquistò l’edificio nel 1909. La villa ha però un’origine ben più antica: il Villabianca, infatti, riporta che la “casena” fu fondata da Gaspare Scicli intorno alla prima metà del Settecento. Nella seconda metà dello stesso secolo fu acquistata da Antonio La Grua, principe di Carini e in seguito, nel 1787, passò ad Antonio La Grua Talamanca e Branciforte, la cui madre Lucrezia, era figlia di Ercole Maria Branciforte, principe di Butera. La villa era fabbricata su due elevazioni: pianterreno e piano nobile; adiacente al corpo principale e accessibile attraverso apposite aperture era la cappella; quest’ultima era decorata con architetture dipinte realizzate nel 1762. Il distico ancora apposto sul portale d’ingresso che recita: “Hinc lites, strepitus, curae, hinc procul ite cadentes; hic reparent animos otia, rura, quies” (Restino lontane le liti, gli strepiti, gli affanni; qui diano riposo all’animo la pace, le campagne, la quiete) rispecchia il carattere “villereccio” della dimora. I principi di Carini, infatti, la acquistarono sulla scorta di una moda sempre più diffusa tra i nobili del periodo, quella cioè di possedere un rifugio posto al di fuori delle mura cittadine ove soggiornare nei periodi più miti dell’anno. L’aspetto attuale dell’immobile è frutto dell’intervento attuato nel primo quarto del XX secolo dall’architetto Michele La Cavera; questi, infatti, fu incaricato da Francesco Zito di abbellire la propria residenza secondo il nuovo gusto imperante. Il risultato fu una maestosa ed elegante dimora di stile classicista cinquecentesco: il prospetto, rifatto con corsi bugnati, presenta aperture a edicola sottolineate da decorazioni e termina con terrazze laterali. Agli stessi anni risalgono le decorazioni a tempera dei soffitti a volta, sia del piano nobile sia del pianoterreno, alcuni in stile floreale, altri di ispirazione neoclassica, altri ancora caratterizzati da uno spirito eclettico. Al 1926 si data il passaggio della proprietà della villa al Banco di Sicilia; l’istituto di credito, che nel corso degli anni ha utilizzato l'edificio con diverse destinazioni d'uso, nel 1981 si è dedicato a una risistemazione dell’edificio finalizzata a una prestigiosa sede ove rendere fruibili al pubblico le collezioni artistiche. La Fondazione Banco di Sicilia, oggi Fondazione Sicilia, nel dicembre del 2005 ha acquistato la villa, predisponendo successivamente il restauro e la risistemazione dell’edificio a pinacoteca. Gli spazi espositivi, preordinati dal nuovo progetto, sono dedicati alla conservazione e all’esposizione al pubblico delle collezioni pittoriche di arte antica e di pittura dell’Ottocento e del Novecento e di una selezione di opere grafiche di proprietà della Fondazione. Gli ambienti del primo piano sono, inoltre, particolarmente idonei a ospitare mostre temporanee.