BUFFARINI, Vincenzo
Di agiata famiglia, nacque a Marano Cupra-Marittima (Ascoli Piceno) nel 1810. Studiò ad Ancona, vi si laureò in legge, e prese parte attiva alla rivoluzione del 1831. Con la restaurazione del governo papale fu condann all'esillo ma, avvalendosi della "capitolazione" di quella città, lo rifiutò. Non poté però esercitare la professione legale, e fu poi relegato a domicilio coatto, per due anni, a Monte Marciano (Ancona). Amico del duca Massimiliano di Leuchtenberg, figlio di Eugenio di Beauharnais, gli amministrò le sue estesissime proprietà nelle Marche (ben 28708.2.88 ettari per un valore di 2.003.217,87 scudi secondo il catasto gregoriano del 1835, e un importante opificio di seta a Fossombrone), sorvegliando e dirigendo i suoi ventimila coloni circa. Nel 1845 trattava, in nome e per conto del duca, col governo pontificio la vendita dei beni dell'ex appannaggio per una somma complessiva di 3.750.000 scudi romani. Dal novembre del 1848 alla occupazione dei Francesi restò a Roma; ben presto però passò a Parigi, e da quel momento iniziò una intensa e assai redditizia attività finanziaria.
Amico dei fratelli Péreire, di James de Rothschild e dei maggiori banchieri francesi dell'epoca, fu tra i fondatori del Crédit Mobilier, della Banque Impériale (poi Ottomane), della Società delle ferrovie di Prussia, socio di altre banche e imprese di speculazione minori, amministratore di varie industrie soprattutto metallurgiche e tessili, costituite in Germania e in Italia (in particolare nel Lombardo-Veneto), fino al 1860 circa, con capitale prevalentemente francese.
Nel 1852 insieme con il duca di Leuchtenberg e con Benedetto Fould, fratello del ministro delle Finanze di Napoleone III, negoziava con il, governo pontificio quella che sarebbe stata per lui l'operazione finanziaria più redditizia. Propose al ministro dei Lavori Pubblici di Pio IX la costruzione della ferrovia Bologna-Ancona-Roma, fece eseguire a sue spese gli studi necessari, e presentò un progetto di esecuzione dei lavori. Con l'ingegner Francesco Michel, che già aveva avuto gran parte nella direzione della strada ferrata da Parigi a Strasburgo, giunse a Roma nel settembre di quell'anno e, quale rappresentante e mandatario del banchiere Adriano De Lahante di Lione, espose in una particolareggiata relazione scritta l'andamento che la linea, a suo avviso, avrebbe dovuto seguire; offrendosi di costruirla, nel periodo di dieci anni, al prezzo di 148.593.000 franchi, chiedeva al pontefice la garanzia, per cinquant'anni dal momento della attivazione della ferrovia, dell'interesse minimo del 6% annuo sul capitale investito. Tutte le richieste furono accettate e la società da lui diretta iniziò subito i lavori. La costruzione dei profili trasversali, dei raggi delle curve, delle guide, delle traverse e dei recinti, e soprattutto le espropriazioni e le autorizzazioni preventive per le costruzioni si protrassero però con scarsi risultati pratici.
Il B. riuscì comunque a cedere nel 1855, a un prezzo altamente remuneratore, a un'altra compagnia di privati speculatori e finanziari, la Casavaldès, ciò che egli aveva fatto.
Mentre si trovava in Francia i suoi concittadini, a testimonianza della stima nutrita verso di lui, lo nominarono deputato di Senigallia. Entrato alla Camera nell'VIII legislatura, vi restò però solo dal 15 maggio 1864 al 22 ott. 1865 fra le fila dei moderati, disinteressandosi dei lavori parlamentari e non chiedendo mai la parola, neppure durante i dibattiti relativi a questioni economiche. Visse sempre a Parigi, e fino alla morte continuò a stipulare nella capitale francese, per conto proprio e come rappresentante dell'alta finanza francese, notevoli e assai proficui affari, finanziari e industriali.
Non si conoscono il luogo e la data della sua morte.
Fonti e Bibl.:Arch. di Stato di Roma, Ministero delle Finanze, buste 282, 577, 605 e 607; Ibid., Camerale II, busta 2; Ibid., Arch. Antonelli, busta 282; P. D. Armandi, Ma part auxévén. de l'Italie centrale en 1831, Paris 1831, p. 35 ss.; Versi per le nozze imperiali (Massimiliano duca di Leuchtenberg colla Gran duchessa Maria diRussia), Pesaro 1839, pp. 39, 42 ss., 60 ss.; Il Piceno (Ancona), 17 luglio 1847; Cronaca italiana dal 1814 al 1850 compilata da una società di scrittori, Firenze 1852-1853, I, libro XII, pp. 1070 ss.; II, libro XVI, pp. 279 ss.; C. Arrighi, I 450deputati del presente e i deputatidell'avvenire per una società di egregi uomini politici,letterati e giornalisti, IV, Milano 1865, pp. 278 s.; T. Sarti, I rappresentanti del Piemontee d'Italia nelle 13 legislature del Regno, Roma 1880, pp. 201-202; F. Ercole, Gli uomini politici, I, Roma 1941, p. 238; M. Natalucci, Anconaattraverso i secoli, III, Città di Castello 1960, pp. 87 ss.; Diz. del Risorgimento naz., II, advocem.