Archeologo (Cannes 1880 - Ginevra 1959), direttore dal 1922 del Museo d'arte e di storia di Ginevra, e prof. di archeologia in quella univ. (dal 1925). Diresse (dal 1923) la rivista Genava e fondò la rivista Latomus. Ha rinnovato gli studi di archeologia greca con L'Archéologie, sa valeur, ses méthodes, 1912 (3 tomi) e poi con L'Archéologie, son domaine, son but, 1922. Storico delle credenze classiche e delle loro rappresentazioni figurali, ha consacrato numerosi libri a culti e superstizioni della vita quotidiana, dalla Vie privée des Déliens, 1948 a Croyances et superstitions de table dans la Rome antique, 1961; tesi ricapitolate nei tre volumi Du miracle grec au miracle chrétien (3 voll., 1945-48). Ha indagato forme e tradizioni intorno agli dei minori: De Télésphore au 'moine bourru'. Dieux, génies et démons encapuchonnés, 1955, e la simbolica dei riti umani: Le Symbolisme de l'acrobatie antique, 1953. Attento lettore delle "persistenze" dell'antico nel presente, ha studiato in profondità le radici formali e implicite del surrealismo: De la planète Mars en Terre Sainte. Art et subconscient. Un medium peintre, Hélène Smith, 1932, sino al suo capolavoro (edito postumo): Le Symbolisme de l'oeil, 1965. Quello sguardo acuto e attento egli ha posato, come fotografo e come etnologo, anche sulle forme dell'arte e della vita della Grecia del primo Novecento: si veda l'ammirevole catalogo: Waldemar Deonna. Un archéologue derrière l'objectif de 1903 à 1939, Ginevra 2000.