Fisico tedesco (Karlsruhe 1904 - Zollikon, Zurigo, 1981). Discepolo di A. Sommerfeld, ha elaborato la teoria quantistica del legame omopolare della molecola di idrogeno (teoria di H.-London) e la teoria della perdita d'energia di particelle cariche per collisione radiativa (teoria di H.-Bethe).
Docente nell'univ. di Gottinga (1929), poi in quelle di Bristol, di Dublino e (dal 1949) di Zurigo. Ha compiuto notevoli ricerche di fisica teorica; in particolare ha dato la teoria quantistica del legame chimico omopolare e della valenza (teoria di H.-London) e la teoria della perdita d'energia di particelle cariche per collisione radiativa (teoria di H.-Bethe). Ha proposto una concezione epistemologica tendente a sostituire, o quanto meno a integrare, il determinismo causale con il teleologismo. La scienza moderna, da Galileo e Newton in poi, si sarebbe progressivamente allontanata dall'uomo e, attenta solo all'aspetto quantitativo dei fenomeni, ne avrebbe obliterato quello qualitativo e individuale. Le moderne teorie quantistiche segnerebbero la fine di questa tendenza, dal momento che la scienza fisica è ormai impossibilitata a trattare esaustivamente tutti i fenomeni con gli strumenti del continuo matematico. In particolare, dal principio d'indeterminazione H. trae la conseguenza che non è possibile separare oggetto e soggetto, seguendo in questo N. Bohr e la sua scuola. L'impossibilità di una descrizione completa dei fenomeni con i metodi deterministico-causali della fisica classica dovrebbe, secondo H., consigliare la reintroduzione nella scienza di concetti quali "finalità" e "qualità"; il principio d'indeterminazione dovrebbe mettere in crisi la riduzione dello psichico al biologico e di questo al chimico-fisico. Tra gli ultimi scritti: Naturphilosophische Streifzüge (1970), Naturwissenschaft ist Geisteswissenschaft (1972), Die Natur und das Göttliche (1974).