Famiglia principesca tedesca, che si ritiene abbia avuto per capostipite Luitpoldo, cugino dell'imperatore Arnolfo, margravio della Marca orientale, caduto nel 907 combattendo contro gli Ungari. Della famiglia ducale bavarese dei Luitpoldingi una linea collaterale fu quella dei conti di Scheyern che nel 1115 assunsero il nome del castello di Wittelsbach (presso Aichach, 20 km a NE di Augusta). Conferita intorno al 1120 dall'imperatore Enrico V la contea del Palatinato bavarese a Ottone V, il successore di costui Ottone VI (I come duca), fedele seguace di Federico Barbarossa, ottenne l'investitura del ducato in Baviera nel 1180, dopo la ribellione di Enrico il Leone. Nel cinquantennio successivo i W. accrebbero notevolmente i loro dominî in Baviera e Ottone II (1231-53) mediante il suo matrimonio con Agnese di Brunswick acquistò anche la contea del Palatinato renano. Inoltre fin dalla metà del sec. 13º essi, nella loro qualità di conti palatini del Reno, ebbero diritto di voto nel collegio dei principi elettori e parteciparono attivamente alle elezioni dei re di Germania, diritto che fu loro riconosciuto formalmente con la Bolla d'oro del 1356. Il patrimonio territoriale dei W. non rimase tuttavia a lungo indiviso. Fin dal 1255 i figli di Ottone II, Ludovico II ed Enrico I, si spartirono l'eredità paterna; al primo toccò il Palatinato e la Baviera superiore, al secondo la Baviera inferiore. A loro volta Rodolfo I e Ludovico IV, poi re dei Romani e imperatore, figli di Ludovico II, nel 1294 concordarono fra loro di riservarsi rispettivamente il Palatinato e la Baviera superiore. Estintasi infine nel 1340 la discendenza di Enrico I, Ludovico il Bavaro estese la propria sovranità anche sulla Baviera inferiore. Nel frattempo il patto di famiglia concluso a Pavia nel 1329 dal medesimo Ludovico il Bavaro con Rodolfo II e Ruperto I, figli di suo fratello Rodolfo I, smembrò in via definitiva i possedimenti della casata: Ludovico divenne il capostipite della linea bavarese, e gli altri due contraenti della linea palatina.
Linea bavarese. - La dignità imperiale offrì a Ludovico il Bavaro la possibilità di svolgere una proficua politica familiare con l’insediamento dei suoi figli nel Brandeburgo, nel Tirolo e nelle contee di Olanda, Zelanda e Frisia. Non si trattava tuttavia di acquisti duraturi, e di lì a qualche decennio, dopo la morte del figlio Stefano II (1375) al quale erano rimaste la Baviera inferiore e superiore, si aggiunse una ulteriore ripartizione fra i suoi tre figli Stefano III, Federico e Giovanni II nel 1393. Le lotte tra i discendenti di questi ultimi durante il sec. 15º cessarono solo con l’estinzione delle due linee di Ingolstadt e di Landshut e con l’annessione dei loro territorî a quella superstite di Monaco nel 1505 da parte del duca Alberto IV dopo la cosiddetta guerra di successione di Landshut. Alberto IV, memore degli effetti deleterî delle passate spartizioni, si affrettò a emanare nel 1506 un editto per assicurare nei suoi dominî la successione ai primogeniti, che da allora poterono senza difficoltà alcuna esercitare la loro piena sovranità. Nell’età della Riforma e della Controriforma i W. furono alleati degli Asburgo e fautori della Chiesa cattolica, soprattutto sotto la signoria dei duchi Alberto V (1550-79) e Guglielmo V (1579-97). Quest’ultimo si adoperò in modo particolare per il rafforzamento della fede cattolica non solo nell’ambito del proprio ducato, ma anche al di là dei confini di esso. Approfittando anzi della precaria situazione dell’elettorato di Colonia, dove i protestanti dispiegavano una particolare attività e dove l’arcivescovo Gebhard Truchsess von Waldburg non celava il suo intendimento di secolarizzare l’elettorato, Guglielmo V, nella sua qualità di paladino della Controriforma, promosse l’elezione nel 1583 ad arcivescovo del proprio fratello Ernesto, che divenne il primo di una lunga serie di principi elettori della casata sì da ridurre, per quasi due secoli, fino al 1761, quell’arcivescovato a una secondogenitura dei W. Il successore di Guglielmo, Massimiliano I (1597-1651), seguì le orme del padre, fu l’intransigente capo della Lega cattolica durante la guerra dei Trent’anni e ottenne dall’imperatore, nel 1623, dopo la disfatta di Federico V del Palatinato, la dignità elettorale. Il prestigio politico acquistato dai W. contribuì ad alimentare un larvato antagonismo con gli Asburgo, che si manifestò palesemente una prima volta durante la guerra di successione spagnola con l’alleanza contratta dall’elettore Massimiliano II Emanuele (1679-1726) con Luigi XIV, e per la seconda volta, in modo assai più strepitoso, durante la guerra di successione austriaca con l’elezione a imperatore dell’elettore Carlo Alberto (1742). Costui fu il penultimo sovrano della linea bavarese dei W., perché il figlio Massimiliano III Giuseppe, che ne fu il successore fino al 1777, non lasciò eredi maschi. Pertanto alla sua morte l’elettorato di Baviera passò alla linea palatina.
Linea palatina. - Il patto di famiglia di Pavia (1329) conteneva, tra l'altro, una clausola che fissava l'alternanza della dignità elettorale tra le due linee. Ruperto I (m. 1390) ripudiò tuttavia ben presto tale impegno ed ebbe riconosciuta da Carlo IV, con la Bolla d'oro, l'ereditarietà della dignità elettorale alla propria linea. Alla decadenza della linea bavarese dopo la morte di Ludovico il Bavaro, corrispose pertanto la fioritura della linea palatina, che con Ruperto III ottenne la corona di re di Germania (1400-10). Anche alla linea palatina non tardarono tuttavia a presentarsi i pericoli costituiti dalle lotte familiari e dagli smembramenti territoriali, e alla morte di Ruperto i dominî della famiglia furono ripartiti tra i quattro figli superstiti. Ludovico III (m. 1436), il maggiore dei quattro, ereditò la dignità elettorale (residenza Heidelberg), che alla morte del suo ultimo discendente, nel 1559, passò al ramo di Simmern e successivamente a quello di Neuburg (1685) e di Sulzbach (1742), questi ultimi aventi a capostipite insieme a molti altri uno dei fratelli minori di Ludovico III, Stefano. Se la linea bavarese fu accesamente cattolica, quella palatina accordò ogni suo appoggio ai protestanti e si pose a capo dei calvinisti tedeschi con Federico III (m. 1576). Anche se ciò costò a Federico V la dignità elettorale, ne trasse tuttavia vantaggio la fama della casata nella politica europea, e soprattutto a essa - e anche per i legami familiari stretti con la corona svedese (Caterina, sorella di Gustavo Adolfo, aveva sposato Giovanni Casimiro del Palatinato, e il figlio nato da questa unione regnò in Svezia come Carlo X Gustavo, seguito da Carlo XI e da Carlo XII, con il quale si estinse il ramo reale palatino svedese) - è dovuta la restituzione della dignità elettorale al figlio Carlo Ludovico nella pace di Vestfalia. L'estinzione di varî rami favorì in seguito l'accumulazione dei dominî da parte di Carlo Teodoro di Sulzbach che, dopo essere diventato elettore palatino nel 1742, lo fu anche in Baviera nel 1777. Anche Carlo Teodoro però non ebbe figli, e pertanto nel 1799 Massimiliano IV Giuseppe, del ramo di Zweibrücken, ricostituì unitariamente tutto il territorio dei W., e durante l'era napoleonica, soppressa la dignità elettorale alla fine del Sacro Romano Impero, assunse (1806) il titolo di re di Baviera, che, con un'abile politica, seppe conservare anche dopo il Congresso di Vienna. Gli succedettero Luigi I (1825-48), Massimiliano II (1848-64), Luigi II (1864-86). Dopo la morte di questo, in nome di Ottone, fratello di Luigi II, malato di mente, assunse la reggenza il principe Luitpoldo (m. 1912). Gli successe il figlio Luigi, salito al trono nel 1913 con il nome di Luigi III, il quale perdette il trono in seguito alla rivoluzione del nov. 1918.