WORMS
(lat. Borbetomagus, Civitas Vangionum; Wormatia nei docc. medievali)
Città della Germania (Rheinland-Pfalz), situata sulla sponda sinistra del Reno tra Magonza a N e Spira a S.Attestato fin dal Neolitico, l'importante centro celtico vide tramandato - in forma mutata - il proprio nome latinizzato come Borbetomagus nel medio-alto ted. Worms, nonostante la città fin dal sec. 1° a.C. fosse denominata dai Romani Civitas Vangionum in virtù di una popolazione celtico-germanica ivi trasferitasi; essa fu sede di una guarnigione romana associata a un importante insediamento civile (municipium). A scopo di difesa contro gli Alamanni che occupavano la sponda destra del Reno, sotto l'imperatore Flavio Onorio (395-423) nella città vennero insediati i Burgundi, i quali, con il re Gunther (413-436), costituirono un regno autonomo, finché la sua distruzione a opera degli Unni sotto Attila (434-453) non determinò il trasferimento dei Burgundi superstiti verso la Savoia; questi avvenimenti costituiscono il nucleo del Nibelungenlied, che è giunto in una redazione scritta in medio-alto ted. del 1200 circa.Dopo gli Alamanni, intorno al 500, W. venne compresa nel regno dei Franchi e a W.-Neuhausen fu edificato un palatium reale merovingio, in seguito trasferito in città, verosimilmente sotto la regina Brunilde (m. nel 613 ca.); prima della costruzione del palatium di Aquisgrana, esso costituì la sede preferita da Carlo Magno come residenza orientale fino al 790. Al dominio sulla città da parte dei Salii, che si erano insediati come conti nella regione di W. e di Spira e che avevano consolidato il proprio potere tra il sec. 9° e il 10°, pose fine nel 1002 il vescovo Burcardo (1000-1025). Nel 1074 W. ebbe, per la prima volta, un governo comunale e nel 1184 le venne concesso un ulteriore privilegio di libertà comunale dall'imperatore Federico I Barbarossa (1152-1190). Sede di numerose diete dell'impero e della corte - tra cui il concordato di W. (1122), con il quale si pose fine alla lotta per le investiture tra l'imperatore Enrico V (1111-1125) e il papa Callisto II-, nel 1254 la città acquistò un ruolo guida all'interno della lega delle città renane; in seguito e fino al 1797 essa fu direttamente soggetta all'impero, tra il 1797 e il 1814 costituì un dipartimento della Francia e dal 1715 al 1945 fece parte del libero stato di Assia-Darmstadt.La presenza di un vescovo a W. è documentata nel sinodo di Colonia del 346 e di nuovo in quello di Parigi del 614 e da queste attestazioni è possibile dedurre una continuità di vita della sede vescovile (che durò fino al 1797): nei secc. 7° e 8° si definirono i confini della piccola diocesi, compresa tra Magonza e Spira, che toccava anche la sponda destra del Reno con la residenza vescovile di Ladenburg (Lobodunom). Grazie alla presenza del sovrano e ai legami con la corte ottoniana si ebbe un rafforzamento del potere episcopale, senza tuttavia determinare la fondazione di un corrispondente stato territoriale; il vescovo più importante fu Burcardo, che si distinse anche per la redazione di ragguardevoli opere di diritto canonico.La città romana aveva un impianto ovoidale disposto obliquamente rispetto al corso del Reno; della rete stradale si conserva soltanto l'asse longitudinale e, nel punto in cui oggi insiste il duomo, si ipotizza l'ubicazione del foro. La prima cinta muraria medievale del sec. 10° seguiva il tracciato di quella romana, ma con una riduzione di un terzo dell'area a S; un'altra cinta urbica del sec. 13° ampliò la superficie cittadina di quattro volte ca., soprattutto a N e a S; parti di entrambe si conservano a E, a S e a N e comprendono alcune torri.Il duomo di St. Peter (od. parrocchiale cattolica), ricostruito nel corso del sec. 12° su fondazioni della prima età romanica, è la più piccola e la più tarda tra le cattedrali edificate all'epoca nei pressi del Reno, ma è anche, per la forza e la pienezza delle forme e per il carattere unitario dell'aspetto d'insieme, un capolavoro del Romanico maturo (Dehio, 1984).Il pavimento e i resti murari (m 1,50 ca. sotto l'od. pavimentazione) permettono di identificare una struttura romana, forse una basilica, che va certamente considerata la prima chiesa vescovile. La presenza nelle navate laterali di un vasto impianto pavimentale altomedievale, al di sopra dei muri romani e di quelli longitudinali, indica una ricostruzione, da assegnarsi probabilmente al 612, all'epoca della regina Brunilde; a E inoltre è stato individuato un ampliamento di epoca carolingia, databile tra l'852 e l'872.La ricostruzione ottoniana sotto il vescovo Burcardo (consacrazione nel 1018; crollo del corpo occidentale nel 1020; immediata riedificazione) risultò determinante in rapporto alle dimensioni dell'edificio romanico, che, nel corpo longitudinale e in quello occidentale, insiste sulle stesse fondazioni; si ritiene che la sezione orientale dell'edificio coincida anch'essa con le strutture precedenti, ma l'ipotesi non è confermata. Si conservano i piani inferiori di entrambe le torri occidentali, poste a fianco dell'abside; il luogo di sepoltura dei primi Salii, ubicato davanti all'incrocio, venne inglobato in questo edificio, che costituisce uno dei grandi impianti a doppio coro di epoca ottoniana.La consacrazione del 1110 non può essere posta in relazione con alcun intervento edilizio. La ricostruzione romanica prese avvio al più tardi nel 1125, poiché nel 1132-1137 essa aveva raggiunto l'altezza delle volte nella parte orientale; nel 1160-1162 (dendrocronologia) erano erette le pareti delle navate laterali e le arcate su pilastri e nel 1181 seguì la consacrazione, in occasione della quale la parte occidentale dell'edificio risultava già utilizzabile; mancavano però ancora i piani superiori delle torri occidentali.Nel 1290-1320 vennero aggiunte alla struttura le cappelle sul lato meridionale, con un portale figurato gotico. Dopo il crollo della torre scalare nordoccidentale nel 1429, essa venne eretta nuovamente nel 1480 sulla falsariga di quella meridionale, subendo però l'inserimento di elementi lessicali gotici: nel 1484, all'angolo nordoccidentale della chiesa, fu costruito il nuovo chiostro in sostituzione di quello romanico. In seguito a gravi danni subìti dall'edificio nel 1689 andarono perdute tre delle volte della navata centrale, poi sostituite nel sec. 18°; nel 1803 la chiesa venne secolarizzata e, a distanza di un secolo, tra il 1902 e il 1906, l'intero corpo occidentale fu demolito e riedificato, in parte reimpiegando materiale antico, analogamente a quanto avvenne nella Nikolauskapelle, sul lato sud, tra il 1920 e il 1930; nel 1945 tutte le coperture andarono distrutte e sono state poi riedificate.L'edificio cruciforme, con impianto a doppio coro, è una basilica voltata su pilastri a sistema alternato di cinque campate doppie e transetto orientale con brevi bracci; il coro orientale è costituito da un presbiterio quadrato e da un'abside che all'esterno presenta una terminazione rettilinea; l'abside del coro occidentale è invece poligonale a 5/10. La costruzione è dotata di sei torri: due mediane centrali, di forma ottagonale - finestrate, emergenti al di sopra della campata d'incrocio e al di sopra della campata di coro quadrata occidentale - e quattro torri scalari cilindriche, due delle quali ai lati dell'abside orientale e due a fiancheggiare la campata di coro occidentale.All'angolo nordorientale è collocata la Silberkammer, risalente al sec. 11°, con volta gotica a triangolo su sostegno centrale, aggiunta in seguito. All'angolo sudorientale sono situati la sagrestia, sui lati nord e sud, alcune cappelle annesse, un portale meridionale figurato gotico, del 1300 ca., e il chiostro, che un tempo si trovava invece a S-O. St. Peter, che ricorda nella forma complessiva il duomo di St. Maria und St. Stephan a Spira, è articolato all'esterno da lesene profilate e da una cornice ad archetti a pieno centro, così come da finestre dagli sguanci riccamente articolati. Per molti aspetti l'edificio costituisce una semplificazione rispetto a quello di Spira, mentre particolarmente ricca risulta la fronte orientale con la galleria ad arcatura, che venne strutturata come facciata rivolta verso la città. Costituisce un unicum il coro occidentale, decorato da rosoni e da una galleria con cuspide di pietra autonoma che ripete la stessa forma della torre del coro occidentale, la cui galleria ad arcatelle si sviluppa anche intorno alle torri: si tratta della più originale soluzione di un impianto di coro occidentale tardoromanico.L'interno è coperto da una pesante volta con costoloni a sezione rettangolare a E e presenta una torre di incrocio che è copia di quella di Spira; la navata mediana è caratterizzata dalla robusta articolazione della parete. Sul lato nord si ripete, in forma semplificata, l'ordine colossale di Spira, che sul lato sud appare più piatto e con più chiare articolazioni orizzontali, ovvero nelle forme del progetto mai realizzato di Spira II. Degna di nota è la parziale introduzione di un terzo piano tramite articolazioni cieche che variano di campata in campata, e singolari sono il coro poligonale occidentale, nel quale spiccano le arcate cieche e il motivo a zig-zag, così come le finestre circolari distribuite sui lati del poligono intorno a un rosone centrale.Le linee d'imposta sono riccamente profilate, mentre i capitelli, a cuscino, non presentano decorazione e soltanto in corrispondenza del portale nord si trovano foglie di acanto con teste-foglia. Numerosi sono gli inserti di scultura figurata, come il rilievo di Giuliana nel coro orientale, la colonna c.d. dell'architetto nella galleria del coro orientale, il timpano interno del portale sud e le storie di Daniele e di Abacuc nella cappella di S. Anna, che costituiscono esempi significativi di scultura romanica.St. Andreas, od. sede del Mus. der Stadt, fu fondato prima del 1000 come chiesa monastica, ma nel 1020, sotto il vescovo Burcardo, venne trasferito nella posizione attuale; esso conserva parti risalenti a quell'epoca, anche se dal 1180 venne rinnovato radicalmente secondo le forme del duomo, vale a dire come basilica voltata a tre navate con successione di campate uniformi e sistema alternato soltanto nelle campate orientali. A O il coro presenta una nicchia absidale racchiusa all'esterno da un muro rettilineo e fiancheggiata da due grandi torri quadrate, mentre nelle campate occidentali si osserva il passaggio a forme architettoniche gotiche; notevole è il portale settentrionale. Del chiostro si sono conservate due ali, una delle quali tardoromanica.La chiesa di St. Magnus (od. parrocchiale evangelica), documentata nel 1141, è una basilica a pianta irregolare, a tre navate con impianto di coro tripartito, ed è nel suo insieme il risultato di una complessa storia architettonica che va dall'8° al 13° secolo.Il primo impianto della collegiata di St. Martin (od. parrocchiale cattolica), fondata sotto l'imperatore Ottone III (996-1002), venne iniziato ancora all'epoca del vescovo Burcardo, ma alla fine del sec. 12° fu trasformato in una basilica tardoromanica, a tre navate con volte e pilastri in sistema alternato, costituita da quattro doppie campate più una mezza campata; essa è priva di transetto e presenta un coro orientale rettilineo a due campate e torri a base rettangolare, che si innalzano al di sopra delle campate occidentali delle navate laterali. La costruzione del sec. 11° è sostanzialmente conservata, ma fu voltata in corrispondenza della navata mediana, secondo le forme del duomo, con volte a crociera costolonate e, all'esterno, con simili lesene e cornici con archetti a pieno centro. Il grande portale occidentale strombato con colonnine, realizzato in uno stile di transizione tra Romanico e Gotico, risale al 1240 ca. e rappresenta un esempio significativo della c.d. scuola architettonica di Worms.La fondazione della collegiata di St. Paul (od. monastero e parrocchiale cattolica) avvenne nel 1002 a opera del vescovo Burcardo sul luogo di un antico castello salico. Essa fu in ampia misura ricostruita tra la fine del sec. 12° e gli inizi del 13° e il corpo longitudinale è stato ripristinato come semplice chiesa 'a sala' dopo l'incendio del 1689. Dell'edificio originario si sono conservate soltanto le due torri scalari occidentali (analoghe a quelle del duomo), le cui cuspidi in pietra, in forma di piccoli edifici a pianta centrale di tipo orientale, risalgono però soltanto alla fine del sec. 12°, epoca alla quale va assegnato anche il coro a due campate con volta a crociera costolonata e abside semicircolare all'interno e poligonale all'esterno con galleria ad arcatelle, il cui canone formale deriva non dal coro orientale, ma da quello occidentale del duomo (modello per la collegiata di St. Peter a Fritzlar). Il corpo occidentale di St. Paul, posto trasversalmente rispetto a quello longitudinale con una torre ottagonale mediana, riprende nella posizione della torre il corpo occidentale di Spira: all'esterno la struttura, nonostante il fregio ad archetti ciechi, presenta contrafforti, oltre a un ricco portale strombato a colonnine nello stile di transizione della metà del sec. 13°; all'interno l'alto spazio centrale con tribune laterali a due campate evidenzia singole forme protogotiche. L'abside e il corpo occidentale costituiscono importanti esempi della scuola architettonica di Worms.St. Johannes, già parrocchiale a S del duomo, venne demolito nel 1806; eretto dopo il 1200, era un edificio a pianta centrale decagonale, con un nucleo interno che presentava un alzato a due piani, cui si aggiungevano un coro e una torre. L'articolazione esterna corrispondeva a quella del duomo, con la cui torre del coro occidentale l'interno presentava analogie.La Liebfrauenkirche (od. parrocchiale cattolica) è documentata nel 1276, anche se era stata presumibilmente fondata in precedenza; collegiata nel 1298, nel sec. 14° era meta di pellegrinaggi; la costruzione, iniziata nel 1381, fu completata nel 1468 e, dopo la distruzione delle volte nel 1689, venne restaurata nel 1861-1868. Si tratta di una basilica cruciforme gotica, voltata su cinque campate, con transetto e un coro a due campate con terminazione poligonale a 5/8 e ambulacro senza cappelle, coperto da volte a triangolo; a O l'edificio è concluso da una facciata a doppia torre con atrio e torri ottagonali senza contrafforti. Nonostante l'origine tarda, le volte costolonate sono molto semplici, più complesse soltanto nell'ambulacro; un basso cleristorio è corredato di piccole finestre; le volte nuove si impostano sostanzialmente più in basso di quelle originarie.La sinagoga di W., la più antica della Germania, sostituì nel 1174-1175 (capitelli datati) un più antico impianto risalente al 1034; distrutta nel 1938, essa è stata completamente ricostruita nel 1949. L'edificio destinato agli uomini era costituito da una sala a due navate con due colonne e volte a crociera senza costoloni, prive degli archi di separazione tra le campate; i capitelli presentavano le stesse forme di quelli del corpo occidentale del duomo. L'ambiente destinato alle donne vi fu aggiunto perpendicolarmente nel 1212-1213; al di sopra di un sostegno mediano si appoggiano quattro volte a crociera non costolonata su archi a sezione acuta. Si è conservato intatto l'impianto dei bagni, risalente al 1185-1186 (il bagno rituale femminile, Mikwe), realizzato secondo il modello del precedente, e più vasto, impianto di Spira: un atrio sotterraneo con volta a botte, dal quale una scala a semicerchio conduce nell'ambiente voltato riservato ai bagni, che viene rifornito da acque sotterranee.Per quanto riguarda l'edilizia civile, si è conservata una parete con terminazione a timpano e bifora di un edificio abitativo di epoca romanica.Le sculture del duomo nel coro orientale, risalenti al 1125, quelle nella lunetta del portale meridionale, anteriori al 1160, e gli esseri favolosi del corpo occidentale, anteriori al 1181, costituiscono testimonianze importanti della scultura romanica in Germania; le figure del portale meridionale, risalenti agli anni compresi fra il 1290 e il 1300, sono invece strettamente collegate al duomo di Strasburgo e alcune sono di notevole qualità. Nel transetto settentrionale del duomo è dipinta una raffigurazione di S. Cristoforo, risalente al sec. 12°, così come frammenti di pittura si trovano sui pilastri; delle figure dipinte del portale settentrionale si sono conservati soltanto i nimbi e le bordure. Le note tavole lignee dipinte su due lati, provenienti dal duomo, sono eseguite nel c.d. Zackenstil e si datano alla metà del sec. 13° (Darmstadt, Hessisches Landesmus.).Il Mus. der Stadt dal 1880 è ospitato nella collegiata di St. Andreas e custodisce testimonianze di epoca preistorica, celtica e romana, medievale e barocca, oltre che opere ebraiche; nell'antico cimitero ebraico sull'Andreasring rimangono pietre tombali dei secc. 11° e 12°, la più antica delle quali risale al 1077.
Bibl.: Kunstdenkmäler in GrossHerzogthum Hessen, Kreis Worms, a cura di E. Wörmer, Darmstadt 1887; H. Boos, Geschichte der rheinischen Städtekultur von ihren Anfängen bis zur Gegenwart mit besonderer Berücksichtigung des Stadt Worms, I, Berlin 1897; R. Kautzsch, Der Dom zu Worms, 3 voll., Berlin 1938; H. Gensicke, Beiträge zur Wormser Stadtbeschreibung des Hochmittelalters, Der Wormsgau 3-2, 1952, pp. 49-63; H. Büttner, Zur Stadtentwicklung von Worms im Früh- und Hochmittelalter, in Aus Geschichte und Landeskunde, Festschrift für Franz Steinbach, Bonn 1960; G. Dehio, Handbuch der deutschen Kunstdenkmäler, I, 2, Rheinland-Pfalz/Saarland, a cura di H. Caspary, München-Berlin 1984, pp. 1155-1185; D. von Winterfeld, Der Dom zu Worms, Königstein i. T. 1984; W. Hotz, Die Wormser Bauschule 1000-1250, Darmstadt 1985; M. Grünewald, Die Römer in Worms, Stuttgart 1986; R. Fuchs, Die Inschriften der Stadt Worms (Die deutschen Inschriften, 29), Wiesbaden 1991; Kulturdenkmäler in Rheinland-Pfalz, Stadt Worms, a cura di I. Spille, Worms 1992; D. von Winterfeld, Die Kaiserdome Speyer, Mainz, Worms und ihr romanisches Umland, Würzburg 1993, pp. 165-208, 282-299; s.v. Worms, in Lex. Mittelalt., IX, 1998, coll. 330-337.D. von Winterfeld