WTO
Regolare gli scambi tra paesi
Il WTO è un organismo internazionale, istituito nel 1995, che opera per favorire il libero scambio di beni e servizi fra paesi. Ha sede a Ginevra e nel 2005 contava 149 paesi membri. Gli indirizzi di politica commerciale seguiti dal wto sono stabiliti da una Conferenza ministeriale che riunisce i rappresentanti di tutti i paesi
Nel 1948 si riunirono all’Avana i rappresentanti di oltre 50 paesi con l’intento di dare vita a un organismo mondiale per il commercio che promuovesse gli scambi internazionali. Era da poco finita la Seconda guerra mondiale, con il suo terribile carico di città distrutte e milioni di morti. La produzione agricola e industriale doveva riprendere forza e le merci tornare a circolare liberamente, dopo i lunghi anni in cui le risorse produttive dei paesi coinvolti erano state divorate dalla guerra e dopo che il protezionismo aveva segnato gli anni dell’anteguerra.
I tempi per una riforma del commercio internazionale non erano però ancora maturi, ma qualcosa si ottenne: venne istituito il GATT (General agreement on tariffs and trade «Accordo generale sulle tariffe e il commercio»). Gli obiettivi principali erano la riduzione delle tariffe doganali, che ostacolavano gli scambi, e la risoluzione dei contrasti che potevano sorgere tra i paesi membri in materia di commercio.
Il GATT lavorò bene per oltre 50 anni e ottenne l’importante risultato di facilitare gli scambi, ridurre i dazi e favorire la ripresa delle economie. Ma verso la fine degli anni Ottanta divenne manifesto che gli accordi stipulati nell’immediato dopoguerra non erano più in grado di rispondere alle esigenze di un mondo trasformato dalla globalizzazione. Nell’ultimo ciclo di negoziazioni tra paesi membri, tenutosi in Uruguay, si decise di riprendere il progetto fallito all’Avana. Il primo gennaio del 1995 fu approvata l’istituzione di un organismo internazionale per la regolazione degli scambi di beni e servizi tra i paesi. Era nato il WTO.
Il WTO (World trade organization «Organizzazione mondiale del commercio», in Italia conosciuto anche con la sigla OMC) ha a che fare con qualsiasi prodotto, dai pomodori agli spazzolini da denti, dagli yacht alle diverse qualità di riso.
Dal gennaio 2000 sono entrati a far parte della sfera di competenza del WTO anche i servizi (attività bancarie, assicurative, trasporti, comunicazioni e così via). I rappresentanti dei paesi membri si riuniscono ogni due anni a Ginevra – dove è la sede del WTO – per accordarsi su come promuovere il commercio internazionale.
Negli anni del GATT, per facilitare gli scambi commerciali, si è puntato soprattutto a ridurre le tariffe sui prodotti importati; oggi il raggio d’azione si è ampliato e si cerca di intervenire anche sugli ostacoli non tariffari – sistemi fiscali interni, regolamenti su beni e servizi, politiche d’investimento – che possono influenzare direttamente o indirettamente il commercio.
Il WTO funge anche da tribunale dove si discutono le violazioni alle regole del commercio internazionale: un paese può citarne in giudizio un altro di fronte a una commissione composta da due funzionari dell’organizzazione, ma il verdetto definitivo spetta a un comitato composto da tutti i membri.
Il WTO è gestito direttamente dai paesi membri. Le decisioni vengono generalmente prese col consenso di tutti i membri, riuniti nella Conferenza ministeriale. Il voto a maggioranza è teoricamente possibile, ma da quando è nato il WTO non è mai stato usato. Tra una seduta e l’altra della Conferenza, il WTO è gestito dal Consiglio generale, formato dagli ambasciatori dei vari paesi. La struttura prevede inoltre un gran numero di commissioni e gruppi di studio che si occupano di settori specifici del commercio. Particolare importanza ha la Commissione commercio e sviluppo, che prende periodicamente in esame le disposizioni degli accordi commerciali a favore dei paesi membri meno sviluppati e riferisce al Consiglio generale perché siano prese le opportune iniziative. La Conferenza ministeriale elegge ogni tre anni un direttore generale che ha il compito di supervisionare il corretto funzionamento dei vari organi del WTO.