YEMEN (XXXV, p. 834; App. II, ii, p. 1135)
Secondo calcoli recenti la superficie del regno yemenita si aggira sui 195.000 km2, cifra suscettibile di qualche variazione in quanto i confini con Aden e il Protettorato di Aden non sono definitivi; gli abitanti, secondo la stima ufficiale del 1953, erano 4-5 milioni, tutti musulmani di rito zaidita e sunnita (45%). La capitale, Ṣan‛ā', contava 50.000 ab. e Ta‛izz (residenza abituale dell'imām) 15.000 ab.; gli altri principali centri sono Hodeida, attivo porto sul Mar Rosso, con 30.000 ab. Ibb, Yerim, Loheya e Mokhā con oltre 10.000. La comunità ebraica yemenita, che nel 1950 si calcolava in circa 40.000 persone, è emigrata per intero nel nuovo stato d'Israele.
Le risorse economiche, basate fino a qualche anno fa soltanto sulla tradizionale agricoltura (57.000 q di caffè nel 1960), si accresceranno notevolmente con lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi recentemente scoperti lungo la costa e nelle parti merid. del paese. Nel 1953 e nel 1955 l'imām ha dato in concessione due vaste aree, rispettivamente per 25 e per 30 anni, a società petrolifere americane, riserbando per lo stato rispettivamente il 75% e il 50% dei profitti. Inoltre nel giugno del 1957 sono stati bilateralmente discussi a Washington programmi di aiuti concreti per lo sviluppo dello Y. e recentemente l'imām ha stanziato forti somme per finanziare un programma di miglioramento economico dell'intero Paese. In tale programma rientra la costruzione di nuove installazioni portuali poco a N dell'attuale porto di Hodeida: esse potranno accogliere navi con stazza fino a 10.000 tonnellate.
Storia. - Dopo quarant'anni di patriarcale regno, l'imām Yaḥyā cadde nel febbraio 1948 vittima di un attentato, ordito dal genero ‛Abdallāh ibn Wazīr, governatore di Dhamār. Questi riuscì in un primo tempo a farsi riconoscere come successore, ma appena due mesi dopo il primogenito del defunto Yaḥyā, Saif al-Islām Aḥmad, sconfiggeva, catturava e metteva a morte l'usurpatore, salendo a sua volta sul trono paterno. Egli è tuttora l'imām regnante, col nome di an-Nāṣir li-dīn Allāh.
Lo Y. non ha cessato in questo periodo di essere il più chiuso e arcaico fra gli stati arabi, in contrasto con la evoluzione, al contatto con la civiltà e la tecnica europeo-americane, del Regno Arabo Saudiano. Benché ammesso a far parte delle N. U., esso rappresenta tuttora nella penisola araba un relitto di puro Medioevo. L'espulsione degli Ebrei da tempo stabiliti nel paese, e della missione archeologica Phillips che aveva iniziato scavi a Mārib (v. oltre), sono stati in due diversi campi indici della mentalità ancora imperante. L'adesione data alla Repubblica Araba Unita, con la conseguente denominazione comune di "Stati Arabi Uniti" (8 marzo 1958), mirava a rinforzare la posizione dell'imām nel gruppo arabo e a garantirsi da una temuta preponderanza saudiana; ma a quel gesto formale non sembra abbia corrisposto alcun pratico cambiamento nell'amministrazione e organizzazione primitiva del paese. Comunque il 26 dicembre 1961 l'Egitto, dopo la secessione della Siria dalla RAU, dichiarava unilateralmente sciolto il vincolo federale con lo Yemen.
Bibl.: N. Lombardi, Divisioni amministrative del Yemen con notizie economiche e demografiche, in Oriente Moderno, luglio-settembre 1947; P. Pietravalle, L'economia e i lavori pubblici nel Yemen d'oggi, in Oriente Moderno,luglio-agosto 1952; E. Rossi, Note sull'irrigazione, l'agricoltura e le stagioni nel Yemen, in Oriente Moderno, agosto-settembre 1953; G. Pawelke, Yemen, das verbotene Land, Düsseldorf 1959; H. Voigt, Strassen und Verkhrsverhaltnisse in Yemen, in Zeitschrift für Wirtschaftsgeographie, VII (1960).
Scavi archeologici. - Nell'ultimo decennio l'esplorazione archeologica dell'Arabia meridionale, e in particolare dello Y., ha compiuto notevoli progressi: si sono avute regolari campagne di scavo in un'area in cui ciò non era stato finora possibile, ed i risultati ottenuti, di per sé assai notevoli, lasciano facilmente prevedere scoperte sensazionali quando gli scavi potranno essere intrapresi su più larga scala.
Mentre una spedizione belga percorreva l'Arabia Saudita, una spedizione americana, organizzata dalla American Foundation for the Study of Man e composta da W. Phillips, W.F. e F.P. Albright, A. Jamme, conduceva ricerche nello Y.; qui si erano in precedenza avute missioni esplorative da parte degli egiziani A. Fakhrī e M. Taufīq. Scavi americani sono attualmente in corso a Khōr Rōrī, nel Ḥaḍramūt. Tra i ritrovamenti più significativi vanno in primo luogo ricordati quelli di Mārib, la capitale dello stato sabeo. Se nulla più resta della grande diga, 8 colonne del tempio dedicato al dio lunare sono ancora visibili a ridosso della moschea; il santuario della città si trova però, come avviene generalmente nello Yemen preislamico, fuori delle mura cittadine: chiamato Awwām nelle iscrizioni, consta di una cinta muraria di forma ellittica, avente un perimetro di circa 300 metri, nella quale si apre un peristilio a triplice porta; l'interno non è stato ancora scavato, ma sono visibili i resti di un complesso architettonico con otto pilastrini. Al muro di cinta è stato appoggiato un mausoleo. La parte più antica di questo santuario è attribuita all'8° sec. a. C., ma la forma ellittica della pianta, che trova riscontro, più che nei più tardi edifici della costa africana, in quella di due templi mesopotamici del III millennio (el-‛Ubaid e Khafāgiah), lascia supporre che il tipo di edificio sia più antico; la scoperta di un tempio analogo, datato al III millennio a. C., nell'isola di Baḥrein dimostra l'attendibità di una derivazione mesopotamica. Tra i ritrovamenti minori della zona di Mārib va ricordata una statuetta bronzea raffigurante una figura maschile con indosso una pelle di leone; datata al 7° sec. a. C., presenta qualche affinità con le opere orientalizzanti delle contemporanee culture mediterranee orientali. Assai importanti appaiono i resti, che sono stati appena visitati da A. Fakhrī, della città sabea di Ṣirwāh; tra questi sono stati identificati diversi templi. Ricerche finora sommarie sono state fatte anche in numerose altre località archeologiche, di cui le maggiori sono: Qarnāw, l'antica capitale del Ma'īn con un grande tempio dedicato a ‛Athtar, Harim, al-Saudā, Barāqish. Ṣirwāḥ Arḥab, el-Mesāgid, Ghaim'ān, Zafār, Shabwa, Ḥuṣn al-‛Urr.
Bibl.: W. Phillips, Qataban and Sheba, Londra 1955; J. Pirenne, A la découverte de l'Arabie, Parigi 1958; M. Taufiq, Athara Main fi Giauf al-Yaman, Cairo 1951; A. Fakhry, An archaeological journey to Yemen, Cairo 1952; A. Jamme, Les antiquités sud-arabes du Museo Nazionale Romano (Monumenti Antichi, Acc. Naz. Lincei, 43), Roma 1956; R. L. Bowen-F. P. Albright, Archaeological discoveries in South Arabia, Baltimora 1958; A. Grohmann, in Enciclopedia Universale dell'ARte, I, Venezia-Roma 1958, coll. 476-523.