Pianta della famiglia Iridacee (Crocus sativus; v. fig.), nota soprattutto per l’omonima sostanza aromatizzante, di colore rosso-aranciato, che si ottiene dai suoi stimmi essiccati.
Lo z. è un’erba perenne: il tubero, rivestito di molte squame giallo-brune, reticolato-fibrose, porta all’apice una gemma e spesso altre laterali, dalle quali in autunno si sviluppano le foglie a ciuffo, filiformi, scanalate di sopra, lunghe fino a 30 cm. In ottobre si sviluppano 1-3 fiori con breve peduncolo, perigonio con lungo tubo e 6 lacinie violacee; l’ovario, infero, resta sotto terra; lo stilo, giallo, si divide all’apice in 3 stimmi, lunghi 2,5-3,5 cm, gradatamente dilatati e accartocciati a tromba con l’orlo estremo crenulato.
Lo z., probabilmente originario dell’Asia occidentale, è coltivato in Spagna, in Francia e in Italia, soprattutto in Abruzzo, nella Conca Aquilana, e in Sardegna, nel Medio Campidano. Predilige terreni calcarei, sciolti, asciutti e si moltiplica per mezzo dei 2-4 tuberi figli che si formano ogni anno sul tubero principale. La raccolta e l’essiccazione degli stimmi richiedono cure minuziose. In media si ricavano 11 kg di z. secco per ha; un kilogrammo si ottiene dagli stimmi di 20.000 fiori. La droga, contenente crocina, ha odore forte e aromatico, sapore leggermente amaro e piccante; dà al liquido in cui viene disciolta una colorazione gialla vivace. Se ne fa larga applicazione nella cucina ed è ampiamente usata in farmacia.
Nome comune di una specie di gabbiano (➔), Larus fuscus, per il colore giallo delle zampe.