Poeta ebreo (Šklov, Mogilëv, 1889 - New York 1959), una delle più notevoli personalità poetiche della letteratura neoebraica. L'attività letteraria di S. si svolge sia in ebraico sia in yiddish: nella prima lingua preferibilmente sono scritte le opere poetiche, nella seconda quelle in prosa. Fin dalle prime opere, S. rivela i tratti caratteristici della sua ispirazione poetica: una rivolta intellettuale e sentimentale contro la civiltà cittadina, rivolta che talora assume aspetti amarissimi quando il poeta parla del gretto mondo dal quale è uscito. Tra le principali opere in ebraico si ricordano: Bĕ-hārīm ("Nei monti", 1906); Hezyōnōt ("Visioni", 1924); Pirqē yatar ("Capitoli della foresta", 1933); Lĕ-yaldē Yiśrā'ēl ("Ai figli d'Israele", 1930); Vilna (1923). Le opere giovanili in yiddish sono state raccolte in volume (Gesammelte Schriften, 1909); tra le più importanti successive sono: A Toit ("Una morte", 1909), e il romanzo Noah Pandre (1936), tradotto in numerose lingue.