ZARA
(serbo-croato Zadar; gr.᾽Ιάδαιϱα, ᾽Ιάδεϱα; lat. Iader; Iadera; Iadra nei docc. medievali)
Città della Croazia, ubicata sulla costa orientale del mar Adriatico.Z., già abitato liburnico, venne fortificata dai Romani in età augustea e nella stessa epoca acquisì il consueto impianto urbano ad assi ortogonali. Mantenne la sua prosperità in epoca tardoantica e tra i secc. 6°-11° fu sotto il dominio dell'impero bizantino, per passare quindi sotto la protezione dei re croati. Dal 1105 fu libero Comune sotto la protezione dei re ungaro-croati, in continua lotta con Venezia, cui successivamente in vari periodi fu soggetta. Nel 1409 venne ceduta ai Veneziani per centomila ducati dal re ungaro-croato Ladislao di Napoli.La città medievale si sviluppò sull'intera superficie della città antica, situata su una penisola parallela alla costa, mantenendo in gran parte il reticolato rettilineo delle vie urbane. Sulla principale via longitudinale si formò il nuovo centro cittadino, la platea magna con la loggia comunale. Il foro antico, abbandonato e definito campus nei documenti medievali, divenne un'area libera da costruzioni.Già nell'Alto Medioevo Z. fu circondata da nuove mura, più volte restaurate e migliorate nei secoli successivi. Sul lato sudorientale, verso la terraferma, si è conservata una parte della cinta - con merlature e una torre di pianta pentagonale con feritoie al primo piano - che, sulla base di uno stemma murato, risalirebbe alla fine del 13° secolo. Durante il dominio veneziano furono costruite due fortezze ai due angoli opposti della città, il castello a N, all'imboccatura del porto (documentato nel 1248, ricostruito nel 1347 e nuovamente nel 1410), e la cittadella a S, costruita nel 1409 sui resti del castrum vetus.Il complesso episcopale fu edificato a N-E dell'antico foro e il nucleo cristiano si installò nella fila delle tabernae prospicienti la piazza. In una prima fase, la superficie di tre tabernae fu adattata alle esigenze del culto; in una seconda fase, databile alla fine del sec. 4° o al principio del successivo, venne costruita una basilica a tre navate con abside semicircolare, utilizzando come muro laterale il limite posteriore delle tabernae. Il vano sacro primitivo rimase in funzione come catecumeneo della basilica; gli fu aggiunta un'abside semicircolare all'interno e poligonale all'esterno, mentre il pavimento fu coperto con un mosaico rappresentante due cervi alla fonte. A N-O del catecumeneo fu costruito il battistero, a pianta esagonale con sei grosse nicchie e volta esapartita, in origine dotato di una vasca cruciforme. L'episcopio, eretto a S della basilica, occupava una parte del foro antico.Nel corso dei secc. 5° e 6°, nella città furono erette diverse chiese: si sono conservati i resti della basilica di S. Tommaso, a tre navate con bifore sul muro laterale, e, nell'od. chiesa di S. Simone, buona parte della basilica di S. Stefano, a tre navate, di cui rimangono due arcate e un muro laterale con sette bifore. Un oratorio a una navata con abside semicircolare si conserva nel vano anteriore della chiesa di S. Pietro Vecchio.Nella stessa epoca furono costruite anche due perdute basiliche a tre navate: S. Maria Maggiore, demolita nel 1570, e S. Demetrio, distrutta nel 1779. Fuori della città si trovano i resti di una vasta basilica cimiteriale, scoperta nel corso di ricerche archeologiche condotte nel 1990. Nell'Arheolovški muz. sono custoditi vari frammenti di decorazione scultorea di quest'epoca.A Z. si trovano gli esempi più significativi dell'architettura e della scultura preromaniche e protoromaniche in Dalmazia. Nell'ambito del complesso episcopale, al principio del sec. 9°, fu costruita in forme originali la chiesa della SS. Trinità (od. S. Donato). Si tratta di un edificio a pianta circolare, a doppio involucro, con tre absidi poste radialmente; lo spazio centrale si innalza unitario fino al tetto, mentre quello della navata anulare è articolato su due livelli, il superiore dei quali costituisce la galleria (o matroneo) dello spazio centrale. Nella costruzione furono impiegati molti frammenti e intere colonne provenienti da edifici di epoca romana.All'oratorio di S. Pietro Vecchio fu aggiunto un vano quadrilatero, coperto da volte cruciformi poggianti su due colonne romane e un pilastro, a formare così un vano a due navate.Nel 1967 furono scoperti e sottoposti a restauro conservativo i resti della chiesetta di S. Maria de Pusterla o Stomoriça: era un edificio a pianta circolare a sei lobi, uno dei quali ha la forma di quadrilatero allungato con contrafforti; probabilmente si tratta della base della torre campanaria. La chiesetta cruciforme preromanica di S. Vito fu distrutta nel 1877. La piccola chiesa protoromanica di S. Lorenzo, del sec. 11°, presenta una pianta a tre navate, ma la copertura consiste di sei semicupole su trombe d'angolo, orientate verso la cupola nel centro; alla facciata fu aggiunto un nartece come base della torre campanaria. L'altra piccola chiesa protoromanica a tre navate di S. Domenico fu distrutta nel 1890.Nella cattedrale di Z. furono scoperti diversi frammenti di scultura preromanica: alla seconda metà del sec. 8° si datano i resti di un ambone decorato a bassorilievo (Zara, Stalna izložba crkvene umjetnosti), simile alla lastra di Sigualdo nel battistero di Callisto a Cividale. Tra gli elementi scultorei stilisticamente ascrivibili al sec. 9° vanno inoltre segnalati vari frammenti di plutei e architravi di pergulae e due sarcofagi provenienti da diverse parti della città (Zara, Arheolovški muz.).Dalla chiesa di S. Domenico provengono due plutei a bassorilievo con scene cristologiche dall'Annunciazione al Battesimo (Zara, Stalna izložba crkvene umjetnosti); essi presentano in ogni dettaglio le stesse caratteristiche di un ciborio che reca l'iscrizione di un proconsole Gregorio, noto dalle fonti storiche, e possono quindi essere datati, insieme al ciborio stesso, fra gli anni 1030 e 1040. Dalla chiesa di S. Lorenzo provengono un pluteo con scene cristologiche e la cornice di un portale (Zara, Stalna izložba crkvene umjetnosti), che differiscono dal gruppo precedente nel modellato delle figure, collegandosi invece ad altri esemplari trovati fuori Z., e si datano intorno al 1070.La chiesa di S. Maria, appartenente al monastero delle Benedettine, fu consacrata nel 1091: si tratta di un semplice edificio a tre navate e tre absidi, con colonne che recano capitelli corinzieggianti, simili a quelli che si ritrovano nelle chiese coeve dell'Adriatico settentrionale. Nel 1105, la badessa Vekenega fece aggiungere al complesso una sala capitolare con volta a tutto sesto e una torre campanaria di tipo lombardo con bifore e quadrifore; sulla torre è scolpita l'iscrizione dedicatoria del re ungaro-croato Colomanno, che reca la data. Il vano al primo piano della torre è coperto da una volta a crociera con larghi costoloni che si appoggiano negli angoli a colonne con capitelli a cubo scantonato con inciso il nome di Colomanno; questa volta rappresenta uno dei piu antichi esempi di tale tipologia nell'architettura europea. Nella sala capitolare è collocato il monumento funebre di Vekenega, datato al 1111.La chiesa di S. Crisogono, appartenente al monastero dei Benedettini, fu consacrata nel 1175. Si tratta di un edificio a tre navate e tre absidi, con una sobria ornamentazione romanica all'esterno, eccezion fatta per l'abside principale, che presenta una galleria decorativa con arcatelle e colonnette a capitelli cubici.Nella seconda metà del sec. 12° fu ricostruita anche la cattedrale dedicata a s. Anastasia, sul sito della citata basilica paleocristiana. L'abside originaria fu demolita e all'interno del suo perimetro sorse l'abside romanica; il presbiterio è elevato, sorretto dalle volte della cripta a tre navate. Alle navate laterali furono aggiunti le absidi e il matroneo. Il muro laterale nord presenta all'esterno una galleria decorativa simile a quella dell'abside di S. Crisogono. La facciata ha quattro ordini di arcatelle - influsso dell'architettura pisana - e al centro un rosone di stile romanico.Nella seconda metà del sec. 13° la cattedrale fu prolungata e riconsacrata nel 1285: la facciata venne ricomposta sul nuovo allineamento e i portali furono realizzati riutilizzando in larga misura quelli del 12° secolo. Il portale principale presenta una lunetta con un bassorilievo di stile gotico rappresentante la Vergine fra s. Anastasia e s. Crisogono, patroni della città: un'iscrizione permette di datare l'opera al 1324. Sopra l'altare maggiore fu innalzato nel 1332 un ciborio gotico.Di stile romanico, ma privo di decorazioni, è il campanile della chiesa di S. Nicolò, ricostruita nel Settecento. A Z. si conservano inoltre molti resti di architettura civile medievale, in particolare portali e finestre con archi a tutto sesto, lavorati minutamente a scalpello.Dell'arredo romanico della cattedrale si sono conservati la cattedra episcopale nell'abside, la vasca battesimale ottagona nel battistero, nonché alcuni frammenti del pulpito con figure di santi: tutti i pezzi, databili al sec. 12°, furono prodotti dalla medesima officina (Zara, Stalna izložba crkvene umjetnosti). Le figure dell'Annunciazione murate su un portale presentano caratteristiche analoghe. Di diverso modellato sono invece gli stipiti del portale principale, decorati di tralci d'acanto (probabilmente copia di bassorilievi romani), e l'architrave frammentaria con la scena del Martirio di s. Anastasia, della fine del sec. 12° (Zara, Stalna izložba crkvene umjetnosti). Altri esempi di scultura si trovano sulla facciata della chiesa di S. Crisogono e nel Muz. grada Zadra.Resti di affreschi romanici si trovano nella cella al primo piano del campanile di S. Maria, nella chiesa di S. Crisogono, in quella di S. Pietro Vecchio e nella cattedrale. Gli affreschi di S. Maria palesano stilemi occidentali, tanto da essere avvicinabili alla coeva produzione lombarda (inizi del sec. 12°); quelli di S. Crisogono sono in due strati sovrapposti: nel primo, datato al 1175, si colgono riflessi della pittura cassinese, mentre il secondo, databile agli inizi del sec. 13°, mostra caratteristiche veneto-bizantine (secondo le fonti nell'abside centrale esisteva fino al 1791 un mosaico con la Déesis e le figure degli apostoli). I frammenti di affreschi di S. Pietro Vecchio sono databili dalla fine del 12° alla fine del 13° secolo. Le pitture nelle absidi laterali della cattedrale, anch'esse legate alle correnti veneto-bizantine, sono databili intorno al 1285, quando la chiesa fu riconsacrata dopo l'avvenuto prolungamento; gli affreschi in controfacciata sono del 1324, anno nel quale fu costruito il portale principale. Della stessa epoca è la decorazione dei muri della sagrestia (antico catecumeneo), con l'albero di Iesse nell'abside.Sono di notevole valore due croci dipinte con figure a rilievo, l'una nel convento francescano, l'altra nella chiesa di S. Michele; la prima, interamente conservata, è attribuibile al 12° secolo. Due icone duecentesche della Vergine presentano caratteristiche bizantine: la grande icona della Vergine in trono, con s. Pietro e un devoto inginocchiato, è databile intorno al 1300 e si collega alla pittura veneziana di quell'epoca (Zara, Stalna izložba crkvene umjetnosti); dello stesso stile e della medesima epoca è un trittico con la Vergine al centro e scene cristologiche ai lati (Zara, Stalna izložba crkvene umjetnosti).Due codici miniati di stile beneventano-pugliese, collocabili a cavallo dei secc. 11° e 12° e provenienti dal monastero delle Benedettine, sono conservati a Oxford (Bodl. Lib., Canon lat. 61; 277). Numerosi corali con miniature databili intorno alla fine del sec. 13° si trovano nel convento dei Francescani.Nella Stalna izložba crkvene umjetnosti sono esposte varie opere di oreficeria romanica: le più antiche, della fine del sec. 11°, sono due cassette-reliquiario con figure di santi a sbalzo; al sec. 12° si datano un braccio-reliquiario - ornato di arabeschi in filigrana, di pietre dure e smalti - e la cassettareliquiario di S. Gregorio, con figure a sbalzo; duecentesche sono due paci (pacificali), l'una con la figura di S. Gregorio sbalzata, l'altra con una miniatura con la Crocifissione.Le chiese del convento francescano e di quello domenicano, consacrate entrambe nel 1280, appartengono alla tipologia degli edifici mendicanti ad aula unica, voltati solamente nel presbiterio, coperto con crociere a nervature gotiche, che presentano semplici finestre ogivali. La chiesa francescana ha sulla facciata un'alta bifora; quella domenicana aveva originariamente due finestre e nei primi anni del Quattrocento vi fu murato un rosone di stile gotico.Alla fine del Trecento la chiesa romanica a una navata di S. Michele fu ricostruita dalle fondamenta con un presbiterio quadrilatero coperto da una volta a crociera a costoloni, secondo il disegno del protomaestro Andrea di Dessa. La volta fu costruita dal lapicida Paolo di Vanozzo da Sulmona, cui si attribuisce il portale della chiesa, con un bassorilievo rappresentante S. Michele fra i due santi protettori di Zara.Nella stessa epoca la sagrestia della cattedrale venne coperta da due volte a crociera con nervature gotiche, costruite dal prete Luca di Giovanni Gaia da Nona. Nel Quattrocento il Gotico fiorito veneziano ha lasciato la sua impronta nella decorazione di varie case e palazzi cittadini e verso la fine del secolo lo si trova associato a forme rinascimentali.Oltre ai citati bassorilievi della cattedrale e della chiesa di S. Michele, esempi di scultura gotica si trovano sia nel Muz. grada Zadra (parte del monumento funerario dell'arcivescovo Nicola Matafaris, eseguito nel 1386 da Paolo da Sulmona, su disegno del pittore Meneghello da Venezia) sia nella Stalna izložba crkvene umjetnosti (Madonna annunciata in marmo e alcune statue lignee: Crocifisso e apostoli, resti dell'iconostasi della cattedrale eseguita nel 1426 dal veneziano Matteo Moronzon).Opera di validi intagliatori sono gli stalli del coro della chiesa francescana, eseguiti nel 1394 da Giovanni di Giacomo da Borgo San Sepolcro, residente a Venezia, e quelli della cattedrale (1418-1450), opera di Matteo Moronzon; si tratta di tipici esempi del Gotico fiorito veneziano.Tra le testimonianze di pittura gotica conservate nella Stalna izložba crkvene umjetnosti vanno ricordati una Madonna in trono, attribuita a Paolo Veneziano, e un trittico con la Vergine e due santi, attribuito al Maestro di S. Elsino. Dalla chiesa domenicana proviene il noto quadro della Madonna in trono, con il ritratto del committente zaratino Vuèina Belgarçone, eseguito da Nicolò di Pietro Veneziano e conservato a Venezia (Gall. dell'Accademia).La Stalna izložba crkvene umjetnosti conserva infine numerosi pezzi di oreficeria gotica (calici, croci, reliquiari), in gran parte di produzione locale, del Trecento e dei primi anni del Quattrocento. Tra gli esemplari di maggior pregio vanno segnalati: la cassetta-reliquiario di S. Crisogono, con smalti, del 1326; i busti-reliquiario di S. Maria Maddalena, del 1332, di S. Silvestro, opera di Melsa e Radoslav da Cattaro del 1367, e della Vergine, opera del veneziano Cristoforo de Rochis del 1403; i bracci-reliquiario di S. Chiara, S. Crisogono, S. Donato e altri.L'opera di oreficeria più rappresentativa è l'arca in argento dorato di S. Simone - posta sull'altare maggiore della chiesa omonima -, con l'effigie del giacente eseguita a sbalzo e tredici composizioni figurate di ispirazione giottesca pure realizzate a sbalzo. Opera di Francesco di Antonio da Milano, fu eseguita nel 1380 su commissione della regina Elisabetta, moglie del re d'Ungheria Luigi il Grande d'Angiò.Sempre la Stalma izložba crkvene umjetnosti conserva un velo ricamato, una corona con fiordalisi e un calice ornato da stemmi angioini, dono della stessa regina e prodotti nell'Europa centrale. Esempi di ricamo gotico sono i resti di un baldacchino e un antependium con la Vergine in trono fra due santi e la figura inginocchiata del committente, il presbitero Radonus.
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