volgarizzamento
volgariżżaménto s. m. [der. di volgarizzare], letter. – 1. L’attività, l’operazione di volgarizzare, soprattutto nel senso di tradurre in volgare. 2. Con sign. concreto, opera volgarizzata, [...] cioè tradotta in volgare dal latino o dal greco, o nel nostro volgare da uno diverso: i v. trecenteschi dei «Disticha Catonis»; il v. della «Chanson d’Aspremont». Specialmente interessanti nella storia della letteratura e della cultura sono i ...
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rima1
rima1 s. f. [prob. lat. rhythmus «ritmo»]. – 1. L’identità di suono nella terminazione di due parole, dalla vocale tonica in poi, che si sente soprattutto quando le due parole sono a poca distanza [...] (in quanto la rima era elemento distintivo della poesia in volgare rispetto alla poesia latina classica): dire per rima in volgare tanto è quanto dire per versi in latino (Dante); un Mico da Siena, assai buon dicitore in rima a quei tempi (Boccaccio ...
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i, I
s. f. o m. (radd. sint.). – 1. Nona lettera dell’alfabeto latino, che nell’uso ortografico odierno sostituisce anche, per tutte le parole italiane (eccezion fatta per pochi nomi proprî che conservano [...] precedute da consonante: es. in Isvizzera, in istrada, per iscritto, per isbaglio. Il fenomeno ha la sua lontana origine nel latinovolgare, e in altre lingue romanze ha avuto sviluppi più estesi che in italiano: all’it. spada fanno riscontro il fr ...
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ricomposizione
ricompoṡizióne s. f. [der. di ricomporre]. – 1. L’azione, l’operazione di ricomporre, il fatto di venire ricomposto: r. di un meccanismo smontato; r. di un monumento (o di una sua parte), [...] più arcaico dal verbo semplice frangere si era formato il composto *refrangere, poi divenuto refringere; nel latinovolgare si formò nuovamente, da re- e frangere, il composto refrangere «rifrangere». 3. Consorzio a scopo di r. fondiaria, costituito ...
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comune1
comune1 (ant. commune) agg. e s. m. [lat. commūnis «comune; mediocre; affabile», comp. di con- e munus «carica, ufficio», propr. «che compie il medesimo ufficio»]. – 1. a. Che appartiene o si [...] gli individui o gli oggetti della stessa specie, contrapposto al nome proprio (con altro senso, il nome volgare di specie di animali o di piante, contrapp. al nome latino scientifico). Per luogo c., nei sign. filosofico e usuale, v. luogo (n. 6 b). b ...
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grammatica
grammàtica (ant. gramàtica) s. f. [dal lat. grammatĭca, gr. γραμματική (τέχνη), dall’agg. γραμματικός: v. grammatico]. – 1. a. Il complesso delle norme che costituiscono il particolare modo [...] (in quanto nel tardo medioevo lo studio della grammatica riguardava esclusivam. il latino e non ancora il volgare): Primasso fu un gran valente uomo in gramatica (Boccaccio). 3. estens. a. I primi elementi, il complesso delle nozioni che sono alla ...
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vocabolario
vocabolàrio (ant. vocabulàrio) s. m. [dal lat. mediev. vocabularius o vocabularium, der. di vocabŭlum «vocabolo»]. – 1. Volume che raccoglie, per lo più in ordine alfabetico, e spiega con [...] v. dantesco; v. bilingui, e v. italiano-latino e latino-italiano, v. inglese-russo e russo-inglese; v. o dei critici ermetici; avere un v. povero, limitato; ha un v. troppo volgare, per i miei gusti. In senso fig., è una parola che non esiste nel ...
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placito
plàcito s. m. [dal lat. placĭtum, der. di placere «piacere»]. – 1. a. Opinione espressa da persona autorevole, soprattutto nel campo filosofico: i p. degli antichi filosofi. b. Nel medioevo, [...] del sec. 10°, di natura giuridica, conservati nell’archivio della badia di Montecassino, scritti in latino ma con singole frasi in volgare italiano, considerati i più antichi documenti in cui la nuova lingua è consapevolmente usata come tale ...
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ereditare
v. tr. [dal lat. tardo hereditare] (io erèdito, ecc.). – 1. Ricevere in eredità: e. un terreno, un immobile; ha ereditato un immenso patrimonio; alla morte dello zio, erediterà lui tutti i [...] ha saputo gelosamente custodire il grande nome ereditato dall’avo. 3. In linguistica, vocaboli ereditati dal latino, trasmessi dal latino all’italiano per tradizione ininterrotta, in contrapp. a quelli adottati in epoca posteriore alla formazione del ...
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folenghiano
agg. – Relativo al letterato mantovano Teofilo Folengo (1491-1544), autore di opere (note col titolo complessivo di Maccheronee), pubblicate con lo pseudonimo di Merlin Cocai, composte in [...] una lingua ibrida di latino e volgare gustosamente dosati, detta «latino maccheronico». ...
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capezzale
Luigi Vanossi
. Il vocabolo (latino volgare capitiale, da caput, " capo ") ricorre due volte nel Fiore in due diverse accezioni. In XXV 3 e que' s'avea fatto un capezzale / d'un fascio d'erba e sì sonniferava, ha il senso, ancor...
I primi testi volgari d’area italiana sono tradizionalmente considerati i Placiti capuani (marzo 960 - ottobre 963): un debutto tardo rispetto a quello francese (i Giuramenti di Strasburgo, primo documento noto in un volgare neolatino, sono...