rabbino
s. m. [dall’ebr. rabbī: v. rabbi]. – Antica denominazione dei dottori della legge ebrei, oggi usata a designare i capi spirituali delle singole comunità, nelle quali, oltre a presiedere il culto [...] si può a questo scopo avere una suddivisione gerarchica delle cariche, con l’elezione di un r. capo o di r. regionali). Per la legge italiana il rabbino è ufficiale di stato civile. ◆ Nel solo ambito del cosidetto ebraismo «riformato» si ha il femm ...
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rabbinicorabbìnico agg. [der. di rabbino] (pl. m. -ci). – Di rabbino, dei rabbini: tradizioni r.; l’insegnamento r.; esegesi r. (della Bibbia); scrittura r., scrittura ebraica derivata dalla quadrata, [...] adoperata per libri d’importanza minore o per i commenti marginali ai testi in scrittura quadrata ...
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spandere
spàndere v. tr. [lat. expandĕre, comp. di ex- e pandĕre «aprire, distendere»; v. espandere]. – 1. a. Stendere uniformemente su un’ampia superficie: s. il frumento sull’aia perché si asciughi; [...] : chi è che ha spanto il vino sulla tovaglia?; ho rovesciato il vaso e tutta l’acqua s’è spanta sul pavimento; sia come agg., nel sign. di disteso, aperto e sim.: Di lui parlò ’l rabbino al Dio d’Abramo, A braccia spante volto all’Orïente (Pascoli). ...
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maggiore
maggióre (ant. maióre) agg. [lat. maior -oris, compar. di magnus «grande»] (al sing. masch. e femm., se premesso al sost., per lo più si tronca, spec. davanti a consonante). – 1. Comparativo [...] m. (in opposizione ai trecentisti minori), Dante, Petrarca e Boccaccio; indica anche superiorità in un qualsiasi ordinamento gerarchico: rabbino m.; sagrestano m.; cappellano maggiore. Talvolta con uso di sost.: i maggiori (e così i minori) dell ...
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rabbi
s. m. – Adattamento latino (attrav. il gr. ῥαββί, ῥαββεί) del titolo onorifico ebraico rabbī «mio maestro»; compare più volte nei Vangeli e costituisce, a partire dal 1° sec. d. C., la denominazione [...] una contaminazione di forme con altre varianti) derivano il gr. ῥαββῖνος e il lat. tardo rabbinus, da cui l’ital. rabbino e gli analoghi vocaboli delle altre lingue moderne. Nei Vangeli, è appellativo frequente con cui i discepoli si rivolgono a Gesù ...
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rabbinismo
s. m. [der. di rabbino]. – Nome dato talvolta al giudaismo in quanto fondato sull’insegnamento dei rabbini, talvolta a questo insegnamento nel suo insieme, e all’attività dei rabbini stessi. ...
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golem
gòlem (o Gòlem) s. m. [dall’ebr. gōlem, propr. «embrione»]. – Figura mitica con sembianze umane, tipica della tradizione cabalistica ebraica, che si vuole creata da un ammasso d’argilla per opera [...] del rabbino praghese Löw sul finire del sec. 16°, ritenuta capace di difendere il popolo ebreo dai suoi persecutori, e che può essere evocata recitando una combinazione di lettere alfabetiche; tale essere leggendario, variamente ripreso dalla ...
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Capo spirituale di una comunità ebraica. Il termine deriva da rabbi, titolo onorifico (‘mio maestro’: nei Vangeli, è appellativo frequente con cui i discepoli si rivolgono a Gesù) che, a partire dal 1° sec. d.C., costituiva la denominazione...
RABBĪ (ebraico e aramaico rabbī, greco ῥαββί, ῥαββεί)
Umberto Cassuto
Titolo onorifico dei dottori ebrei, costituito dal sostantivo rab, "maestro", e dal suffisso pronominale di prima persona singolare: quindi "mio maestro" (cfr. l'italiano...