Parola magica, inintelligibile in sé stessa, pertanto divenuta sinonimo di «cosa incomprensibile e confusa». Si scriveva in amuleti, intera nella prima riga, diminuendola poi di una lettera a destra in ciascuna delle successive, in modo da disegnare un triangolo, avente il vertice in basso, e del quale la lettera a costituiva un lato e ciascuna delle altre una linea parallela a esso, mentre nel lato opposto si leggeva, dall’alto al basso, la parola rovesciata (arbadacarba). Questi amuleti erano ritenuti efficaci contro alcune malattie: si pensava infatti che, come il nome si riduceva gradatamente, così anche la malattia sarebbe scomparsa.