Scienziato e filosofo arabo (ar-Rayy 854 circa - ivi 925). Discepolo di aṭ-Ṭabarī, ar-R. fu direttore dell'ospedale di ar-Rayy e, successivamente, di quello di Baghdād. Autore prolifico (al-Bīrūnī menziona 184 sue opere, la maggior parte delle quali è andata perduta) e di grande erudizione, ar-R. si poneva in atteggiamento critico sia verso la tradizione religiosa (considerava i profeti di tutte le religioni degli impostori), sia nei confronti delle auctoritates classiche: nei Dubbi su Galeno, in nome del progresso della medicina, non risparmiò critiche al medico alessandrino, pur riconoscendone i grandi meriti. La sua opera più importante, Kitāb al-Ḥāwī, notissima nell'Occidente latino con il titolo Continens, raccoglie un enorme numero di osservazioni cliniche, in parte compiute dallo stesso ar-R., in parte tratte dalle fonti mediche. Ar-R. godette di notevole fama anche per le sue opere alchemiche, tra le quali ebbe particolare fortuna il Segreto dei segreti. Tra le sue opere mediche vanno anche ricordate il Kitāb al-Manṣūrī, ampio trattato di anatomia, e un breve libro Sul vaiolo e il morbillo (il De peste dei Latini), nel quale, in un quadro di patologia umorale, fornisce una prima descrizione differenziata delle due malattie.