Addìs Abèba (amarico addìs ababá̄) Città dell’Etiopia (4.399.674 ab. nel 2017 considerando l’intera agglomerazione). Capitale del paese e dello Stato federato di Oromia, posta a circa 2600 m, su una serie di colline digradanti a S verso l’altopiano, dove scorre l’Auasc. Sebbene sia la capitale di uno degli Stati più antichi del mondo e il massimo centro urbano di tutta l’Africa orientale, la sua origine è relativamente recente: risale infatti al biennio 1887-89, quando Menelik scelse il suo sito, in prossimità della precedente capitale, Entotto, ma del tutto disabitato e noto soltanto per alcune sorgenti termali, come sede del nuovo centro politico del paese.
Nel 1889 doveva contare appena 20.000 ab.; intorno al 1910 circa 40.000; a metà degli anni Trenta, immediatamente prima della conquista italiana, circa 100.000. La valutazione dell’evoluzione demografica della capitale etiopica dopo la Seconda guerra mondiale è stata sempre resa difficile dalle intricate vicende legate all’instabilità politica del paese e dai cospicui e disordinati flussi immigratori manifestatisi soprattutto a partire dagli anni Ottanta e accentuati da protratte crisi alimentari e idriche. Tale immigrazione ha dato luogo a estesi fenomeni di urbanizzazione e suburbanizzazione informale, con conseguente scomparsa di quell’originale immagine di città-giardino conferita dai vasti boschi di eucalipto, i cui primi esemplari erano stati importati negli ultimi anni dell’Ottocento e che sono stati drasticamente ridotti nei due ultimi decenni del secolo seguente.
La città è il maggior centro industriale dell’Etiopia, dove operano numerosi impianti afferenti a vari comparti, in particolare tessili, alimentari (lavorazione del caffè, birrifici), cementifici, manifatture di tabacco; è sede di numerose istituzioni culturali (università, musei, biblioteche); ospita l’Unione Africana e l’UNECA (United Nations Economic Commission for Africa.