Diacono (m. Roma 795), di nobile famiglia romana, fu consacrato papa il 9 febbraio 772. Avverso ai Longobardi, A. si sbarazzò abilmente del capo della fazione longobardica in Roma, Paolo Afiarta. Stornò le ambizioni del re longobardo Desiderio che gli aveva proposto un patto d'amicizia implicitamente ostile ai Franchi. Nel 773, di fronte alle incursioni longobarde dell'anno precedente, A. chiese l'intervento di Carlo Magno, contro il quale Desiderio aveva preso a proteggere gli eredi di Carlomanno. Carlo scese in Italia nel 773 e occupò nel 774 la capitale longobarda di Pavia, ricevendo il titolo di re dei Longobardi. Ottenne altresì nel 781 i ducati longobardi di Spoleto e di Toscana, pagando un tributo al papa, il quale gli incoronò re d'Italia e re di Aquitania i figli Pipino e Ludovico. Da Carlo nel 787 A. si fece cedere Viterbo, Orvieto e Soana, che si aggiunsero al ducato; questo con la Pentapoli e l'Esarcato venne a costituire così il dominio pontificio, su cui il re franco, per il titolo di Patricius Romanorum, ebbe però un diritto di tutela. In Oriente A. protesse l'imperatrice Irene nella sua lotta per il ripristino del culto delle immagini; inviò legati al II Concilio ecumenico di Nicea (787) le cui decisioni, anche a causa di errori nella traduzione, non furono accettate dalla Chiesa franca (Sinodo di Francoforte, 794), che vi oppose a confutazione i Libri carolini di Alcuino. A. morì nel Natale del 795 e fu sepolto in Vaticano.