Oasi egiziana (il nome arabo deriva dal copto p-iom, «il lago»), che occupa una vasta area depressa, circa 30 km a O del Nilo, a quote che variano da +20 a −40 m, mentre il tavolato circostante è a circa 130 m. Forma una divisione amministrativa dell’Alto Egitto (1827 km2 con 2.371.780 ab. nel 2004). Capoluogo al-Fayyum. Il F. è collegato idrograficamente al Nilo dal Bahr Yusuf, che si stacca dal fiume presso Asyut. Colture principali la palma, il cotone, il lino, la canna; inoltre, ulivi, alberi da frutto, agrumi, cereali. Prospero anche l’allevamento; notevoli le industrie tessili (cotone, lana) e quella dei profumi.
Abitata dalla fine del Pleistocene, la depressione del F. fu occupata da gruppi epipaleolitici di cacciatori-pescatori-raccoglitori appartenenti alla cultura del F. B (6000-5000 a.C.) e poi, dopo il 4000 a.C., da gruppi di agricoltori neolitici appartenenti alla cultura del F. A. I primi insediamenti sono caratterizzati dall’assenza di resti di abitazione e dalla presenza di una industria microlitica; quelli neolitici presentano invece resti di abitazioni associati a granai, macine e pestelli, rozza ceramica e una industria litica, su lama e bifacciale. In epoca dinastica l’oasi fu un centro amministrativo e culturale di rilievo. La capitale Shedit era consacrata al dio coccodrillo Sobek. I faraoni della XII dinastia ebbero nel F. la loro residenza e vi fecero molte importanti opere di canalizzazione. In epoca tolemaica la regione fu consacrata alla regina Arsinoe (la capitale prese lo stesso nome) e formò il nomo arsinoitico. In epoca romana e bizantina sorsero numerose chiese e monasteri. Tra i più importanti ritrovamenti archeologici della zona, spicca la serie di ritratti per mummia, dipinti su tavolette di legno o su lino, databili dal 1° al 4° sec. d.C. ( ritratti del F.). Interessanti anche le stoffe, inquadrabili nell’ambito della civiltà copta (4°-8° sec.).