(arabo an-Nīl) Il maggior fiume dell’Africa, primo del globo per lunghezza (6671 km), uno dei maggiori per ampiezza di bacino (2.867.000 km2).
Nella mitologia greca fu considerato come un dio. Nell’arte egizia appare come una divinità barbuta, coronata di loto e papiro, con fiori e doni nelle mani.
Suo ramo sorgentifero è il maggior immissario del Lago Vittoria, il fiume Kagera (lungo 600 km). All’uscita dal lago (1133 m s.l.m.; portata media 600 m3/s), il N. (N. Somerset o Vittoria) scende attraversando il Lago Kyoga e, dopo le cascate Murchison, sfiora il Lago Mobutu (Alberto), cui giungono anche (tramite il fiume Semliki) le acque del Lago Edoardo; il maggior immissario di questo, l’Ishasha, può considerarsi come il ramo sorgentifero occidentale del Nilo. A valle del Lago Alberto, il N., detto qui Bahr al-Gebel, si apre la via nel tavolato con rapide, dopo aver ricevuto a destra l’Assua. Presso Mongalla (a ca. 460 m s.l.m., portata media 1250 m3/s) entra nelle piane del Sudan. Scorre tra rive incerte, inondate nelle piene, coperte da una fitta vegetazione palustre (sudd), e si fraziona in molti rami. In una vasta espansione di paludi, dove il fiume ha grandi perdite per evaporazione (la portata si riduce a ca. 150 m3/s), riceve il maggior affluente di sinistra, il Bahr al-Ghazal; poco più a valle, il primo grande affluente di destra, il Sobat, che vi convoglia una portata di oltre 600 m3/s. Dopo questa confluenza il fiume, detto N. Bianco, riprende la direzione N e corre in una uniforme regione di savane, senza ricevere più affluenti permanenti, fino a Khartoum (381 m s.l.m.). Qui vi si unisce il N. Azzurro, ricco di acque. A valle di Khartoum (con portata media di 2500 m3/s) il N. si apre la strada tra formazioni granitiche e arenacee della Nubia. Con una serie di 6 cateratte, l’ultima poco a valle di Assuan scende da 350 a 85 m di altitudine, scorrendo in un letto che nei periodi di magra non supera i 500 m ca. di larghezza media. Dopo la confluenza da destra dell’Atbara, ultimo dei suoi affluenti, attraversa il deserto. A valle del Cairo comincia il delta (22.000 km2).
Il regime del N. dipende dalle piogge stagionali delle regioni subtropicali. Mentre le regolari piogge equatoriali della regione sorgentifera del N. Bianco determinano la portata normale del fiume, le note piene sono causate dal N. Azzurro e dall’Atbara, che apportano anche la massima parte del limo. Fin da tempo antichissimo le piene erano utilizzate, sottoponendo a una sistematica inondazione le zone laterali: dopo si procedeva alla semina sul limo deposto. A questo sistema fu sostituito nel 19° sec. quello dell’irrigazione permanente, mediante la costruzione di sbarramenti che permettono di immagazzinare le acque del fiume e distribuirle razionalmente. Il primo sbarramento fu costruito tra il 1833 e il 1884 a valle del Cairo. Ma gli sbarramenti più imponenti sono quelli di Assuan: la prima diga fu costruita fra il 1899 e il 1907 e ingrandita nel 1933 (bacino di 5,5 miliardi di m3); la seconda, completata nel 1970, ha dato luogo alla formazione del Lago Nasser, diviso fra Egitto e Sudan (dove prende il nome di Lago Nubia). Proprio la costruzione di questa diga ha avuto, accanto a grandi risultati in materia di irrigazione e di produzione idroelettrica, conseguenze negative dal punto di vista ambientale. Prima di tutto la diga trattiene la quasi totalità del limo che si deposita sul fondo del lago artificiale, rendendo necessari frequenti lavori di dragaggio; ma la cosa più grave è l’inquinamento delle acque del fiume e dei terreni alluvionali che si estendono lungo le sue rive, i quali, venuta a mancare l’antica fertilizzazione naturale dovuta al limo, devono essere abbondantemente trattati con concimi chimici, i cui componenti si concentrano nel fiume e vi rimangono a lungo in quantità anomala, provocando, fra l’altro, una riduzione di alcune specie ittiche; infine, tra le conseguenze negative troviamo le alterazioni della dinamica deltizia, dovute alla diminuzione dello scarico idrico nel mare, che provoca la risalita di acque marine e la salinizzazione dei terreni, determinando un ulteriore inquinamento.
Il N. è navigato regolarmente dal mare ad Assuan; il Canale Maḥmūdiyya lo collega ad Alessandria, il Canale Ismā‛īliyya lo unisce al Canale di Suez. Superate le cateratte di Assuan, la navigazione continua fino a Wadi Halfa; regolarmente navigato è poi il tratto fino a Khartoum.
Dal punto di vista geopolitico, come avviene in tutte le zone aride e iperaride della Terra, l’utilizzazione delle acque del corso medio e inferiore del N. è fonte di attriti, se non di veri e propri conflitti, tra i vari paesi interessati dal fiume, in particolare Egitto, Sudan ed Etiopia.
Il N., che fu dagli antichi Egizi venerato come divinità (Hāpi), ha sempre avuto importanza enorme come unica arteria di comunicazione, attraverso la grande barriera desertica, fra il Mar Mediterraneo, il Sudan, la regione etiopica e la regione equatoriale; esso rappresenta perciò anche una zona di mescolanze di popoli ed etnie, per la quale gli influssi camitici sono penetrati fino ai laghi equatoriali, come vi è penetrato l’islamismo. Tuttavia le sorgenti del N. rimasero un problema insoluto fino alla metà del 19° secolo. Spedizioni esplorative furono tentate al tempo di Augusto e di Nerone. Il Lago Tana, serbatoio del N. Azzurro, fu raggiunto da missionari gesuiti nel 16° sec., poi definitivamente riconosciuto nel 1770 dallo scozzese J. Bruce. Ma la spedizione inviata nel 1840-41 da Muḥammad ῾Alī sull’altro ramo del N., risalito fino a Gondokoro (4° 54′ N), dimostrò che questo ramo, detto N. Bianco, era il ramo principale. Tuttavia i laghi sorgentiferi Vittoria e Mobutu furono scoperti solo da spedizioni (J.H. Speke e J. Grant) mosse dall’Oceano Indiano.