In anatomia topografica, il segmento inferiore del tronco con gli organi in esso contenuti. In anatomia sistematica, il cingolo pelvico, cioè l’anello osseo costituito dal sacro, dalle due ossa iliache, dal coccige e dalle relative articolazioni (sinfisi pubica, articolazioni sacro-iliaca e sacro-coccigea). Assolve un’importante funzione di sostegno, perché con le cavità cotiloidi della sua superficie esterna concorre a formare le articolazioni coxofemorali, fornendo un robusto impianto agli arti inferiori, mentre nel sacro dà appoggio alla parte superiore dello scheletro assile. Nei due sessi sussistono sensibili differenze dell’aspetto generale (fig.): nell’uomo il b. ha pareti spesse e appare alto e stretto, nella donna le pareti sono più esili e, per un diverso rapporto tra le dimensioni verticali e le trasversali, appare più largo e più svasato. Tra i particolari descrittivi del b. hanno preminente importanza, per il loro significato nell’espletamento del parto, i due restringimenti della sua cavità, denominati rispettivamente stretto superiore e stretto inferiore. Il primo, interamente osseo, divide la cavità pelvica in due cavità secondarie sovrapposte, il grande e il piccolo bacino, ed è delimitato dall’angolo sacro-vertebrale, dal margine superiore delle ali del sacro, dalla linea innominata dell’osso iliaco e dalla sinfisi pubica; lo stretto inferiore è in parte osseo e in parte ligamentoso, essendo delimitato dall’apice del coccige, dalle tuberosità ischiatiche, dall’arcata sotto-pubica e dai legamenti sacro-ischiatici.
La patologia del b. comprende principalmente:
a) le fratture, cioè le discontinuità a tutto spessore dell’anello pelvico, di particolare importanza per la frequente as;sociazione allo shock traumatico, a lesione degli organi pelvici, e per le possibili conseguenze sulla deambulazione, se non convenientemente ridotte e consolidate;
b) le viziature, alterazioni di forma, congenite o acquisite, di prevalente interesse ostetrico.
In geografia fisica, denominazione generica di depressione o conca naturale, chiusa o no da tutti i lati: per es., b. torrentizio (quello nel quale si raccolgono le acque che defluiscono verso il torrente); glaciale (nel quale si radunano le nevi dei versanti dei monti che lo delimitano: è detto pure di raccolta o alimentatore o collettore); carsico (costituito da una conca più o meno profonda scavata in rocce carsificate); lacustre (cioè la conca che ospita un lago).
B. idrografico (o imbrifero). L’area della superficie terrestre nella quale le acque meteoriche scolano tutte verso un unico solco di scarico, detto solco d’impluvio (fiume), o un determinato recipiente (lago, inghiottitoio). Il b. è delimitato da una linea spartiacque perimetrale, può essere provvisto di bacini minori dipendenti e può avere condizioni morfologiche e soprattutto di pendenza assai variabili. L’insieme dei solchi d’impluvio elementari che lo formano dà luogo alla rete idrografica.
B. oceanico Estesa depressione della crosta terrestre, di forma variabile, permanentemente occupata dalle acque oceaniche. Gli attuali b. oceanici sono piuttosto giovani geologicamente, avendo depositi non più antichi del Giurassico medio, e sono in continua evoluzione in quanto in essi si attuano i due processi più importanti che stanno alla base della teoria della tettonica a zolle: l’espansione dei fondi oceanici e la subduzione delle zolle litosferiche.
B. montano Il b. imbrifero del tratto superiore di fiumi e torrenti, caratterizzato specialmente dalla forte pendenza dei terreni che lo compongono.
In geografia economica, b. di utenza: area che gravita attorno a uno o più servizi, a un’impresa di produzione o ad altre attività polarizzanti. Con la globalizzazione dei processi di produzione e di consumo, legata allo sviluppo della telematica, le imprese industriali e terziarie tendono a stabilirsi su più territori, realizzando reti diversificate di distribuzione di beni e servizi. In particolare, i sistemi locali di produzione (soprattutto i distretti industriali) si uniscono in consorzi per poter fruire, mediante reti telematiche, di servizi e consulenze forniti da enti pubblici o da aziende private, mentre si modificano i flussi di popolazione connessi con esigenze di consumo, di lavoro e di studio. In virtù di tali processi, il b. di utenza tende ad assumere confini variabili e spesso virtuali.
Settore o area depressa della crosta terrestre che deve la propria morfologia all’esistenza di particolari strutture tettoniche: per es. fosse e sinclinali.
Area depressa della crosta terrestre, aerea o subacquea, in cui si accumulano sedimenti. Essi sono spesso subsidenti, ossia presentano una tendenza, continua o discontinua, all’abbassamento del fondo.
Nelle costruzioni idrauliche il termine si applica a numerosi impianti in forma di vasca.
B. di calma Vasca interposta in un canale, generalmente subito dopo le opere di presa, allo scopo di rallentare la velocità dell’acqua e di ridurre i moti vorticosi in seno alla massa.
B. di carico Vasca dalla quale ha origine una condotta forzata (o più condotte in parallelo). Il b. di carico ha spesso anche la funzione di compensare eventuali piccole disuniformità della portata richiesta.
B. di compensazione Vasca inserita lungo il corso di un canale allo scopo di accumulare acqua quando la portata richiesta nel tratto a valle è minore dell’afflusso del tratto a monte; l’acqua viene poi restituita quando si verificano le condizioni opposte. L’afflusso può, in certi periodi, annullarsi completamente, e si parla allora di b. di accumulazione. Ai grandi b. di accumulazione, creati con lo sbarramento in un punto conveniente, mediante una diga, di un b. idrografico naturale, si dà generalmente il nome di lago artificiale o b. di ritenuta. Essi sono soprattutto usati negli impianti idro;elettrici per la produzione di energia (e perciò detti anche comunemente b. idroelettrici), oppure per ridurre le portate di piena di un corso d’acqua naturale (invasando nei periodi di piena), o per accumulare acqua a scopo irriguo.
Vasca interposta nel corso di un canale, spesso immediatamente dopo il suo imbocco, nella quale l’acqua, per effetto della diminuzione di velocità, lascia depositare una parte più o meno grande delle materie solide che porta in sospensione.
B. di espansione B. nel quale si lasciano espandere le acque di piena di un fiume attraverso luci disposte negli argini (chiaviche) o attraverso sifoni, ovvero facendole straripare dagli argini, allo scopo di diminuire la portata e deprimere i livelli di piena a valle.