Vena p. (o semplicemente p.), collettore venoso che convoglia al fegato la maggior parte del sangue refluente dall’apparato digerente e dalla milza. Si tratta di un tronco venoso assai breve (8-10 cm di lunghezza) e di grosso calibro (8-10 mm di diametro), che risulta dalla confluenza delle vene mesenterica superiore e splenica, e nel quale pertanto confluisce la maggior parte del materiale nutritivo (amminoacidi, monosaccaridi, vitamine, minerali) proveniente dall’assorbimento intestinale. Tali sostanze subiscono nel fegato quelle importanti modificazioni biochimiche che sono proprie della funzione epatica. Infine, il sangue che ha attraversato il fegato perviene, attraverso le vene sovraepatiche, nella vena cava inferiore e poi al cuore (➔ circolazione). Sistema portale Il complesso dei vasi venosi formato dalla vena p., dalle sue ramificazioni intraepatiche e dai rami affluenti (vene mesenteriche, vena splenica). Sistema portale ipofisario L’insieme di piccoli vasi venosi, provenienti dall’ipotalamo, che convoglia sangue all’ipofisi. Vene p. accessorie Le vene che sboccano nel fegato direttamente, ossia senza confluire nella vena porta. Sono state classicamente suddivise in cinque gruppi, dei quali il più importante è il gruppo paraombelicale, costituito da piccole vene provenienti dalla regione paraombelicale della parete addominale, che in condizioni morbose (cirrosi epatica) può dar luogo alla formazione del caput Medusae, aspetto caratteristico della dilatazione delle vene periombelicali che, con un decorso tortuoso, assumono una disposizione radiata attorno all’ombelico, richiamando l’immagine classica dei capelli della Gorgone. Ipertensione portale Patologico aumento della pressione venosa nel sistema portale. Consegue a ostacolata circolazione, che può essere provocata da cause a sede e di natura diverse: cirrosi epatica (che impedisce la normale circolazione intra-epatica e determina ristagno venoso in tutto il sistema portale), compressione od occlusione della p. o di un suo ramo affluente (per tumori, cisti, aneurismi o altre cause comprimenti, per trombosi venose ecc.). Segni clinici di tale ipertensione sono la splenomegalia, le varici esofagee e gastriche (con conseguenti emorragie), l’ascite. Il trattamento deve mirare a eliminare la causa di ipertensione o le sue complicanze.
La portografia è la radiografia del tronco e dei rami della vena p. con mezzo di contrasto. Encefalopatia porto-sistemica Grave sindrome neurologica dovuta alla mancata detossificazione, da parte del fegato, del materiale azotato, o per insufficienza epatica terminale, oppure perché convogliato nel circolo generale da anastomosi naturali o chirurgiche, che causano il ‘salto’ del filtro epatico. Ne consegue un aumento più o meno rilevante dell’ammoniemia. Il sistema nervoso centrale risponde a questa intossicazione con diversi sintomi: dapprima alterazione del ritmo sonno-veglia, irritabilità, poi con interessamento del linguaggio e del sistema motorio, con tremori, segni di danno cerebrale focale, sindromi extrapiramidali e cerebellari, fino al coma.
P. urbica P. situata nelle mura di cinta di una città, in corrispondenza del tracciato di una strada. Nel sistema difensivo costituito dalla cinta muraria, la p. rappresentava un’interruzione delle cortine e quindi un punto debole che occorreva rafforzare con dispositivi fortificati particolari. Si trovano così, nelle p. urbiche delle città di epoche remotissime e di civilizzazioni diversissime, sistemi abbastanza simili di rafforzamento: torri affiancate o sovrapposte alla p., percorsi obbligati a portata di tiro dei difensori, ponti mobili e fissi, difese esterne formate secondo le epoche da doppie cinte o rivellini antistanti.
Tali accorgimenti non impedirono che la ricerca del decoro architettonico di quello che costituiva l’accesso alle città suggerisse soluzioni di alto pregio artistico e di rilevante imponenza monumentale (P. dei Leoni, Micene). Nelle mura in periodo ellenistico compare qualche raro esempio di p. ad arco. Nell’architettura italica grandiosi architravi monolitici e spesso piedritti monolitici caratterizzano le p. delle cinte di mura poligonali, successivamente subentra l’arco. Nel periodo ellenistico e poi in quello romano torri fiancheggiano la p. e già alla fine della repubblica viene in uso la p. ad arco, isolata, che ha carattere d’ingresso monumentale e va distinta dall’arco di trionfo. Le p. delle mura acquistano particolare monumentalità nel tardo impero, con grandiosi prospetti architettonici, fiancheggiate da torri (Porta Aurea a Spalato, Porta Nigra a Treviri, Porta dei Borsari a Verona, p. delle mura aureliane a Roma ecc.). Altrettanto monumentali le p. di molte città medievali, come Toledo in Spagna, e Siena in Italia, e le p. rinascimentali quali la Porta Capuana a Napoli e la Porta S. Pietro a Perugia, le p. del Sanmicheli a Verona, Venezia e in molti luoghi della Repubblica veneta.
Diminuita la necessità delle cinte difensive, d’altronde spesso distrutte o sostituite con più semplici cinte di scopo fiscale, le p. urbiche persero importanza e furono rimpiazzate dalle barriere daziarie, anch’esse talora non prive di carattere e pregio d’arte.
Alla fine del Medioevo, in varie città italiane alcune zone della città prendevano nome da una p. vicina (per es., a Firenze, il sesto di Porta San Piero) e p. furono dette spesso le varie contrade in cui la città era divisa.
Per estensione, insieme degli uomini che abitavano nell’ambito di ciascuna di tali contrade e la compagnia armata che essi formavano.
Gabella delle p. Era così detta a Firenze la tassa pagata per introdurre merci in città.
In elettrotecnica, coppia di morsetti esterni di una rete elettrica caratterizzati dal fatto che la corrente entrante nel primo morsetto è uguale alla corrente uscente dal secondo morsetto. Questa corrente è chiamata corrente di p., analogamente è chiamata tensione di p. la differenza di potenziale tra i due morsetti della p. stessa. Una rete con una sola p. è detta anche rete una p. o bipolo; una rete con più p. è detta multiporta o n-porte. Sono molto importanti, specialmente per quanto riguarda le reti elettriche usate per il processamento analogico del segnale, le reti due p., quelle reti cioè che hanno una p. di ingresso e una di uscita (➔ rete).
In elettronica, p. logica, circuito logico (➔ logici, circuiti) che realizza le operazioni logiche elementari (AND, OR ecc.).
Nelle apparecchiature elettroniche, per es. nei calcolatori, nome dato ai connettori esterni che consentono il collegamento dell’apparecchiatura alle altre parti del sistema. Tali p. possono essere di sola uscita, di solo ingresso o svolgere entrambe le funzioni di ingresso e di uscita.
Nelle costruzioni idrauliche, il nome è assegnato a diversi elementi che hanno la comune funzione di costituire uno sbarramento mobile di ritenuta delle acque; in particolare, le p. dei bacini di carenaggio, delle conche di navigazione, di alcuni tipi di dighe mobili ecc. P. di sicurezza Serramento di tipo particolare destinato a preservare alcuni locali da determinati pericoli prevedibili; un tipo è costituito dalla p. antincendio, largamente impiegata negli stabilimenti industriali, che ha il compito di evitare la propagazione delle fiamme da un locale all’altro: di solito è in ferro a doppia parete, con l’intercapedine di materiale isolante, in alcuni casi a chiusura automatica e collegata all’impianto antincendio. Caso particolare di questo tipo è il sipario tagliafuoco. P. di sicurezza è anche quella impiegata nelle scuole, nelle sale cinematografiche ecc., per consentire una rapida evacuazione delle persone in caso di incendio; è apribile dall’interno mediante apposite leve più facilmente azionabili delle maniglie. P. antifurto (o p. blindata) Porta rinforzata con piastre d’acciaio, munita di una o più serrature speciali con chiavi a doppia mappa, è usata per appartamenti o uffici. Altro tipo importante (detta anche p. blindata o p. corazzata) è quella destinata alle camere di sicurezza, alle casseforti ecc.; essa deve resistere ad attacchi con trapani, seghe circolari, cannelli ossiacetilenici, esplosivi ecc., ed è formata da pareti multiple di grande spessore in acciaio, separate da strati incombustibili e coibenti, con chiusura a più chiavi o a combinazioni.
Nelle navi le p. hanno grande importanza quando debbono assicurarne la tenuta contro il mare (nelle sovrastrutture) o contro gli allagamenti (nelle paratie stagne o di compartimentazione). Le prime (generalmente a cerniera) debbono essere metalliche, robuste e con guarnizione; le seconde, sempre metalliche, sono a scorrimento orizzontale o preferibilmente verticale (a saracinesca), e possono avere manovra semplice a mano o manovra doppia a mano e meccanica, locale o a distanza (mediante meccanismi elettrici o idraulici). La Convenzione internazionale di Londra per la sicurezza (1948) impone precise norme al riguardo; quando le p. di compartimentazione sono 6 o più, debbono avere tutte manovra meccanica, con comando centralizzato sul ponte di comando.