Nelle artiglierie, il diametro interno della canna, misurato in millimetri o, talvolta, in pollici, tra i pieni della rigatura per le canne rigate; in base a esso si ha una classificazione non rigorosa delle bocche da fuoco: di piccolo, medio, grosso c. se tale diametro è, rispettivamente, non superiore a 100 mm, fra 101 e 210 mm, superiore a 210 mm; esprimendo poi la lunghezza della canna in numero di c. (rapporto tra lunghezza e c. della canna stessa) si ha la distinzione tradizionale in: mortai, per lunghezze fino a 12 c.; obici, da 13 a 17 c.; cannoni, oltre i 17 calibri.
Per quanto riguarda le armi portatili, nei fucili con canna ad anima liscia, generalmente da caccia, il c. viene indicato, adottando la tradizione inglese, con il numero delle pallottole sferiche di piombo, di diametro eguale a quello interno della canna, che entrano nella massa di una libbra. Il c. delle cartucce per questi fucili è identico a quello della relativa arma; cartucce dello stesso c. sono caratterizzate dal diverso numero e diametro dei pallini o pallettoni contenuti. Nelle armi portatili a canna rigata, il c. è quello stesso della cartuccia corrispondente, definito dal c. nominale, numero convenzionale, il cui valore è prossimo, ma generalmente non corrisponde, al diametro massimo del proiettile. Il c. delle cartucce per queste armi si identifica nella denominazione commerciale, costituita dal c. nominale del proiettile, seguito, a seconda dei casi, da una o più indicazioni (lunghezza del bossolo, massa in grani della polvere, nome del fabbricante o progettista ecc.).
In meccanica, strumento per misurare le dimensioni di un pezzo e controllare se rientrano nelle relative tolleranze. I c. fissi sono costruiti o registrati per il controllo di una sola dimensione; i c. variabili sono dotati di parti mobili per la misura, mediante lettura su una scala graduata, di dimensioni comprese in un certo intervallo di valori.
I c. fissi assumono forma diversa a seconda dei pezzi da verificare: perni cilindrici sono controllati da c. ad anello; fori cilindrici o conici da c. a tampone, costituiti da cilindri o coni forniti di manico; c. ad anello filettati internamente e c. a tampone (fig. A) filettati esternamente sono impiegati per controllare, rispettivamente, viti e madreviti. Nel caso di alberi si impiegano, in luogo dei c. ad anello, i c. a forchetta (fig. B), i quali vengono fatti scorrere sull’albero per controllarne il diametro. I c. a forchetta servono anche per controllare piccole lunghezze. I c. descritti possono essere costruiti per controllare la dimensione massima e minima ammissibile per i perni e fori. Per controllare l’usura dei c. di uso corrente si utilizzano anche c. a combinazione (Johansson), costituiti da serie di blocchetti di riscontro in acciaio temperato.
Tra i c. variabili sono da ricordare il c. a vite micrometrica (o palmer o micrometro) e il c. a corsoio (fig. C), molto usato nella tecnica e costruito in varie forme per diverse applicazioni. Il tipo più comune è costituito da un’asta metallica graduata in centimetri e in pollici sulla quale scorre un corsoio, provvisto di nonio. Vengono anche costruiti c. a corsoio nei quali graduazione e nonio sono sostituiti da un dispositivo di lettura digitale o da un indice mobile su un quadrante. Ci sono anche c. a tampone o a forchetta, registrabili, muniti di trasduttori pneumatici o elettrici che permettono di controllare mediante uno strumento, sul quale è predisponibile l’intervallo di tolleranza, se la dimensione da controllare è compresa o no in tale intervallo.