Nella balistica esterna, oggetto, opportunamente foggiato e costituito, destinato a essere lanciato da una bocca da fuoco (una volta espulso dalla canna dell’arma, diventa un proietto, per il cui moto dentro e fuori le bocche da fuoco ➔ balistica). Nel linguaggio tecnico, il termine è usato per le artiglierie, mentre per le armi portatili si parla di pallottola (➔).
Il p. delle artiglierie è di struttura diversa a seconda degli effetti che si intendono ottenere nel bersaglio. I moderni p. sono di norma d’acciaio e vi si distinguono le seguenti parti fondamentali: la spoletta, che può essere anteriore o posteriore; il bocchino, cui si avvita la spoletta; l’ogiva, il bicchiere, costituente la parte cilindrica del corpo del p.; il fondello; le corone di forzamento (da 1 a 3), generalmente di rame, destinate a impegnarsi nella rigatura; la fascia di centramento, per lo più costituita da un semplice ingrossamento, giustamente calibrato, del bicchiere; talvolta la fascia di centramento è sostituita da razze alettate, piccole protuberanze opportunamente conformate.
La tecnica consente la rapida produzione di p. cosiddetti monoblocco, cioè con ogiva, fondello e bicchiere ricavati per successivi stampaggi e trafilature in un solo pezzo. Il p. è completato da una catena di incendivi, composta dalla spoletta (a percussione, o a tempo, o a doppio effetto) e dai vari artifici, il tutto destinato a provocare a tempo debito l’esplosione della carica interna. La lunghezza totale del p. varia normalmente da 3 a 5 calibri, misura oltrepassata nel caso dei moderni p. ERFB-BB (extended range full bore-base bleed).
I p. di piccolo calibro possono essere uniti al bossolo, di ottone o di acciaio, contenente la carica, e l’insieme costituisce il cartoccio proietto, di impiego normale per i tiri che esigono grande celerità di fuoco (contro carri, aerei, navi).