ALBERTANO da Brescia
Giurista, filosofo, magistrato, politico, intorno al quale si hanno scarse notizie biografiche documentate. Studiò probabilmente a Bologna intorno al 1215-1220, e sentì gli influssi religiosi, politici e sociali del nascente francescanesimo, conservando, per tutta la vita, lo spirito francescano nell'insegnamento dottrinale e nelle opere di attività benefica. Fu ascritto al collegio dei giudici di Brescia, la corporazione dei "causidici" che dava al Comune gli uomini necessari alla direzione dei pubblici affari della politica comunale bresciana, di aperte e costanti tradizioni guelfe. A. occupò certamente alte cariche pubbliche nella sua città; nel 1238, nella lotta contro Federico Il, che tentava di espugnare Brescia con un lungo assedio, venne affidata ad A. la difesa di Gavardo, importante feudo vescovile occupato dal Comune di Brescia come punto nevralgico della difesa contro le invasioni dell'esercito imperiale dalle vallate trentine delle Giudicarie e dell'alta riviera benacense. Assalito dagli imperiali con forze soverchianti, il 26 ag. 1238 A. fu fatto prigioniero e tradotto nelle carceri della ghibellina Cremona, fedele a Federico, e in quella forzata solitudine, scrisse il primo dei suoi lavori filosofici di alta ispirazione cristiana, che dedicò poi ai suoi tre figli Vincenzo, Stefano e Giovanni degli Albertani, poiché la famiglia assunse come cognome dopo di lui il patronimico.
Liberato dal carcere dopo la sconfitta di Federico Il, A. ritornò in patria a partecipare alla vita politica, intellettuale e religiosa di Brescia.
Nel 1243 si trovava a Genova come "assessor", cioè consulente legale, del podestà Emmanuele Maggi, bresciano, senatore di Roma dal 1256 al 1257. È molto probabile che A. sia stato in altre città d'Italia nello stesso ufficio di "assessor" di altri podestà bresciani, ma non se ne hanno prove. A Brescia cooperò al movimento francescano di risveglio religioso e di pacificazione sociale, programma fondamentale dei suoi sermoni e delle sue esortazioni. Dopo il 1253 non si hanno di lui notizie documentate: alcuni lo fanno morire nel 1270, ma senza prova.
A. abitava in ora S. Agathae, cioè presso la porta di S. Agata, vicino al nuovo convento di S. Francesco eretto nel 1254, e forse in questo convento ebbe la sepoltura.
Bibl.: Alcuni sermoni di A. vennero volgarizzati in varie lingue nei secc. XIV-XVI e diffusi in tutta l'Europa in codici mss. e in edizioni a stampa; cfr. S. B. Rossi, Tre trattati di Albertano giudice di Brescia, Brescia 1824; L. F. Fè d'Ostiani, Sermone inedito di A. Giudice da Brescia, Brescia 1874; Il fiore degli ammaestramenti di A. da Brescia volgarizzati da Andrea da Grosseto, raccolto dal prof. Domenico Santagata, Bologna 1875; A. Checchini, Un giudice del sec. XIII: A. da Brescia, in Atti d. R. Istituto veneto, LXXI, 2 (1911-1912), pp. 1423 e ss.; C. Bonardi, A. da Brescia, in Commentari dell'Ateneo di Brescia (1948-49), pp. 169-186; M. Ferrari, Intorno ad alcuni sermoni inediti di A. da Brescia, in Atti d. Istituto veneto, CIX (1950-51), pp. 69-93; Albertani Brixiensis Sermones quattuor, a cura di M. Ferrari, Lonato 1955; S. Caramello, Dante e Albertano de Brescia, in Miscell. in onore di G. Santini, Palermo 1956, pp. 87-94.