Dürer, Albrecht
Un grande protagonista del Rinascimento nordico
Albrecht Dürer, che trascorse quasi tutta la sua vita a Norimberga, in Germania, è il più grande artista tedesco dell'epoca rinascimentale. Grazie ai suoi studi scientifici e ai suoi viaggi, ha messo in contatto il Nord e il Sud dell'Europa, contribuendo a rendere moderna la cultura nordica
Albrecht Dürer nasce nel 1471 a Norimberga (dove morirà nel 1528), che all'epoca è una delle più ricche città tedesche. È uno dei pochi centri a possedere i torchi per la stampa con i caratteri mobili, che Johannes Gutenberg ha inventato verso la metà del Quattrocento.
Con un padre orafo e un padrino che è il più importante editore tedesco dell'epoca, Dürer inizia il suo apprendistato dedicandosi soprattutto alla produzione grafica. Crea così le prime incisioni, sperando tra l'altro di guadagnare bene con opere più veloci da realizzare rispetto a un dipinto, e ne scopre le potenzialità espressive.
Le sue incisioni rivelano una straordinaria accuratezza dovuta a una tecnica insuperabile, che lo porta a sperimentare nuove soluzioni con eccezionali effetti pittorici. Dürer affronta soprattutto temi religiosi e realizza le serie dell'Apocalisse, della Passione di Cristo e della Vita della Vergine, ma crea anche capolavori enigmatici come le allegorie Il cavaliere, la morte e il diavolo e la Malinconia.
Dürer è affascinato dalla varietà della natura, dalla forma dell'ala di un uccello, dalla stranezza di animali come il rinoceronte, e nei suoi dipinti rivela una cura minuziosa nella descrizione dei dettagli naturalistici. Studia il corpo umano e animali come leprotti, granchi e pappagalli, così che, quando rappresenta la natura, è talmente preciso che un botanico può riconoscere le piante descritte.
Si interessa di letteratura e alchimia, di matematica e astronomia ed è il primo artista tedesco a studiare gli aspetti teorici dell'arte. Scrive diversi trattati ispirati alle teorie di Leon Battista Alberti e di Vitruvio; la sua più celebre pubblicazione riguarda la proporzione del corpo umano.
Dalla Germania ai Paesi Bassi, da Venezia a Roma, Dürer viaggia molto e annota ciò che vede in acquerelli vivaci. È affascinato soprattutto dall'Italia, dove compie due viaggi: studia le opere di Mantegna, di Leonardo, e apprezza il prestigio sociale di cui godono gli artisti. A Venezia ammira lo stile delicato di Giovanni Bellini, il pittore più amato, e da lui impara a usare una luce più calda e avvolgente. Lo stile accurato ed elegante di opere come la Festa del Rosario suggestiona gli artisti veneti, mentre la perfezione con cui Dürer dipinge i riflessi di luce sui capelli delle Madonne impressiona lo stesso Bellini al punto da fargli credere che si servisse di speciali pennelli sottili.
Al successo di Dürer contribuisce anche la cerchia dei suoi amici e clienti abituali. Il pittore frequenta, infatti, umanisti, banchieri, mercanti, teologi e diventa l'artista di corte dell'imperatore Massimiliano I e poi del principe elettore Federico di Sassonia. Per quest'ultimo realizza quadri a soggetto religioso come l'Adorazione dei Magi, mentre alla corte di Massimiliano I lavora come ritrattista e illustratore di libri. Per questa clientela prestigiosa realizza, infatti, vari ritratti in cui cerca di cogliere caratteri e personalità, invece di celebrare stato sociale e ricchezza.
Dürer, unico tra gli artisti della sua epoca, è il pittore degli autoritratti: il primo lo esegue quando ha appena 13 anni. Quasi ossessionato dalla sua immagine, si raffigura anche nei dipinti sacri, talvolta nascosto tra la folla. Nella quantità e nella fierezza degli autoritratti si intuisce l'orgoglio di chi è consapevole del proprio ruolo all'interno della società, quello di un artista stimato per le sue opere quanto per la sua cultura.