Bellini, Giovanni
Il pittore di Madonne dolci e malinconiche
Nato a Venezia, dove trascorrerà tutta la vita, Giovanni Bellini proviene da una famiglia prestigiosa di pittori. Attivo dalla seconda metà del Quattrocento ai primi anni del Cinquecento, l'artista dipinge soprattutto quadri di soggetto religioso in cui infonde un valore nuovo al colore e alla natura. Grazie al successo e alla fama raggiunti, finirà per essere nominato pittore ufficiale della città
Giovanni Bellini, nato a Venezia nel 1432, impara a dipingere nella bottega del padre Jacopo, pittore molto celebre a Venezia. Con lui lavora anche Gentile, il fratello maggiore, che gode a sua volta di un prestigio tale da essere inviato a Costantinopoli per dipingere un ritratto del sultano. A ispirarlo è tuttavia il cognato, il grande pittore Andrea Mantegna.
Il nome di Bellini è legato soprattutto alle bellissime pale d'altare, dipinti che erano collocati sugli altari delle chiese, dove venivano celebrati Madonne e santi. In queste pale Bellini interpreta in modo nuovo la raffigurazione di soggetti sacri che a Venezia si tramandava dall'epoca bizantina. Le figure non sono più rappresentate in rigide pose frontali, ma si dispongono nello spazio rivolgendosi tra di loro fino a costituire un ideale dialogo: nasce così il genere detto 'della Sacra conversazione'. Anche i dipinti di Antonello da Messina e Piero della Francesca diventano riferimenti importanti per questo nuovo rapporto tra spazio e figure che il pittore ricerca, mentre la luce uniforme e avvolgente costituisce una sua originale innovazione. In queste opere Bellini dipinge più spesso santi attivi nell'organizzazione della chiesa, come s. Pietro, rispetto agli eremiti come s. Girolamo: in questo modo, intervenendo su un tema all'epoca molto discusso nella sua città, esalta il modello di vita attiva rispetto a quello di vita contemplativa e attraverso i quadri invita i fedeli ad agire oltre che a pregare.
Bellini diventa il pittore più famoso e ricercato di Venezia e il suo legame con la città, che non lascerà mai fino alla morte, nel 1516, è così forte che anche in alcune pale d'altare si possono riconoscere allusioni a scenari veneziani, come quando evoca in un mosaico la decorazione della basilica di S. Marco. Osserva con attenzione Venezia e forse proprio dalla sua natura di città immersa nell'acqua trae il suggerimento per una pittura dove il colore prevale sul disegno. Come l'atmosfera della laguna veneziana confonde i profili dei palazzi così la pennellata sfumata di Bellini immerge le forme in una luce diffusa e calda. Non sono le linee del disegno ma è il colore stesso che, con le sue variazioni di tono, costruisce i corpi solidi delle figure. In questo modo Bellini apre la strada al cosiddetto tonalismo veneto, uno stile che verrà reso celebre da Tiziano. Inoltre riesce a esprimere l'accordo fra natura e spirito, perché la luce che avvolge ogni forma è espressione dell'armonia nel Creato.
Bellini dipinge una numerosa serie di Madonne con Bambino in modo sempre vivo e originale, secondo uno schema che farà da modello per tutta la pittura veneta: il gruppo sacro è in primo piano e forma una piramide, mentre un drappo o una tenda lo separa dal paesaggio sullo sfondo. Se osserviamo il paesaggio esso ci sembra del tutto naturale, eppure nasconde simboli e significati. Per esempio, la rocca sulla collina allude alla forza di Maria e della Chiesa, gli animali sono simboli della lotta tra il bene e il male, i pastori ricordano Cristo pastore di anime.
Le Madonne con Bambino non sono immagini liete, lo sguardo materno rivela anzi una dolcezza malinconica. Tanti particolari alludono infatti alla morte di Cristo e invitano alla meditazione. Gesù viene dipinto su un parapetto di marmo che allude alla tomba o mentre dorme un sonno che simboleggia la sua morte, o anche mentre gioca con frutti come il melograno, simbolo della sua Passione. Anche la posizione così apparentemente naturale dei piedini incrociati rimanda ai piedi inchiodati di Gesù sulla croce.