Ingegnere francese (Digione 1832 - Parigi 1923). Attivo soprattutto in Francia, deve la sua notorietà alla torre, che porta il suo nome, realizzata per l'esposizione universale del 1889 a Parigi.
Dopo aver studiato chimica, indirizzatosi, per circostanze contingenti, alle costruzioni in ferro, lavorò per imprese legate alle ferrovie e realizzò il suo primo viadotto (1858) sulla Garonna, a Bordeaux, con fondazioni a aria compressa e travature metalliche a traliccio. Nel 1867 fondò una sua propria impresa (Maison G. Eiffel - Ateliers de constructions métalliques) a Levallois-Perret e studiò in particolare l'unione degli elementi in ferro e ghisa, le armature ad arco, il lancio delle travate metalliche, i piloni quadrangolari controventati e quelli a costolatura curva e brevettò un sistema per ponti smontabili. Fu attivo in Francia e all'estero e, tra le sue realizzazioni (ponti ferroviarî e stradali, gazometri, grandi magazzini, ecc.), hanno particolare rilievo il ponte Maria Pia sul Douro a Oporto (1877), il viadotto di Garabit presso Nîmes (1880-84) e la torre, che porta il suo nome, per l'esposizione di Parigi del 1889, certamente la sua opera più popolare e audace (300 m di altezza, massa 8000 t), considerata simbolo della nuova architettura. Attaccato al momento dello scandalo del canale di Panama, per il quale aveva costruito le chiuse, lasciò la direzione della sua impresa per dedicarsi allo studio della meteorologia e dell'aerodinamica: pubblicò Recherches expérimentales sur la résistence de l'air (1907) e continuò i suoi esperimenti in una galleria aerodinamica realizzata ad Auteuil.