alimentazione
L’insieme dei processi che, tramite il procacciamento e l’assunzione di prodotti di origine animale e vegetale, forniscono l’energia e i costituenti chimici (nutrienti) necessari per il mantenimento e lo sviluppo degli organismi viventi. L’a. umana, in partic., è il consumo da parte dell’uomo di alimenti solidi e liquidi e bevande, in varie combinazioni e modalità, volto ad assicurare l’assunzione di energia, nutrienti ed altre sostanze di interesse nutrizionale, e a garantire crescita, sviluppo e stato di salute ottimale. Tenendo a mente le molteplici valenze socio-economiche, biologiche ed epidemiologiche, che intrinsecamente la contraddistinguono, l’a. costituisce una sorta di sistema reticolare, da cui, per reciproche interazioni, dipende la qualità della vita.
L’a. naturale è un processo complesso che presuppone l’integrità di alcune diverse funzioni (capacità di introduzione del cibo nella cavità orale, masticazione, deglutizione, digestione, transito intestinale, assorbimento e metabolismo dei nutrienti contenuti negli alimenti). A causa di una condizione patologica, o per gli esiti di una patologia, l’a. naturale può essere in tutto o in parte, temporaneamente o permanentemente, compromessa, limitando o precludendo l’assunzione di alimenti (e quindi di nutrienti) in quantità e qualità adeguate. Si ha a. assistita in presenza di una normale o sufficiente funzionalità dell’apparato digerente, che necessita però di assistenza di terzi a causa di una ridotta o assente autonomia dell’individuo ad assumere alimenti o bevande (per es., nel neonato, nell’infante, in presenza di varie disabilità, nell’anziano, in presenza di malattie neurodegenerative, ecc.). Quando l’a. naturale, spontanea o assistita è insufficiente a soddisfare i fabbisogni di acqua e di nutrienti, deve essere preso in considerazione il ricorso alla nutrizione artificiale, enterale o parenterale.
Nell’uso comune, particolarmente nelle lingue latine, i termini a. e nutrizione sono intesi come sinonimi, distinti da semplice sfumature di senso. Nel linguaggio della comunità scientifica, la nutrizione (➔) riguarda specificatamente il complesso di fenomeni relativi alla funzione e allo scambio (metabolismo) di energia e di nutrienti nell’organismo, l’essenzialità e i bisogni nelle varie condizioni di età e di vita e gli equilibri e i rapporti con la salute. Da qui, ad esempio, la necessaria distinzione tra a. naturale e nutrizione artificiale.
Si ha una patologia dell’a. in presenza di una inadeguata assunzione di alimenti e bevande, in difetto o in eccesso rispetto ai fabbisogni per il mantenimento dello stato di salute. Le patologie per difetto di a. sono dovute a ipo-fagia, cioè la ridotta assunzione di cibo; questa può essere la conseguenza del diminuito desiderio di alimentarsi (anoressia secondaria) o di una serie di altri fattori che interferiscono con l’a. naturale (depressione, malattie neurologiche, difficoltà nella masticazione e nella deglutizione, ecc.). La patologia per eccesso di a. è l’obesità, determinata sostanzialmente da uno squilibrio tra un’eccessiva introduzione calorica e un diminuito consumo energetico; l’obesità comporta un aumento del rischio di mortalità e di morbilità per ipertensione arteriosa, dislipidemia, diabete mellito, malattia coronarica, diverse tipologie di tumori, ecc. Tipiche patologie dell’a. sono anche i disturbi primitivi del comportamento alimentare, che comprendono anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbi da alimentazione incontrollata (BED, Binge Eating Disorders). Altre patologie legate all’a. sono le malattie da carenza (avitaminosi, osteoporosi, anemie nutrizionali, ecc.), quelle da contaminazione biologica o tossica degli alimenti, quelle da radicali liberi e le sindromi da malassorbimento.