Poeta lettone (Laudona, Riga, 1912 - Riga 2006), esule in Svezia (dal 1945), dove diresse il Fondo nazionale lettone. Dall'iniziale ispirazione mistica di Kristus un mīla ("Cristo e l'amore", 1934), passò, sotto l'influenza di Rainis, alla tradizione del canto popolare (Zelta vālodze "Il tordo d'oro", 1939; Varaviksna "L'arcobaleno", 1942) e successivamente alla vena patriottica delle liriche composte durante la seconda guerra mondiale (nella quale E., che sognava la libertà della Lettonia, combatté a fianco dei Tedeschi): Nīcība ("Caducità", 1942); Dievs, tava zeme deg ("Dio, la tua terra brucia", 1943). Nella produzione dell'esilio dominano temi sociali e politici: Uz vairoga ("Sullo scudo", 1946); Otranto (1956); Lāsts ("Maledizione", 1961); Kad tu acis izlaucisi tēvu zeme? ("Quando asciugherai i tuoi occhi, o patria?", 1964); Caur daudzām zemju zemēm, caur daudzām debesīm ("Per molte terre del mondo, per molte nubi", 1982); Svešais cirvis cērt un cērt ("Straniera una scure recide e taglia", 1986). Tra i suoi scritti più recenti: Tauta manas mājas (1993) e Sila priede (2001).