Scultore indiano (n. Mumbai 1954). Formatosi a Londra; partecipe della cultura orientale e della contemporanea ricerca occidentale, K. ha realizzato sculture e installazioni di vari elementi, capaci di suscitare coinvolgimenti sensuali e spirituali: strutture in gesso, legno, pietra, cemento, fibra di vetro, lasciate a nudo o impregnate di vividi pigmenti, e dal 1995 anche in rilucente acciaio, vagamente biomorfiche, che alludono a concetti opposti (contenuto-contenente, presenza-assenza, fragilità-invulnerabilità, compattezza-penetrazione).
Trasferitosi a Londra, si è formato al Hornsey college of arts (1973-77) e alla Chelsea school of art (1977-78). Dagli anni Ottanta si è imposto all'attenzione internazionale: nel 1990 ha rappresentato il Regno Unito alla XLIV Biennale di Venezia (ottenendo il premio 2000), nel 1991 gli è stato conferito il premio Turner di Londra e nel 1996 è stato invitato speciale alla Biennale di San Paolo, in Brasile. Nel 1999 ha progettato per il Baltic, centro di arte contemporanea sulla foce del Tyne, Taratantara, installazione monumentale in PVC rosso, riproposta a Napoli nel 2000; per la Playhouse di Nottingham ha realizzato Sky mirror (2001), una scultura in acciaio. Del 2004 è Cloud Gate, scultura in acciaio installata al Millennium Park di Chicago, mentre è in corso di realizzazione un monumento litico che sarà collocato nella Hanover Square di New York a commemorazione delle vittime britanniche dell'11 settembre. Dal maggio al settembre 2008 l'Institute of contemporary art di Boston ha ospitato la mostra Anish Kapoor: past, present, future, prima ricognizione museografica della sua produzione artistica, mentre a Milano sono state presentate nel 2011 le installazioni Dirty corner e My red homeland, da cui emana l’effetto di lenta e impercettibile metamorfosi. Tra le esposizioni più recenti si segnalano Painting (Oxford, Modern Art, 2021) l'ampia retrospettiva Anish Kaapor (Venezia, Gallerie dell'Accademia e Palazzo Manfrin 2022) e Untrue unreal (Firenze, Palazzo Strozzi, 2023).