Scrittrice francese (Parigi 1766 - ivi 1817), figlia del ministro J. Necker. Formatasi sui principî di Rousseau, cui consacrò le Lettres sur les ouvrages et le caractère de Jean-Jacques Rousseau (1788), ma anche di Montesquieu e di Condorcet, si volse alle dottrine e ai problemi che diverranno proprî ed essenziali del romanticismo: essa annunciò e promosse una nuova letteratura che, fuori dagli schemi classici e razionalistici, interpretasse il libero sentimento individuale, una letteratura non soltanto francese ma europea. A questi propositi si ispirarono il libro De l'influence des passions sur le bonheur des individus et des nations (1796), l'Essai sur les fictions (pubbl. in Recueil de morceaux détachés, 1795) e, con maggiore impegno e vigore persuasivo, il trattato De la littérature considérée dans ses rapports avec les institutions sociales (2 voll., 1800), dove il rapporto tra società e letteratura è sentito in funzione di concrete esigenze storiche. L'opera della scrittrice si svolgeva attraverso ricche e intense relazioni intellettuali, favorite dalla sua alta posizione sociale: prima nella casa paterna, poi nella sua quando sposò (1786) il barone di S.-H., ministro di Svezia a Parigi. Durante la Rivoluzione, volle esercitare un'influenza politica, senza grande fortuna. Visse per lunghi periodi nel castello di Coppet, sul Lago di Ginevra, raccogliendo intorno a sé un gruppo cosmopolita di letterati e di pensatori, concordi nelle sue direttive. Ivi conobbe (1794) B. Constant, che ella amò intensamente, ma non senza profonde crisi, e che aiutò nelle aspirazioni politiche. Espulsa da Parigi (1803) per ordine di Napoleone, intraprese un viaggio in Germania dove incontrò Goethe, Schiller, Wieland, Fichte, A. W. Schlegel (da lei scelto a precettore dei figli): questo viaggio rianimò le sue ambizioni letterarie e offrì nuovi elementi alla sua dottrina critica. Aveva pubblicato un romanzo, Delphine (4 voll., 1802), in cui l'eroina, che sconta nei suoi sentimenti più cari il dono di un'intelligenza troppo alta, rispecchia manifestamente il carattere dell'autrice. Mortole il padre (1804), che adorava, ne celebrò la memoria nelle pagine Du caractère de Monsieur Necker et de sa vie privée. Al viaggio in Germania seguì il viaggio in Italia (1805); a Milano conobbe V. Monti, attestandogli una viva simpatia; visitò Parma, Bologna; a Roma vide i fratelli Humboldt, Tieck, Angelica Kaufmann, e Sismondi; giunse fino a Napoli e ritornò, per la via di Firenze, a Milano e poi a Coppet. Il suo secondo romanzo, Corinne, ou l'Italie (2 voll., 1807), intreccia alla descrizione dell'Italia antica e moderna (talora condotta aridamente, come in una guida o in un repertorio artistico) la storia d'amore della poetessa Corinna e del nobile inglese Osvaldo. In più d'un capitolo di Corinne la S. delinea chiaramente le sue idee critiche, dispone in un contrasto drammatico la poesia del Nord e quella del Mezzogiorno, lascia intravedere la sua fervida adesione al romanticismo germanico. Questa è ormai la preoccupazione dominante del suo spirito, e fu l'argomento della sua opera più significativa, in cui adunò le sue esperienze nel campo del pensiero e dell'arte, De l'Allemagne (3 voll., 1810), tolta dalla circolazione per ordine di Napoleone, che espulse nuovamente la S. dalla Francia. Essa riparò a Coppet; nel 1812 si spinse fino a Vienna; ma, incalzata dalla polizia, e giunta in Russia mentre già aveva inizio la campagna di guerra, risalì fino a Mosca, poi a Pietroburgo; di là in Svezia, dove Bernadotte l'accolse cortesemente, e finalmente in Inghilterra. A Londra l'Allemagne fu nuovamente stampato (1813) e, questa volta, diffuso liberamente (un'altra edizione apparve a Parigi nel 1814): il libro ebbe una vasta risonanza, e specialmente per le sue nuove idee sul teatro può essere considerato uno dei primi "manifesti" del romanticismo francese. Con l'Allemagne la S. coronava la sua attività, o, come essa pensava, la sua missione. Attese ancora (1814) alle Considérations sur la Révolution française (3 voll., post., 1818) e nel 1816 diede alla Biblioteca italiana quella Lettera sulla maniera e utilità delle traduzioni, che fu il segnale della battaglia romantica in Italia. L'opera della S. è essenziale per la storia del romanticismo europeo, essendo stata ella stessa la grande ambasciatrice in Europa, specialmente in Francia e in Italia, della dottrina e delle poetiche romantiche tedesche.