Nel linguaggio filosofico, originariamente indicava un generale rapporto di opposizione fra due concetti. Aristotele per primo ne teorizzò i vari aspetti. Da Kant in poi, a. significa il termine negativo dell’opposizione stessa. Precisamente, per Kant, l’a. è la proposizione che, in un’antinomia, contraddice la tesi. Nella dialettica hegeliana, l’a., generatasi in seno alla tesi, si risolve con essa nella sintesi, conciliatrice e insieme superatrice, nella propria concretezza, di quei due momenti astratti.
Figura retorica consistente in un accostamento di parole o concetti contrapposti che acquistano rilievo dalla vicinanza e dalla disposizione per lo più simmetrica. Si ottiene sia affermando una cosa e negando insieme la sua contraria (Non fronda verde, ma di color fosco, Dante), sia mettendo a contrasto due fatti opposti e ambedue reali (Presume di rifar tutto, perché nulla sa fare, Leopardi).