(russo Aral o Aral′skoe more) Grande lago dell’Asia centro-occidentale, tra Uzbekistan e Kazakistan, a E del Mar Caspio, che fino alla metà del 20° sec. era per estensione il sesto della Terra (66.000 km2 nel 1950). Già assai rimpicciolito nel corso degli anni 1960, durante i due decenni successivi ha continuato a ridursi (41.000 km2 nel 1988) e ha finito con il frazionarsi in due laghi relitti del tutto separati tra loro (il Grande A., a S, e il Piccolo A., a N) la cui area complessiva, si è contratta a meno di 34.000 km2. Queste modifiche sono dovute al fatto che l’A., lago privo di sbocco al mare e soggetto a intensa evaporazione a causa del carattere fortemente continentale e a tratti decisamente desertico del clima della regione, riusciva a mantenere il proprio equilibrio idrico solo in virtù delle grandi portate dei due immissari, l’Amudar’ja e il Syrdar’ja. Tali portate sono assai diminuite per i continui e ingenti prelievi di acqua destinata all’irrigazione di ampie aree cotonicole delle repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale.
Il Grande A. corrisponde alle sezioni meridionale e mediana dell’antico bacino ed è alimentato dall’Amudar’ja; il Piccolo A. corrisponde all’estrema parte settentrionale ed è alimentato dal Syrdar’ja. Il primo è ampio poco meno di 20.000 km2 e accoglie circa 130 km3 di acqua; il secondo ha una superficie inferiore a 2000 km2 e un volume di una decina di km3. Se il processo di riduzione continuerà, il Grande A. subirà un ulteriore frazionamento in diversi piccoli bacini separati e il Piccolo A., forse, si prosciugherà del tutto.
Il progressivo rimpicciolimento dell’area lacustre ha innescato altri importanti fenomeni dalle conseguenze allarmanti sull’organizzazione di un territorio dove l’intensa utilizzazione idrica aveva portato allo sviluppo di remunerative attività agricole e pescherecce. Infatti, l’aumento della salinità dell’acqua (ormai di poco inferiore a quella media del mare), determinato dalla diminuzione del volume idrico, ha causato la scomparsa di molte specie ittiche e ha altresì indotto un’accentuata salinizzazione dei suoli circostanti (per infiltrazione o per trasporto eolico del sale concrezionato su quello che era il fondo lacustre ormai allo scoperto), abbassandone fortemente la fertilità. La situazione di degrado ambientale aveva già negli ultimi anni 1980 suscitato preoccupazioni nella dirigenza politica sovietica ed era stata istituita una commissione per valutare vari progetti volti al ripristino del volume idrico dell’Aral. La fine dell’Unione Sovietica e gli interessi, a volte contrastanti, delle Repubbliche neoindipendenti non hanno consentito di dar corso ad alcuno di tali progetti.