armi
Strumenti per sopraffare
Le armi più antiche impiegate dall'uomo all'alba della propria storia furono semplici pietre o bastoni appuntiti. Strumenti rozzi nelle mani dei primi uomini che andavano popolando la Terra, esse vennero utilizzate sia per cacciare o difendersi dagli animali, sia per colpire, ferire e uccidere altri uomini. La storia delle armi, dalla preistoria fino all'uso del laser o dei satelliti, si intreccia con quella delle conoscenze scientifiche: la scoperta del fuoco, della polvere da sparo, le tecniche per forgiare l'acciaio, la stessa informatica si sono infatti rivelati tutti possibili strumenti per tenere sotto controllo i nemici
Le prime armi erano costituite da semplici sassi da lanciare o da bastoni acuminati, la cui punta era ottenuta affilando il legno che veniva parzialmente bruciato o servendosi di una pietra. L'uso dei bastoni come armi significò un passo notevole nell'evoluzione umana, perché costituì probabilmente il primo utensile utilizzato dai nostri progenitori e fece capire che si potevano usare strumenti per migliorare la potenza muscolare. Un bastone, infatti, permette di moltiplicare l'effetto offensivo della muscolatura del braccio e ottenere una vera e propria arma.
Armi primitive furono le asce, costruite con una pietra legata con tendini a un bastone, le fionde, di cui si hanno tracce anche nella Bibbia, le cerbottane e i boomerang, utilizzati anche in India, in Africa, nell'Antico Egitto e nell'Europa del 10.000 a.C. Un'altra arma primitiva, adoperata per esempio dai cacciatori di renne dell'Europa settentrionale nel tardo periodo glaciale ‒ circa 12.000 anni fa ‒, era costituita dal propulsore, inventato nel tardo Paleolitico. Si tratta di un legno che possiede una scanalatura, entro cui si pone il corpo da gettare, anche una freccia. La veloce rotazione del braccio, aumentata dal maggior raggio dovuto alla lunghezza del propulsore, consente di scagliare con forza l'oggetto.
L'invenzione dell'arco aprì la strada ad armi di nuova concezione. In Europa esso si diffuse in un periodo tra il 30.000 e il 15.000 a.C., a metà del Paleolitico superiore. Come frecce erano impiegati bastoni con punte di selce o uncini fatti del medesimo materiale; per garantire una maggiore stabilità e precisione all'arma si cominciarono ad alloggiare le piume di grossi uccelli, come le aquile, presso l'estremità inferiore della freccia. La scoperta dei metalli comportò un ulteriore passo avanti nella realizzazione delle armi e attorno al 3.000 a.C. comparvero punte di lance, frecce e lame realizzate con rame. Nell'Età del Bronzo, dalle daghe (una sorta di spade corte e tozze) si svilupparono le prime spade, assieme agli stiletti, che erano lunghi e affusolati coltelli. La costruzione delle spade ebbe una grande evoluzione nell'Età del Ferro, in quanto la maggiore robustezza del materiale consentì di ottenere armi più efficaci.
Intorno all'inizio del 2° millennio a.C. gli eserciti mediorientali impiegarono per primi i cavalli ‒ addomesticati già dalla fine del 4° millennio ‒ per trainare carri leggeri da battaglia. Successivamente si sviluppò la cavalleria; i fanti, invece, cominciarono a essere protetti con armi di difesa, come scudi, gambali ed elmi.
I Greci furono tra i primi a fare uso di vere e proprie macchine da guerra. In particolare, alcune di queste armi furono create da Archimede, lo scienziato siracusano che nel 3° secolo a.C. riuscì a rallentare la conquista della città sicula da parte dei Romani. Una delle prime macchine da guerra a essere costruita fu la balestra, un arco dotato di un fermo che poteva essere caricato usando la forza muscolare di braccia e gambe. Nel corso del 4° secolo a.C. furono probabilmente costruite anche le prime baliste ‒ dette anche balestre giganti ‒ in cui le operazioni di caricamento venivano effettuate tramite corde e argani. Queste macchine erano utilizzate per lanciare pietre o grossi dardi o per funzionare come vere e proprie catapulte a tensione, con un effetto che era aumentato anche dall'esistenza di una fionda contenente l'oggetto da scagliare. I Romani perfezionarono ulteriormente una parte di queste invenzioni: alcune catapulte, come l'onagro, permettevano il lancio di macigni di massa superiore ai 100 kg con una gittata di oltre 400 m.
Nel Medioevo si migliorarono le tecniche di difesa passive con la realizzazione di robuste armature che, a partire dal 12° secolo, consentivano una protezione pressoché completa del combattente; ciò però avveniva a scapito della mobilità del soldato o del cavaliere, che veniva ostacolata dal loro enorme peso.
Anche le balestre, a partire dalla seconda metà del 14° secolo, migliorarono la loro tecnologia con l'ausilio di ingranaggi e pulegge che permettevano di immagazzinare, sotto forma di energia elastica, una quantità maggiore di energia utile da impiegare per il lancio. Macchine da guerra particolarmente elaborate furono progettate da Leonardo Da Vinci.
Ma la vera scoperta che rivoluzionò l'arte della guerra fu la polvere da sparo. La polvere pirica era conosciuta almeno nel 10° secolo in Cina, ma non è ben chiaro come questa conoscenza sia giunta in Europa. Già nel 13° secolo, comunque, in Europa si sapevano mescolare salnitro, zolfo e carbone di legna per farne fuochi pirotecnici, ma solo un secolo più tardi ci si accorse che questa mistura poteva essere utilizzata per scagliare lontano un proiettile. Verso gli inizi del 15° secolo si cominciarono a diffondere così i primi rudimentali cannoni.
L'uso della miccia condusse alla costruzione dei primi archibugi, gli antenati dei moderni fucili. Questi ultimi furono migliorati tramite l'utilizzo della pirite, un minerale che produce scintille quando è sfregato contro un metallo e che permise la realizzazione del cosiddetto meccanismo a ruota. Tale meccanismo, studiato anche da Leonardo Da Vinci, accendeva, grazie alle scintille, la carica, consentendo lo sparo. Il meccanismo a ruota, riducendo le dimensioni dei meccanismi di accensione, permise anche la produzione delle prime pistole. Nel 18° secolo furono introdotte sui fucili le baionette per il combattimento corpo a corpo. Se inizialmente queste acuminate armi bianche erano fissate direttamente sulla bocca del fucile, successivamente le si posizionò a lato della canna, in modo tale da non compromettere la possibilità di sparare. Nei secoli successivi altri miglioramenti furono rappresentati dall'introduzione del meccanismo a tamburo, dalle armi automatiche e dalla mitragliatrice.
L'epoca delle armi moderne vide la scoperta di altri strumenti di offesa. Oltre a utilizzare bombe e mine, carri armati e sommergibili, durante la Prima guerra mondiale si sperimentò l'uso dei gas quali armi chimiche. Il timore di una guerra non convenzionale, condotta con armi chimiche o batteriologiche, è da allora molto presente. Esiste infatti la possibilità che si utilizzino batteri di antrace o del vaiolo come armi di sterminio di massa capaci di uccidere indiscriminatamente centinaia di milioni di persone.
La fine della Seconda guerra mondiale fu caratterizzata dallo scoppio delle prime bombe atomiche (armi atomiche): terribili armi di sterminio di massa cha da allora fanno parte degli arsenali bellici di alcuni paesi.
Anche le ultime scoperte scientifiche sono divenute strumenti per la guerra. Oltre all'uso sempre più diffuso dei missili, sono utilizzati i satelliti, per esempio, per sorvegliare il territorio del nemico, monitorarne le comunicazioni ed eventualmente accecare gli stessi satelliti dell'avversario.
Oggi i soldati utilizzano il laser come strumento per puntare l'obiettivo e visori a raggi infrarossi per vedere anche di notte. Paradossalmente, l'equipaggiamento dei moderni soldati sta nuovamente diventando pesante come quello dei cavalieri medievali, ed è così che una delle soluzioni allo studio nei laboratori è quella di fornire alla fanteria un esoscheletro, cioè uno scheletro esterno per aumentare la potenza muscolare consentendo di effettuare salti lunghi diversi metri e di camminare per ore senza stancarsi pur portando sulle spalle zaini estremamente pesanti.
Un'altra strada seguita nell'ambito dell'evoluzione degli armamenti è quella dei veicoli automatici senza pilota: robot semoventi in grado di colpire o di effettuare operazioni come lo sminamento di un'area. Altri veicoli senza piloti vengono usati già oggi: si tratta di piccoli aerei per l'osservazione delle aree avversarie. Infine, si sta anche sperimentando l'uso di 'insetti' meccanici capaci di effettuare operazioni di sorveglianza e spionaggio dietro le linee nemiche.