Autorità nazionale palestinese (ANP) Istituzione politica costituitasi nel 1993 in seguito agli accordi di pace di Oslo tra l’OLP (Organizzazione per la liberazione della Palestina) e Israele. Quest’ultimo ha conferito all’A. il mandato di governo su parte dei territori occupati da Israele dopo la guerra del 1967 (Striscia di Ghaza e parte della Cisgiordania, in particolare le città di Gerico, Hebron, Nablus e Betlemme). La giurisdizione dell'A. concerne il governo civile e l'attività di polizia; Israele gode del diritto di intervenire nei territori amministrati dall’A. per ragioni di sicurezza. Nel 2005 il governo israeliano ha operato una vasta operazione di evacuazione dei coloni ebrei dalla Striscia di Ghaza. Dal punto di vista politico, le elezioni legislative del 2006 svoltesi nei territori amministrati dall’A. hanno portato alla vittoria di Ḥamas, che ha ribadito il rifiuto di riconoscere lo Stato di Israele. Questa politica ha generato un inasprimento dei rapporti con il governo israeliano che ha accentuato le misure di boicottaggio nei confronti dell’amministrazione dell’A.; ciò ha provocato la rottura interna tra il fronte di Ḥamas e il fronte dei moderati di Al-Fatah, generando una situazione di profonda divisione. L’A. è organizzata in un Consiglio dell’autonomia composto di 88 membri eletti a suffragio universale, un primo ministro designato dal Consiglio e un presidente eletto a suffragio diretto. Nel novembre 2012, con 138 voti favorevoli (tra cui quello dell'Italia), 9 contrari e 41 astenuti, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto l'Autorità nazionale palestinese come Stato osservatore non membro dell'ONU; tale condizione conferisce all'ANP legittimità internazionale e le permette di presentare richiesta di adesione in qualità di Stato membro e di fare ricorso alla Corte penale internazionale.