Comune della Campania (30,55 km2 con 53.346 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. La città è situata a 350 m s.l.m. al centro di una conca circondata dai massicci montuosi del Partenio e dei Picentini. L’antico centro, dal tipico aspetto medievale sorge su un breve terrazzo rialzato tra due torrenti (S. Francesco e Rigatore) del bacino del fiume Sabato ed è addensato attorno alla cattedrale. Dalla metà del decennio 1950 un sensibile incremento demografico ha portato a una certa espansione urbana: a N in direzione di Benevento; a O con un lungo impianto a scacchiera; a E verso la stazione ferroviaria (sulle linee per Benevento e Rocchetta Sant’Antonio-Lacedonia) e il centro di Atripalda, con il quale ormai A. tende a congiungersi. Il terremoto del 23 novembre 1980 ha provocato ingenti danni, rendendo necessaria una vasta ricostruzione. Industrie tradizionali (fabbriche di cappelli di feltro e panni lana, accanto a moderni impianti tessili) sono affiancate da attività meccaniche (connesse con l’industria automobilistica di Pomigliano d’Arco) nel vicino nucleo industriale di Pianodardine.
È l’antica Abellinum, città degli Irpini, colonia romana forse fin dall’età di Silla; sorgeva presso l’odierna Atripalda, a 3 km da A., nella località La Civita, dove si sono trovati resti. Sede vescovile dal 5° sec., venne conquistata verso l’8° sec. dai duchi longobardi di Benevento i quali la eressero in gastaldato. Distrutta da Ottone I, ben presto risorse e dall’inizio del 12° sec. fino a quasi tutto il 17° fu contesa da conti e principi fino al 1589, quando i Caracciolo assunsero il titolo di principi di A. conservandolo fino al 1844. Nel 1820 A. fu il punto di partenza del movimento insurrezionale per la Costituzione.
Provincia di A. (2806 km2 con 410.369 ab. nel 2020)
Divisa in 118 comuni, si estende nel settore centro-orientale della Campania. Il territorio provinciale, il secondo per estensione dopo quello salernitano, che in gran parte corrisponde alla regione storica dell’Irpinia, è in prevalenza montuoso e accidentato, costituito da imponenti massicci calcarei, ricoperti da boschi, nella parte occidentale (Avella-Partenio, Picentini), e da un uniforme altopiano argilloso di media altezza, nella parte orientale. Il clima è continentale, con elevate escursioni annue e precipitazioni irregolarmente distribuite, con valori massimi autunnali. Dai Monti Picentini scendono il Calore con l’affluente Sabato, il Sele e l’Ofanto. L’Irpinia, provincia soprattutto agricola fino al 1960, ha registrato proprio in quel decennio i primi consistenti insediamenti industriali, favoriti dalla costruzione dell’autostrada Napoli-Bari, dalla realizzazione del nucleo industriale di Pianodardine e dai finanziamenti pubblici per la ricostruzione dopo il sisma del 1980. L’agricoltura è ancora largamente praticata sebbene i processi di modernizzazione si siano affermati in aree limitate; infatti l’industria contribuisce al reddito con una quota quasi del 30%, mentre l’agricoltura è scesa intorno al 4%. Le favorevoli condizioni agropedologiche permettono diverse forme di utilizzazione del suolo e la policoltura (cereali, ortaggi, patate, legumi, vite, alberi da frutta, olivi, noccioli e castagni) conferisce al paesaggio un aspetto caratteristico. Diffuso anche l’allevamento del bestiame. Sviluppati il settore agroalimentare (vini, dolciumi, prodotti lattiero caseari), il commercio e il turismo, legato anche alla diffusione dell’ospitalità rurale.