Dinastia musulmana, che dominò l'Egitto, la Siria, la Mesopotamia e l'Arabia meridionale dalla seconda metà del sec. 12º sino alla metà circa del 13º. Suo fondatore è il curdo Ṣalāḥ ad-dīn Yūsuf ibn Ayyūb (il Saladino), che da modeste origini giunse a sostituirsi ai califfi fatimidi d'Egitto (1177) e, distrutto il regno crociato di Gerusalemme, a fondere i suoi possedimenti siro-egiziani in uno stato unitario. Questa unità si spezzò alla sua morte (1193), per ricostituirsi di fatto dopo qualche anno sotto il fratello al-῾Ādil (1199-1218) e il figlio di questo al-Kāmil (1218-35), anch'essi fortunati avversarî dei Crociati. Con la morte di al-Kāmil, lo stato ayyubita d'Egitto entrò in una crisi, risoltasi solo nel 1250 con la fine della dinastia e l'avvento dei sultani mamelucchi. Rami collaterali della stirpe regnarono contemporaneamente nel Yemen, in Mesopotamia e in Siria; più a lungo di tutti si mantenne ancora nel sec. 14º il ramo siriano di Ḥamāh, cui appartenne lo storico e geografo Abū l-Fidā'.