CATTOLICA, AZIONE (IX, p. 477)
Col riconoscimento dell'Azione cattolica italiana (art. 43 del concordato) come organismo autonomo apolitico, il fascismo aveva accettato di porre un limite al proprio totalitarismo; ma era inevitabile che esso, aiutato anche da correnti liberali fautrici della preminenza statale nel campo scolastico ed educativo, avrebbe tentato di sopraffare le organizzazioni cattoliche. Il tentativo fu fatto nella primavera del 1931 quando, adducendo supposte attività politiche dell'Azione cattolica, essa fu oggetto di una organizzata campagna denigratoria della stampa fascista, che culminò con lo scioglimento di 15.000 associazioni giovanili (30 maggio 1931). Pio XI che durante tutta la polemica aveva difesa l'A.C. con interventi, lettere, discorsi, rispose al provvedimento di soppressione da parte dello stato con una enciclica in lingua italiana (Non abbiamo bisogno, 29 giugno 1931), nella quale denunciava ai vescovi e fedeli del mondo la lotta contro l'A. C. e condannava la dottrina totalitaria del fascismo. Le profonde ripercussioni di questo grave documento misero in luce le conseguenze che un conflitto con la Chiesa avrebbe avuto per il regime; dopo trattative, durante le quali B. Mussolini dovette accedere a tutte le richieste del Papa, il 3 settembre venne reso noto un accordo in base al quale il governo ritirava i provvedimenti presi e la S. Sede riaffermava la stretta dipendenza dell'A. C. dalla gerarchia ecclesiastica, al centro e alla periferia. In questo nuovo ordinamento, le grandi organizzazioni nazionali seguitarono e svilupparono le loro attività; nel 1932 si iniziò il movimento dei laureati cattolici e quello dei maestri; nel 1933 e 1934 le "settimane sociali", di Roma e Padova trattarono temi sulla carità e sulla moralità professionale; nel 1936 sorgeva il Centro cattolico cinematografico; dal 1936 al 1942 furono tenute dai laureati "settimane di cultura" a Camaldoli e congressi nazionali. Le difficoltà esterne, non eliminate dall'accordo del 1931, crebbero notevolmente nel 1938 in occasione della campagna razzista, e si ebbero allora episodî di violenza contro l'A. C. Sotto il pontificato di Pio XII le necessità della difesa spinsero a sottolineare sempre più la dipendenza delle organizzazioni cattoliche dalla gerarchia: a capo dell'A. C. fu posta una commissione cardinalizia con un segretario, il vescovo di Parma, che assumeva autorità e responsabilità direttive (giugno 1940). Cessata la guerra, vennero preparati e approvati nuovi statuti (ottobre 1946), che restituirono ai dirigenti laici responsabili funzioni esecutive, sotto l'alta direzione di una commissione episcopale; il movimento dei laureati e quello dei maestri presero il carattere di associazioni nazionali. Nel settembre 1948 si sono tenuti a Roma i due congressi della Gioventù femminile e maschile di Azione Cattolica.
Fuori d'Italia, l'A. C. è organizzata e si sviluppa in quasi tutti i paesi cattolici, in diverse forme. In Francia, Belgio e Canada francese prevalgono le associazioni specializzate secondo i diversi ambienti sociali (importante specialmente la Jeunesse Ouvrière Catholique, fondata dal can. Cardijn nel Belgio dopo la prima Guerra mondiale); nella Spagna le organizzazioni a tipo unitario secondo il modello italiano (nuovi statuti nel 1939); in Germania l'Azione cattolica subì persecuzioni e soppressioni durante il periodo nazista, ora risorge (eccetto che nella zona russa, dove è tuttora proibita), e così nell'Austria, sotto l'impulso dei vescovi; in Cecoslovacchia le organizzazioni cattoliche erano sviluppate nella Moravia e a Praga (non si hanno notizie dopo il mutamento di governo del febbraio 1948), mentre nella Slovacchia furono perseguitate e poi disciolte nel 1945; in Ungheria le associazioni di A. C. sono adattate a forme locali, e continuano la loro attività, nonostante difficoltà esterne; nell'America latina l'A. C. è già costituita o in via di costituzione in quasi tutti i paesi, ma non presenta la medesima organizzazione ed è lungi dall'avere ovunque la stessa vitalità: è oggi sviluppata nel Messico, in Argentina, in Colombia e nel Perù.
Bibl.: Action catholique et fascisme (trad. dell'enciclica "Non abbiamo bisogno" e documenti raccolti da Documentation catholique), Parigi 1931; C. Biggini, Storia inedita della Conciliazione, Milano 1942; G. Dalla Torre, Azione cattolica e fascismo. Il conflitto del 1931, Roma 1945; L. Salvatorelli, La politica della S. Sede dopo la guerra (special. cap. V), Milano 1937. Ampie notizie sull'A.C. nei varî paesi, in A. Noguer, Acción Católica, 3 voll., Bilbao 1934.