(portoghese Açores o Ilhas Terceiras) Arcipelago di 9 isole maggiori e alcuni isolotti minori nell’Oceano Atlantico (complessivamente 2322 km2 con 242.241 ab. nel 2005); capoluogo Ponta Delgada, isola più vasta São Miguel (747 km2). Costituiscono una regione autonoma appartenente al Portogallo. L’arcipelago è formato dalle parti più elevate di una serie di grandi vulcani (altezza massima Pico Alto 2320 m, nell’isola di Pico) i quali costituiscono la parte emersa della dorsale medio-atlantica. L’arcipelago è caratterizzato da frequente sismicità. Risorsa fondamentale è l’agricoltura. La vite era un tempo la maggiore coltivazione, oggi affiancata dalla frutticoltura (agrumi). Si coltivano anche canna da zucchero (zuccherificio e distilleria), barbabietola, mais, grano e patata dolce (o batata) per la fabbricazione dell’alcol. Allevamento (capre, asini) e pesca, con esportazione di pesce inscatolato. Gli abitanti sono discendenti degli antichi coloni portoghesi e in parte anche di coloni fiamminghi. Le isole sono situate lungo le principali rotte marittime e aeree che collegano l’Europa con l’America.
Probabilmente visitato già dai Cartaginesi e dagli Arabi, esplorato da navigatori italiani nella prima metà del sec. 14°, l’arcipelago fu colonizzato tra il 1432 e il 1457 dai Portoghesi, i quali chiamarono le isole Açores («avvoltoi»), scambiando per questi uccelli i falchi che vi nidificavano in gran numero. Popolate poco dopo da coloni fiamminghi, le A. rimasero in possesso della corona portoghese anche dopo il lodo arbitrale di Alessandro VI (1493). Passarono in mano spagnola quando Filippo II s’impadronì del Portogallo (1580) e vi restarono fino al 1640. Gli Spagnoli favorirono lo sviluppo economico, come base di transito sulla rotta delle Indie Occidentali. Le isole decaddero nel sec. 17° e poi nel 18°, nonostante il marchese di Pombal tentasse di risollevarne le sorti; all’inizio del sec. 19° i suoi abitanti parteciparono attivamente alle lotte di successione al trono di Portogallo rimanendo fedeli a don Pedro e sostenendo i diritti di María da Gloria, che visse ad Angra dal 1830 al 1833.