Architetto e scultore (Venezia 1598 - ivi 1682). Fu il massimo architetto di uno stile, il barocco veneziano, caratterizzato non dalla modellazione di masse e chiaroscuro, ma dalla successione di quinte e di unità spaziali definite; seppe fondere con originalità le esperienze di J. Sansovino e di A. Palladio, creando opere in cui emergono la sua grande capacità inventiva e il sapiente uso plastico della materia e della luce. Tra le realizzazioni più rappresentative si ricordano la chiesa della Salute (completata nel 1648) e i palazzi Pesaro e Rezzonico (1665 e 1667).
Figlio di Melchisedec, originario di Maroggia (Valtellina), fu come il padre scultore. Nella bottega del padre ebbe una duplice formazione, di tecnico, per quanto riguarda l'attività della bottega, e di segretario abile nella preparazione di lettere, gare d'appalti e contabilità, capacità congiunte che fecero in seguito di L. una delle prime figure di architetto professionista. Fu poi apprendista presso V. Scamozzi e, in seguito alla morte del padre e di Scamozzi, avvenute entrambe nel 1616, si mise a capo della bottega familiare, dove lavorarono anche i suoi due fratelli, ottenendo le prime commissioni come architetto intorno al 1620. Fu architetto di Stato di Venezia dal 1640 al 1682.
La sua attività riassomma in sé, arricchendole in virtù di un temperamento originalissimo, esperienze non nuove in Venezia, creando opere che sono capolavori: massimo esempio la chiesa della Salute, iniziata nel 1631 e compiuta nel 1648. Nella triplice scansione spaziale della pianta e dell'alzato, nella presenza del deambulatorio, nell'intento ottico-coloristico dell'uso delle pietre di colore diverso, la Salute, pur rielaborando un'idea architettonica di A. da Labacco (che ha a sua volta origine dalla simbologia dell'Hypnerotomachia Poliphili), si presenta come una realizzazione assai notevole e originale. Tra le costruzioni civili di L., le più notevoli sono i palazzi Papadopoli, Widmann a S. Canciano (prob. 1630), Belloni-Battagià e soprattutto i già citati palazzi Pesaro e Rezzonico, possenti costruzioni in cui predomina un senso pittorico dell'architettura (il contrasto fra la massa plastica della facciata e i fianchi spogli è così accentuato da denunciare chiaramente il senso scenografico di questa architettura) e che elaborano originalmente in senso barocco la tradizione di M. Sanmicheli; notevole interesse hanno anche la chiesa di S. Giustina (ora trasformata), la Sinagoga spagnola (1655), la facciata della scuola dei Carmini (1668), lo scalone del convento di S. Giorgio (1643) e, a Vicenza, le carceri (1656-65).