Il prospetto esterno di un fabbricato, corrispondente a ciascuno dei lati del suo perimetro. Si intende come muro di f. la semplice caratteristica strutturale, mentre assume valore architettonico la sua più articolata connotazione formale: in particolare quella della f. principale, su cui è generalmente aperto l’ingresso e che, di solito, è prospiciente una piazza, una via ecc.
Storicamente, negli organismi architettonici ha sempre indicato il rapporto, strettamente interrelato o assolutamente indifferente, tra l’alzato di un edificio e il suo impianto distributivo interno. La f. ha infatti rivelato sensibili integrazioni stilistico-formali tra i vari linguaggi architettonici adottati e il particolare tipo di pianta dell’edificio (scansioni e ritmi degli assi verticali o orizzontali, concavità, convessità, bucature della f. ecc.) così come si è altrimenti mostrata del tutto autonoma, nella sua configurazione compositiva, rispetto allo sviluppo volumetrico e dimensionale della spazialità interna di un qualsiasi edificio. Interventi di tipo tecnologico o bioclimatici hanno portato a soluzioni diversificate, conferendo alla f. un ruolo efficacemente funzionale. L’evoluzione del linguaggio architettonico (soprattutto dall’architettura delle avanguardie storiche alle tendenze decostruttiviste ecc.) ha inoltre contribuito a diversificare il concetto di f. fino, addirittura, a decretare il superamento del suo ruolo tradizionale.