Struttura muraria prismatica avente per lo più due dimensioni sviluppate secondo un piano verticale e prevalenti rispetto alla terza dimensione (spessore). Il termine indica quindi tanto quelle parti degli edifici che ne costituiscono l’organismo strutturale portante, destinato a sostenere i solai e le coperture, quanto opere interne o esterne di altra destinazione (divisione, chiusura o recinzione e simili). Nelle costruzioni civili il m. maestro è quello su cui grava la parte maggiore del carico applicato, il m. divisorio quello che serve a dividere una stanza in due vani, o a separare ambienti, aree contigue e simili.
Il m. d’attico prosegue il m. di facciata al disopra del cornicione o dell’ultimo piano di un edificio; esso può delimitare ambienti chiusi (che formano il piano attico) oppure essere semplicemente un m. di parapetto (muretto d’attico).
Nei ponti, il m. di testa (o frontale) è posto in corrispondenza di ciascun lato dei ponti ad arco in muratura, di cui sorregge in sommità il coronamento e il parapetto (a in fig. 1). Rivestiti di solito in pietra da taglio, o in cortina di mattoni, i m. di testa hanno spessore sufficiente a resistere alla spinta dovuta al riempimento di ghiaia o di terra sovrastante alla volta dell’arco. I m. d’ala (b in fig. 1) si innestano alle spalle di ponticelli, cavalcavia ecc., in modo da fiancheggiarne gli accessi su entrambe le parti e sostenere il rilevato stradale; hanno altezza decrescente dalla fronte del manufatto fino all’innesto con i m. di risvolto (c in fig. 1), che sono quelli paralleli alla fronte del manufatto stradale; la pendenza longitudinale della sommità dei m. d’ala si fa uguale a quella del rilevato di accesso al manufatto.
Il m. andatore (a in fig. 2) è perpendicolare alla spalla di un ponte con la quale fa corpo. I m. andatori sono disposti d’ambo i lati del ponte in prosecuzione dei m. di testa; in genere si arrestano in corrispondenza del vertice del quarto di cono con cui termina il rilevato stradale.
I m. di sostegno sono strutture murarie atte a sostenere un terrapieno e in particolare i rilevati del corpo stradale. Sono per lo più in muratura di pietrame o di calcestruzzo, oppure in cemento armato. Dal punto di vista strutturale i diversi tipi sono riconducibili sostanzialmente a due categorie: m. a sezione verticale costante per tutta la lunghezza dell’opera e m. con speroni o contrafforti. Tra i m. a sezione costante i tipi più razionali sono quelli a sagoma trapezia con la base maggiore al piede del m. (fig. 3A) oppure con paramento interno a gradoni (fig. 3B). I m. a contrafforti sono generalmente impiegati per altezze notevoli del terrapieno da sostenere e possono essere di tipo diverso a seconda della forma del maschio, cioè della parete muraria continua a contatto della terra, che può essere a sezione trapezia, o a gradini oppure a volta ecc. In ogni caso le dimensioni delle varie parti del m. devono essere tali che in ogni sezione orizzontale della struttura la spinta del terrapieno e il peso della parte sovrastante di m. (e gli altri carichi eventualmente presenti) diano luogo a una curva delle pressioni totalmente contenuta nel m. stesso, con l’ulteriore condizione che le massime sollecitazioni unitarie di compressione siano inferiori ai carichi di sicurezza dei materiali impiegati. Nei m. di sostegno in cemento armato la soletta verticale, di spessore generalmente crescente verso il basso, è incastrata in una soletta orizzontale o suborizzontale di fondo, in modo che il prisma di terra su di essa gravante contribuisca con il suo peso a contrastare la spinta del terrapieno.
I m. di sponda (o banchina) sono m. di sostegno dei terrapieni di calate portuali. L’altezza e il profilo verso mare di un m. di sponda devono essere tali da consentire l’accostamento delle navi, mentre gli spessori della massa muraria sono in relazione all’altezza stessa, ai sovraccarichi agenti sul piano di banchina e al tipo di struttura adottato. Il tirante d’acqua varia da 6 m per velieri e piccole navi da carico, fino a 15 m per navi transoceaniche in servizio passeggeri; la quota del piano di banchina si tiene generalmente a 2-2,50 m al disopra del livello medio marino. Il profilo verso mare dei m. di sponda si fa verticale, con una risega smussata al piede per aumentare la stabilità dell’opera nei riguardi della spinta del terrapieno posto a tergo.
Nel m. a scarpa una parete, anziché verticale, è obliqua in modo che lo spessore della struttura è maggiore in basso che in alto, come in molti m. di sostegno.
I m. di controripa sono m. di sostegno di scarpate con forte inclinazione verso il terrapieno (3 C), i m. di sottoscarpa sono m. di sostegno che non raggiungono la sommità del terrapieno, sicché al di sopra del m. resta in vista la scarpata naturale del terrapieno (3 D).