sezione In generale, la figura con cui si presenta (o si presenterebbe) un oggetto nella sua struttura interna nel caso in cui esso sia (o si immagini) tagliato da un piano (piano di sezione). Anche, la misura della superficie della sezione stessa.
Figura che mostra la struttura interna dell’organo o dell’organismo considerati secondo piani di cui i principali sono: piano di sezione sagittale (o longitudinale, o mediano), coincidente con il piano di simmetria bilaterale; piano di sezione trasversale, ortogonale all’asse cefalo-caudale; piano di sezione frontale, ortogonale all’asse dorso-ventrale.
Grandezza, avente le dimensioni fisiche di una superficie, che fornisce la misura della probabilità di un dato processo di collisione (interazione) tra particelle atomiche e subatomiche. Il suo valore e il suo andamento in funzione dei parametri della collisione sono direttamente legati alle caratteristiche delle forze che inducono il processo stesso; la sezione d’urto costituisce quindi un dato sperimentale primario nello studio della fisica atomica, nucleare e subnucleare. In fig. è schematizzato un esperimento di collisione tra un fascio di particelle (elettroni, neutroni, fotoni, neutrini ecc.) e un bersaglio fisso. Se F è il flusso di particelle (numero di particelle per unità di area e di tempo), di tipo A, che incide su una sezione del bersaglio di area S e ρB il numero di particelle, di tipo B, per unità di volume nel bersaglio di spessore δ, il numero di particelle del bersaglio che sono ‘illuminate’ dal fascio incidente è NB=ρBSδ. Si fissi l’attenzione sugli eventi in cui una particella di un dato tipo C è osservata dal rivelatore che copre un angolo solido ΔΩ rispetto al punto di collisione. La velocità di conteggio dN/dt, cioè il numero di eventi osservati nell’unità di tempo, è direttamente proporzionale alle grandezze F, NB, ΔΩ (se ΔΩ è molto piccolo):
la grandezza dσ/dΩ, a differenza della velocità di conteggio, non dipende dalle particolari condizioni sperimentali, ma dipende solamente dalla maggiore o minore probabilità che abbia luogo il processo A+B→C(nell’angolo solido ΔΩ)+..., dove i puntini indicano le altre particelle, oltre a C, prodotte nella reazione A+B; la grandezza dσ/dΩ, definita operativamente mediante la precedente relazione, è la sezione d’urto differenziale del dato processo e ha le dimensioni di un’area (su steradiante). Il grafico della dσ/dΩ in funzione di ϑ a una fissata energia delle particelle incidenti è generalmente denominato distribuzione angolare del processo.
Un caso notevole è costituito dai processi a due corpi A+B→C+D, nei quali le leggi di conservazione dell’energia e della quantità di moto fanno sì che basta osservare la particella C per determinare la cinematica: la probabilità del processo è in questo caso descritta completamente dalla sezione d’urto differenziale dσ/dΩ=dσ/(dcosϑdϕ), dove ϑ e ϕ sono gli angoli polari e azimutali di C nel sistema di riferimento in cui A si muove lungo l’asse z. La sezione d’urto (talvolta denominata integrale) del processo si ottiene integrando dσ/dΩ sugli angoli
La sezione d’urto per una determinata specie di particelle incidenti su un dato bersaglio e per un determinato processo è pertanto il numero di processi che avvengono nell’unità di tempo diviso il numero di particelle illuminate e il numero di particelle incidenti per unità di tempo e di area. Infine, se si indica con f un particolare stato finale prodotto nella collisione di A e B e con σ(A+B→f) la sezione d’urto del processo che porta a questo stato finale, la somma su tutti i possibili stati finali delle sezioni d’urto definisce la sezione d’urto totale per la collisione di A e B:
σtot fornisce la misura della probabilità che avvenga una qualsiasi interazione tra A e B, e quindi della probabilità totale che una particella del fascio sia rimossa dal fascio stesso per effetto di una collisione. Il cammino medio che la particella A percorre in un bersaglio di particelle B prima di collidere è dato da L=1/(σtot ρB).
Un modo particolarmente espressivo di visualizzare il significato della sezione d’urto totale è di associare a ogni particella del bersaglio una superficie di area σtot trasversale rispetto al fascio incidente; la frazione della superficie totale S ‘occupata’ dalle particelle del bersaglio è allora: p=(NBσtot)/S, che rappresenta la probabilità che una particella del fascio colpisca una delle particelle del bersaglio. Poiché il prodotto FS dà il numero di particelle che arrivano sul bersaglio nell’unità di tempo, il numero di interazioni A+B nell’unità di tempo dN/dt si ottiene semplicemente moltiplicando questo fattore per la probabilità di collisione dN/dt=FSp=σtotNBF, in accordo con quanto detto precedentemente. La sezione d’urto totale di un processo, a differenza di quella differenziale, è una grandezza relativisticamente invariante, assumendo lo stesso valore numerico in tutti i sistemi di riferimento inerziali. L’unità di misura delle sezioni d’urto usata correntemente in fisica nucleare e subnucleare è il barn (1 barn = 10–28 m2).
In cristallografia, per un cristallo uniassico, sezione principale è ogni piano che passa per l’asse ottico; in particolare, sezione principale relativa a un punto P di una faccia è il piano contenente l’asse ottico e la normale in P alla faccia medesima, mentre sezione principale relativa a una data direzione è il piano contenente l’asse ottico e sfaldatura.
Profilo geologico che fornisce, con un certo grado di precisione, indicazioni sulla evoluzione cinematica della deformazione di una catena montuosa e sull’ordine di grandezza del suo raccorciamento. Una sezione geologica bilanciata deve necessariamente essere tracciata parallelamente alla direzione di trasporto tettonico; inoltre, le lunghezze degli strati e le dimensioni delle aree che compaiono in sezione si devono conservare, una volta che i diversi terreni della sezione geologica vengano riportati alla configurazione che avevano prima della fase di deformazione tettonica.
Successione di riflettori sismici, che corrispondono a strati sedimentari, dove sono evidenziati i vari tipi di strutture e configurazioni sismiche presenti nelle successioni sedimentarie sepolte.
La sezione misurata in una località e in un’area-tipo dove affiora, con i suoi limiti inferiore e superiore, una unità litostratigrafica formale (formazione), istituita secondo i criteri particolari descritti nel Codice Stratigrafico Internazionale.
Operazione fondamentale (insieme alla proiezione) nella geometria proiettiva, che consiste nell’intersecare una figura con una retta o con un piano, detti retta e piano di sezione; anche, il risultato di tale operazione.
La sezione aurea o media ragione di un dato segmento AB, è quella parte AX che è media proporzionale tra l’intero segmento e la rimanente parte XB. Mentre i termini media ed estrema ragione (➔ ragione) risalgono a Euclide, l’espressione sezione aurea pare risalga a M. Ohm (1835), ed è, in ogni caso, collegata al carattere di perfezione estetica che nel Rinascimento si attribuiva al rapporto tra un segmento e la sua sezione aurea. L. Pacioli chiamò tale rapporto ‘proporzione divina’ (De divina proportione, 1496) e volle metterlo a fondamento della perfezione estetica di un edificio e dello stesso corpo umano. Così, nei canoni della figura umana di Leonardo e di A. Dürer, l’ombelico divide l’altezza totale secondo la sezione aurea. Per i trattatisti del Cinquecento la sezione aurea è il rapporto perfetto di proporzionalità, quello che meglio corrisponde al concetto di ‘unità nella diversità’. In seguito si è dato valore assai minore a questo tipo di rapporto matematico, sino all’insorgere delle correnti formalistiche contemporanee, che hanno cercato di definire leggi metriche universalmente valide. In questa direzione si ebbe la rivalutazione della sezione aurea da parte di Le Corbusier, in relazione alla sua teoria proporzionale del modulor (➔ modulo) e sul movimento moderno detto, appunto, della section d’or.
Ogni divisione dell’insieme di tutti i numeri razionali in due classi, H e K, tali che ogni elemento della seconda sia maggiore di ogni elemento della prima. Se avviene che né la prima classe ha un massimo, né la seconda ha un minimo, la sezione definisce un nuovo numero (numero irrazionale), elemento di separazione delle due classi.
È la generalizzazione della nozione di funzione alle applicazioni definite in spazi fibrati; più precisamente, è una funzione differenziabile s definita sullo spazio di base del fibrato B e a valori nello spazio totale E, tale che a ogni punto x della base è associato un unico vettore della fibra Ex. La nozione di sezione si è rivelata di grande importanza nella moderna teoria geometrica dei campi quantistici, in quanto spesso il campo stesso è in realtà una sezione del fibrato in cui è definita la teoria.
Parte di un impianto o di una macchina: per es., sezione di frazionamento gas, in una raffineria. In particolare, in elettrotecnica, sezione di rete è una parte di una rete elettrica, sezionabile dal resto. Negli avvolgimenti per indotti di macchine a corrente continua, sezione di avvolgimento è l’insieme delle spire tra loro collegate in serie che fanno capo a due lamelle distinte del collettore.
Il termine è anche riferito agli elementi concreti di una struttura, di una corrente fluida ecc., che risultano appartenenti a un piano prefissato. Per es., sezione resistente di una trave prismatica, con riferimento a una generica sezione normale all’asse della trave; sezione di una corrente in moto permanente; sezione fluviale, sezione di un corso d’acqua effettuata perpendicolarmente alla direzione della corrente; in particolare, in marina e in aeronautica, si dice sezione maestra di una nave o di un aeromobile la massima sezione trasversale della nave o dell’aeromobile.