balletto
Musica e movimenti del corpo per raccontare una storia
Il balletto è uno spettacolo in cui un'azione scenica viene rappresentata per mezzo della danza e della pantomima, quasi sempre accompagnate da musica, in cui si racconta una storia o si esprime uno stato d'animo anche attraverso i movimenti del corpo, secondo uno schema preordinato (coreografia). Sebbene ci faccia pensare subito all'Ottocento e al Romanticismo, il balletto è un'arte in continua evoluzione, che sa interpretare lo spirito del nostro tempo.
Ballare sulle punte. L'epoca d'oro del balletto è l'Ottocento, con il balletto romantico interpretato da grandi danzatrici, come Maria Taglioni, che propongono un nuovo stile e scatenano una vera e propria 'ballettomania'. Un esempio è la serata in cui al Teatro dell'Opéra di Parigi, in un atto dell'opera Roberto il Diavolo di Jakob Meyerbeer (1831), Maria Taglioni guida il 'corteo delle monache morte': le luci di scena provengono ancora da lampade a gas e l'intero corpo di ballo appare in costumi di un finissimo tessuto bianco, suscitando l'incanto del pubblico.
L'anno successivo il padre coreografo crea per Maria un altro grande balletto: La silfide, storia di uno spirito femminile alato che seduce un giovane alle soglie del matrimonio, conducendolo in una foresta incantata: Taglioni si distingue per leggerezza e grazia, sollevandosi per la prima volta sulle scarpette di raso a punta rigida. Per l'interprete viene anche messo a punto un costume bianco in mussola, il classico tutù, che sarebbe rimasto come il simbolo stesso della ballerina.
La grande innovazione del balletto romantico è dunque la conquista delle punte. Già precedentemente le ballerine avevano cercato di alzarsi sulle mezze punte o sui tre quarti, ma Taglioni arriva alle punte, riuscendo a sollevare il corpo e ad allungarne le linee, comunicando il senso di una grande leggerezza e di uno slancio quasi alato. È proprio questa tecnica che rende possibile l'immedesimazione della ballerina nei personaggi fiabeschi ed evanescenti dei miti romantici e nordici. Il Romanticismo introduce infatti nel balletto nuove tematiche: la fuga in un mondo sovrannaturale, l'ideale di una bellezza immateriale, il gusto per i paesaggi incantati, l'incontro con personaggi fantastici e il racconto di intense passioni amorose.
Due capolavori. Culmine del balletto romantico è Giselle (1841), nel quale una giovane s'innamora del principe Albrecht, già promesso a un'altra e, quando scopre la verità, impazzisce e muore. Nel secondo atto la vediamo danzare di notte nel mondo delle Villi, spiriti di fanciulle morte, e proteggere Albrecht, che dovrà salutare per sempre poco prima dell'alba, in uno struggente addio.
Un'altra storia famosa è quella di Coppelia (1870), balletto tratto dal racconto fantastico di E. T. A. Hoffmann, in cui il mago Coppelius costruisce una bambola meccanica che balla in maniera stilizzatata con i movimenti propri delle marionette; il giovane Franz se ne innamora perdutamente, ma alla fine, deluso, tornerà fra le braccia della sua fidanzata umana.
La nuova capitale del balletto ottocentesco è, nella seconda metà del secolo, San Pietroburgo grazie all'appoggio della corte degli zar. Marius Petipa, direttore francese del Balletto del Teatro Kirov, porta il corpo di ballo al suo splendore e sviluppa al massimo la tecnica e l'espressività del balletto classico, che sarebbero rimaste come caratteristiche della scuola russa. Il balletto russo unisce l'elemento maschile della danza, e cioè il vigore atletico e la precisione tecnica, con quello femminile, caratterizzato invece da grazia e malinconia.
Un grande compositore, come Pëtr I. Čajkovskij, scrive le splendide musiche per Il lago dei cigni (1876), La bella addormentata nel bosco (1890) e lo Schiaccianoci (1892).
La fonte de La bella addormentata è una favola di Charles Perrault, in cui l'amore fra Aurora e il principe Désiré si realizza nonostante l'intervento di una fata malvagia: il bacio del principe scioglie l'incantesimo e la storia si conclude con un gran ballo. Nello Schiaccianoci, ispirato a un altro racconto di Hoffmann, la protagonista è una bambina, Clara, che sogna di difendere uno schiaccianoci, ricevuto come regalo natalizio, dal terribile re dei topi. Lo schiaccianoci, divenuto un bel principe, la conduce nel regno dei dolci, dove la fata Confetto dà una grande festa in loro onore. Ma è soprattutto Il lago dei cigni che rappresenta l'esaltazione assoluta della prima ballerina e l'ultima evoluzione del balletto romantico. Ancora una volta è la storia di una principessa, Odette, che, trasformata in cigno bianco da un malvagio mago, non potrà essere salvata se non da chi le darà amore eterno: è il principe Siegfried, conteso però anche da Odile, il cigno nero.
A Mosca, Aleksandr A. Gorskij, direttore del Balletto del Teatro Bol´Šsoj, realizza una nuova coreografia di un'altra storia del repertorio classico, il Don Chisciotte (1902) ispirato all'eroe romanzesco di Miguel de Cervantes. Sempre nell'ambito della scuola moscovita, nel 1938 viene creato Romeo e Giulietta, tragedia amorosa, con le musiche di Sergej S. Prokof´ev.
Altro fondamentale momento della storia del balletto è la costituzione a Parigi nel 1909 dei Balletti russi di Sergej P. Djagilev, grande organizzatore e ispiratore della rivoluzione da cui nascerà il balletto moderno. Con i Balletti russi, che si impongono in tutta Europa per novità creativa e forza espressiva, vengono superate le vecchie formule del balletto ottocentesco, e viene inaugurato un nuovo rapporto tra danza, musica e arti figurative. Djagilev chiama infatti a collaborare i più interessanti musicisti e artisti del momento. Tra i capolavori realizzati si ricordano Sheherazade (1910), basato sul primo racconto di Le mille e una notte con musica di Nikolaj A. Rimskij Korsakov e coreografia di Michail M. Fokin, e La saga della primavera (1913), su musica di Igor´ F. Stravinskij e con la coreografia del grande ballerino Vaclav F. Nižinskij.
All'inizio del Novecento un'altra grande rivoluzione si realizza con la 'danza libera' di Isadora Duncan, artista americana che, ballando a piedi nudi, con veli e tuniche al posto del tutù, promuove uno stile naturale, basato in gran parte sull'improvvisazione.
I principi estetici dei Balletti russi si diffondono anche in altri paesi, sviluppando nuovi stili: in Francia con Serge Lifar e in Gran Bretagna con Frederick Ashton, autore di Illuminazioni (1950), un balletto sulla poesia. Lo stile inglese è rappresentato dalla scuola del Royal ballet di Londra e dalla sua guest star, Margot Fonteyn, elegante, veloce e molto espressiva. Ospiti del Royal ballet sono stati alcuni artisti russi trasferitisi in Occidente, come Natalia Makarova, Rudolf H. Nureev e Michail N. BaryŠsnikov, dotati di tecnica eccezionale e notevole passionalità.
Negli Stati Uniti la prima e più prestigiosa compagnia è il New York City ballet, diretta dal 1930 da George Balanchine, noto per i suoi balletti di danza pura, cioè astratta e senza trama, di grande fascino. Il balletto americano nasce dall'incontro dell'esperienza europea con gli elementi più tipici della danza, dello spettacolo e della vita americana, dal tip tap al jazz, dal cinema al musical. In particolare, nel campo del musical cinematografico, raggiungono risultati artistici di alto livello Fred Astaire, Ginger Rogers e Gene Kelly.
Negli ultimi decenni, in Germania il pubblico ha mostrato molto interesse per la danza moderna e un'importante compagnia è stata diretta a Stoccarda da John Cranko. Anche Pina Bausch, ballerina e coreografa, rinnova profondamente danza e teatro, mescolandoli con cinema, musica, canto e parole. Si ricorda in particolare il suo Café Müller (1978), in cui il palco è ricoperto di tavoli e sedie vuote, simbolo della solitudine umana.
In Francia creano bellissime coreografie Roland Petit e Maurice Béjart. Più di recente Sylvie Guillem, proveniente dalla scuola di ballo dell'Opéra di Parigi, è una raffinata interprete di balletti classici e moderni. Noto per una tecnica spettacolare è invece Julio Bocca, del Balletto argentino, che si è esibito con successo anche in un musical sul tango.
Dopo la grande stagione ottocentesca, il balletto italiano subisce un arresto fino agli anni Trenta del Novecento quando approda a Roma il coreografo ungherese Aurél M. Milloss, che riporta nuovo fervore invitando musicisti e pittori a collaborare con la scena del balletto. Carla Fracci è divenuta una stella internazionale, mentre Alessandra Ferri e Roberto Bolle sono oggi fra i ballerini più richiesti del panorama europeo.