Basilicata
Dall'arretratezza allo sviluppo
La Basilicata era considerata, fino a poco tempo fa, esempio tipico della povertà e dell'arretratezza del Mezzogiorno: isolamento, superstizione, territorio dissestato, agricoltura povera erano i suoi caratteri più spesso ricordati. Da qualche decennio la regione sta superando quelle condizioni di vero e proprio sottosviluppo e ha avviato un processo verso una crescita equilibrata, grazie a una popolazione non numerosa e a un territorio poco compromesso dall'inquinamento.
Anche se tocca sia il Tirreno sia lo Ionio, la Basilicata è una regione in realtà interna, e per di più quasi tutta montuosa e collinare. Le pianure coprono solo l'8% della superficie: l'unica vera pianura, infatti, è la stretta piana di Metaponto lungo lo Ionio. Nel Nord della regione un complesso di colline circonda il Vulture, antico vulcano con due crateri occupati da incantevoli laghetti. Quest'area è fertile, coperta da boschi, ricca di acque, con antichi centri urbani come Melfi e Venosa.
Lungo il bordo orientale della Basilicata, le caratteristiche fisiche sono simili a quelle della Puglia: la vegetazione e l'acqua superficiale sono scarse, la terra non è molto produttiva, i centri abitati abbastanza pochi. In quest'area, tuttavia, sorge Matera, seconda città della regione. Una metà circa della Basilicata è occupata dall'Appennino Lucano e dalle colline che lo affiancano: segnate dall'erosione, dalle forme aspre, le montagne appenniniche non offrono grandi risorse alla popolazione, che coltiva le piccole conche anticamente occupate da laghi e le valli dei fiumi. Qui gli abitati sono situati spesso sulla cima di alture, anche a più di 1.000 m di quota; i principali sono Potenza, capoluogo regionale, e Lagonegro.
Il clima risente della distanza dal mare e dell'altitudine; mediterraneo sulle coste, nell'interno e soprattutto sui rilievi varia in base alle stagioni: l'estate è di tipo mediterraneo, calda e asciutta, mentre l'inverno può essere molto rigido e piovoso. D'inverno Potenza (819 m) è una delle città più fredde d'Italia. Le precipitazioni non sono abbondanti e si concentrano tra autunno e inverno. I corsi d'acqua hanno un regime 'torrentizio': quasi tutti (i principali sono Bradano, Basento, Agri e Sinni) hanno letti ampi e sassosi, che si riempiono durante le piene invernali e restano in secca durante le magre estive; vi crescono salici e distese di oleandri, spettacolosi durante la fioritura. Specie nella parte orientale della regione, poi, ricca di fenomeni carsici, le acque piovane provocano una forte erosione delle rocce e si inabissano sotto terra.
L'intensa erosione è comunque caratteristica di tutta la regione, ma è conseguenza non tanto del clima, quanto del feroce diboscamento effettuato nell'Ottocento. Sul Vulture e, a sud, sul massiccio del Pollino la vegetazione spontanea è abbondante; ma molto spesso le pendici degli Appennini sono nude, senza alberi che possano assorbire l'acqua piovana e trattenere la terra. Frane e smottamenti, così, sono purtroppo frequenti. Il diboscamento accentua il regime torrentizio dei fiumi e quindi è una delle cause anche delle piene, che a volte provocano gravissimi danni: da tempo, perciò, si stanno piantando nuovi alberi.
La popolazione della Basilicata ha risentito moltissimo dell'emigrazione ed è cresciuta più lentamente del resto della popolazione italiana. Le sue condizioni di vita fino a pochi decenni fa erano veramente misere, come ci ha raccontato Carlo Levi in Cristo si è fermato a Eboli (1945). Gli stessi capoluoghi offrivano scarsi servizi (per esempio, solo nel 1983 è nata l'università di Potenza) e poche possibilità di impiego. L'economia era basata su un'agricoltura poco sviluppata e sulla pastorizia. Oggi l'agricoltura è ancora importante, ma si sta specializzando nella coltura degli ortaggi e della frutta e nelle colture biologiche, più redditizie.
Negli ultimi decenni del Novecento, comunque, la situazione ha cominciato a cambiare: la Basilicata è ancora fra le regioni meno ricche d'Italia, ma presenta una situazione meno drammatica, specie nella parte orientale della regione, che ha avuto uno sviluppo maggiore. Sia intorno a Matera, che negli ultimi anni ha segnato una crescita notevole, sia a Melfi e dintorni, dove si trovano un grande stabilimento della FIAT e altre fabbriche, le vie di comunicazione sono migliori e, di conseguenza, le attività economiche sono avvantaggiate. In precedenza, le sole industrie di rilievo erano legate allo sfruttamento del petrolio e soprattutto del gas naturale che si estraggono nella valle del Basento. Quasi tutte le altre industrie hanno un'importanza locale e sono legate alle produzioni agricole.
Il turismo non è molto sviluppato, anche se la regione offre molte attrattive naturali e storico-artistiche: frequentati sono solo il litorale tirrenico, l'area archeologica di Metaponto, i Sassi di Matera, l'area del Vulture; ma la Basilicata è ricca di piccole città, paesi molto interessanti, chiese, castelli, tradizioni popolari ancora sentite e suggestive.
In tutta la Basilicata il popolamento è molto antico (Paleolitico). All'inizio del 1° millennio a.C. vi arrivò il popolo italico dei Lucani; poco dopo i Greci cominciarono a colonizzare le coste, fondando Metaponto ed Eraclea. Sotto i Romani (dal 272 a.C.) e dopo la caduta dell'Impero, la Basilicata non visse in condizioni molto prospere. Con le invasioni barbariche, la decadenza si aggravò: le coste impaludate furono abbandonate, gli abitanti si raccolsero sulle alture, la regione fu divisa tra Longobardi e Bizantini. Solo nel 13° secolo, con i Normanni, la Basilicata venne di nuovo unificata ed ebbe Melfi come capoluogo, ma la nobiltà feudale continuò a governarsi in maniera autonoma.
Durante il lungo regime spagnolo e poi borbonico, le condizioni di vita della Basilicata non migliorarono né peggiorarono; però in tutta la regione si sviluppò il brigantaggio (banditi e briganti). Dopo l'annessione all'Italia, il brigantaggio diventò anche più intenso e venne represso con una vera e propria guerra. In quel periodo cominciò una forte emigrazione che diminuì solo verso la fine del 20° secolo, quando la riforma fondiaria, le bonifiche, l'apertura di strade e di fabbriche e la ricostruzione dopo il terremoto del 1980 avviarono un certo sviluppo economico, rafforzato dal denaro inviato dagli emigrati. Oggi la Basilicata non conosce più l'isolamento e la povertà dei secoli passati e, pur partendo da una certa arretratezza economica, mostra ottime possibilità di sviluppo.
Potenza, il più alto capoluogo italiano dopo Enna, è città di antica fondazione che ospita attività amministrative e commerciali e qualche industria sparsa nelle limitrofe zone collinari; ha monumenti antichi e un centro storico dall'impianto medievale. Matera, sul ciglio di due profonde gole (dette Sassi), ha pure monumenti notevoli ed è famosa per le chiese e le abitazioni scavate nelle pareti dei Sassi.
Il massiccio del Pollino (2.248 m), sul confine con la Calabria, è al centro di uno dei parchi nazionali più recenti. Importante per la vegetazione – querce, faggi, abeti bianchi e rari pini loricati – e per la fauna, che comprende lupi, lontre, aquile reali, falchi, il Parco protegge ambienti molto delicati e si presta a splendide escursioni. Dalla cima del Pollino il panorama è meraviglioso.