Città capitale dell’Adžarija (122.200 ab. nel 2007), una delle Repubbliche autonome comprese nell’ambito della Repubblica della Georgia, sulla costa orientale del Mar Nero, presso il confine turco. Il clima mite (temperatura media di gennaio 6 °C), ma umido (oltre 3000 mm annui di pioggia), favorisce una ricca vegetazione di agrumi, magnolie, palme e tè. Sede di industrie meccaniche (costruzioni navali, macchinari per l’industria alimentare), alimentari (conservifici di frutta e birrifici). Nel porto fanno scalo le navi per il carico del greggio, proveniente da Baku mediante oleodotto (1717 km). Il commercio, oltre l’esportazione del petrolio, comprende carbone, frutta, cereali, seta, lana, legname; l’importazione è costituita da macchinari.
Incorporata alla regione della Lazika dai Bizantini, nella seconda metà del 6° sec.; più tardi raggiunse sotto i re dei Lazi una effettiva indipendenza. Fiorì per la dominazione della regina georgiana Tamara (1184-1213); ma fu poi devastata da Mongoli, Arabi, Georgiani; conquistata nel 1564 dai Turchi, perdette interamente la sua importanza commerciale. Con il trattato di Berlino (1878) passò dalla Turchia alla Russia, divenendo porto franco sino al 1886; nel 1918 la pace di Brest-Litovsk l’assegnò nuovamente alla Turchia; nella primavera del 1919 fu occupata dagli Inglesi, che la cedettero nel 1920 alla Georgia.